Nel 2011 il sacerdote si è rifugiato a Parma dopo essere stato convocato dalla Procura federale argentina
Don Franco Reverberi (in foto), il sacerdote 86enne della diocesi di Parma, accusato di crimini contro l'umanità, dovrebbe essere consegnato alle autorità argentine entro la fine dell’anno, dal momento che la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso contro l'estradizione presentato dagli avvocati di difesa. Il sacerdote è accusato dell’omicidio del giovane Josè Guillermo Beron, morto a soli 20 anni nel 1976, e di aver assistito alle torture inflitte ai prigionieri argentini durante la dittatura di Rafael Videla, il generale condannato all’ergastolo per i crimini di guerra commessi in Argentina tra il ‘76 e il 1983, e morto all’età di 87 anni nella prigione di Marcos Paz, nella provincia di Buenos Aires. Reverberi, durante la dittatura di Videla, è stato infatti il cappellano militare del centro clandestino di tortura e sterminio “Casa Departamental” di San Rafael, nella zona a sud di Mendoza. In risposta a tali accuse, il sacerdote ha sempre proclamato la propria innocenza. Questo è avvenuto anche quando, nel 2011, dopo essere stato convocato dalla Procura federale argentina, ha cercato rifugio in Italia, a Sorbolo, un piccolo paesino della provincia di Parma e luogo dove il sacerdote è nato nel 1937. Richard Ermili, l’avvocato che segue in Argentina la vicenda in qualità di rappresentante dell'Associazione Civile Assemblea Permanente per i Diritti Umani (Apdh) di San Rafael per conto della Procura della Repubblica Argentina, intervistato da Repubblica, ha dichiarato: “Questo è un passo avanti importante verso il risarcimento delle vittime, dal momento che l'estradizione apre la strada al processo per Reverberi, profugo della giustizia argentina dal 2011. L’Assemblea Permanente per i Diritti Umani celebra il risultato della sentenza che ha rigettato l’appello avanzato da Reverberi contro l’estradizione. Il trasferimento - ha proseguito Ermili - dovrà essere effettuato entro i prossimi 45 giorni e permetterà di proseguire con il processo penale in cui Reverberi dovrà rispondere alle accuse di complicità nella scomparsa di Josè Beron, di partecipazione in torture collettive e in altri delitti commessi nel 1976 nel centro clandestino di detenzione di San Rafael, provincia di Mendoza, noto come Departamental. Il fatto che Reverberi debba rispondere in giudizio rappresenta una riparazione. Le ferite dei popoli - ha concluso - si curano con la giustizia”. Ora, il prossimo passo spetta al guardasigilli Carlo Nordio, dal momento che ha 45 giorni di tempo dalla ricezione del provvedimento per disporre la consegna del sacerdote a Buenos Aires.
Fonte: La Repubblica
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