Xi Jinping: “Evento storico che rappresenta un nuovo capitolo nella collaborazione dei Paesi in via di sviluppo”
I Paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), dopo essersi riuniti per il 15esimo vertice a Johannesburg in Sudafrica, non ha deluso le aspettative di molti, e hanno deciso di invitare Argentina, Iran, Egitto, Etiopia, Arabia Saudita ed Emirati Arabi a diventare membri del gruppo a partire dal gennaio 2024. Un risultato, ha spiegato il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, che porterà i BRICS a rappresentare “il 36% del Pil mondiale e il 47% della popolazione dell’intero pianeta”. A questa prima fase “se ne aggiungerà un’altra di ulteriore ampliamento”. A margine del vertice iniziato martedì 22 agosto, il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, leggendo il comunicato finale, ha ribadito: “I BRICS sono un gruppo eterogeneo di nazioni. Si tratta di un partenariato paritario tra paesi che hanno punti di vista diversi, ma una visione condivisa per un mondo migliore. Come cinque paesi BRICS, abbiamo raggiunto un accordo su principi-guida, criteri e procedure del processo di espansione”. Inoltre, i leader “hanno incaricato i loro ministri delle Finanze e governatori delle Banche centrali, come opportuno, di considerare la questione di valute locali, strumenti di pagamento e piattaforme e di riferire agli stessi leader BRICS nel prossimo vertice”. Per il Presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping, quello che si è svolto a Johannesburg è stato un evento storico che “rappresenta un nuovo capitolo nella collaborazione dei Paesi emergenti e in via di sviluppo”. Inoltre - ha fatto sapere “Il Fatto Quotidiano” - il presidente cinese ha invitato i Paesi del BRICS a scegliere “in modo indipendente il percorso di sviluppo”, tutelando il “diritto allo sviluppo” e muovendosi “insieme verso la modernizzazione”, per influenzare “il processo di sviluppo del mondo” e opporsi “alla rottura delle catene degli approvvigionamenti e alla coercizione economica”. Si tratta di un chiaro riferimento alle restrizioni imposte dal blocco Occidentale, soprattutto dagli Stati Uniti, per diminuire la fornitura delle tecnologie cinesi. Per questo motivo, “i paesi del BRICS - ha aggiunto Xi - dovrebbero mantenere la direzione dello sviluppo pacifico e consolidare la loro partnership strategica”. Secondo Eric Olander, caporedattore del sito “The China-Global South Project”, intervistato dal quotidiano statunitense “The New York Times”, l’obiettivo di Xi è quello di “screditare l’Occidente e dimostrare che esiste un’alternativa. Sta cercando di attingere a questo incredibile pozzo di risentimento e frustrazione tra molti paesi del Sud del mondo per ciò che percepiscono come questa massiccia doppiezza e ipocrisia da parte dei paesi ricchi.” - prosegue - “Una frustrazione alimentata negli ultimi anni dalle promesse non mantenute dei paesi sviluppati di fornire vaccini contro il Covid-19 ai paesi più poveri e dalla sensazione che non si stia facendo abbastanza per contrastare l’impennata dei prezzi di cibo ed energia”. Una delusione che potrebbe essere condivisa, al punto tale da spiegare le parole pronunciate dal presidente iraniano, Ebrahim Raisi, il quale ha parlato di “un nuovo potere emergente nel mondo che è riuscito ad unire Paesi indipendenti con l’obiettivo comune della cooperazione economica e della lotta contro l’unilateralismo”.
ARTICOLI CORRELATI
Vertice BRICS: la supremazia Occidentale è giunta al capolinea?
Paesi BRICS, Lula proporrà una nuova valuta per combattere l'egemonia del dollaro
Osservando la bancarotta degli Usa
Un nuovo ordine mondiale policentrico