Nelle prime ore di un freddo mercoledì 27 giugno del 1973, forze militari e di polizia entrarono nel palazzo legislativo di Montevideo. Si dava così inizio alla dittatura civico militare in Uruguay. Il principale fautore fu leader costituzionalmente eletto nel 1971 del partito Colorado Juan María Bordaberry che sciolse le camere e aprì la strada all'autorità militare per comandare il paese.
Alcuni storiografi considerano che già nel mese di febbraio ci fu in realtà l'inizio di questo colpo di Stato quando Juan María Bordaberry, in qualche misura ebbe a confrontarsi con i militari arrivando ad un accordo, noto come l'accordo di Boiso Lanza, dove Juan María Bordaberry lasciava spazio alla casta militare, ed è così che la casta militare riuscì ad entrare in Parlamento qualche mese dopo.
Da non dimenticare neppure che quel periodo di dittatura incominciò dopo l'amministrazione di Jorge Pacheco Areco, il “Pachecato”. Durante il suo governo il terrorismo di Stato cominciava a manifestarsi con una repressione feroce contro gli studenti, i sindacati, le corporazioni, i “Tupamaros”, ma ancora molto più grave, con la presenza degli squadroni della morte, gruppi parapolizieschi e paramilitari che colpivano duramente chi si opponesse a queste azioni di terrorismo di Stato durante il governo di Pacheco. Gli studenti nei licei venivano picchiati da gruppi della “JUP” ("Gioventù Uruguaiana in piedi”, ndr.). Io stesso, personalmente, ho vissuto alcune di quelle esperienze. Il 27 giugno occupai la sede centrale di associazione di familiari di desaparecidos, vicino alla Suprema Corte di Giustizia con altri compagni.
Ognuno degli uruguaiani ha vissuto a la dittatura militare. Ciascuno in diverse forme e in differenti posti. Poi sopravvenne la democrazia. Presidenti come Julio María Sanguinetti e Luis Alberto Lacalle, Jorge Valle, Tabaré Vázquez e José Mujica dovettero dare la faccia come presidenti democratici all’interno di un ordine istituzionale e costituzionale, ma si dimenticarono dei desaparecidos.
Il tema di diritti umani è sempre stato gestito in una maniera “morbida” con una certa pigrizia preoccupante perché in definitiva sono rimasti insensibili verso i familiari di 200 desaparecidos uruguaiani. Per non dimenticare che solo cinque corpi di desaparecidos sono stati ritrovati con il ritorno della democrazia nel Paese. Pochi giorni fa è stato trovato un sesto corpo, si sta cercando di identificare tramite il DNA, per definire a chi appartiene. Il fatto che negli ultimi quarant’anni sono stati fatti solo cinque scavi è letteralmente un insulto all'intelligenza umana. Il terrorismo di Stato ha diversi volti e forse questa è un'altra delle sue forme.
Un altro terrorismo di Stato lo abbiamo visto nel caso de “las muchachas de abril’, e la sparizione di Eduardo González e di Óscar Tassino. Su questi misteri lo Stato uruguaiano non ha investigato abbastanza secondo gli organismi internazionali che hanno disposto al Parlamento di indagare maggiormente su quei fatti.
Il Sr. Presidente Luis Lacalle Pou era assente il giorno del riconoscimento, in Parlamento, dell’inadempienza dell’Uruguay nella ricerca della verità e della giistizia.
Cosa sta succedendo in questo Paese? Cosa sta succedendo con questa democrazia insipida, questa democrazia ipocrita, questa democrazia fittizia.
Per questo anniversario sono stati celebrati atti, movimenti alternativi, movimenti attivisti. Sono stati organizzati eventi e mobilitazioni per ricordare questo anniversario. Anche da file del governo si stanno organizzando alcune mobilitazioni ed atti all’interno del Parlamento ed a livello di presidenza, ma crediamo che siano atti ipocriti, di un'ipocrisia crudele quando ci sono ancora familiari che da 50 anni stanno chiedendo dove sono i desaparecidos. Dobbiamo lavorare tutti, questo è il sentimento di ANTIMAFIADuemila, per la giustizia e non per la vendetta, per la pace. Dobbiamo lavorare nella resistenza e dobbiamo combattere, dobbiamo dire basta alla cultura dell’impunità!
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