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Secondo l’accusa di due Repubblicani, sarebbe stato favorito un uomo d’affari in cambio di 10 milioni di dollari

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden (in foto), si è dimostrato divertito quando, pochi giorni fa, una giornalista del Post gli ha chiesto: “Ci sono nastri che proverebbero il fatto che lei ha accettato tangenti, presidente Biden? È vero?”. La domanda della giornalista statunitense è arrivata dopo l’accusa, non ancora verificata, che due Repubblicani del Congresso Usa, James Comer e Chuck Grassley, hanno rivolto sia a Biden che all’FBI. Comer e Grassley hanno affermato che un informatore anonimo, “altamente credibile”, sarebbe a conoscenza del fatto che il Dipartimento di Giustizia e l'FBI potrebbero essere in possesso di un documento non classificato noto con il nome di FD-1023. Il documento dimostrerebbe l’esistenza di “uno schema criminale” attuato da Joe Biden insieme a suo figlio Hunter: tangenti che sarebbero state pagate da un uomo d’affari ucraino in cambio di decisioni politiche. I fatti risalirebbero al periodo in cui Biden era alla vicepresidenza degli Stati Uniti e - hanno sostenuto Comer e Grassley - l’FBI potrebbe aver coperto in modo intenzionale l’attività perpetrata da Biden insieme a suo figlio.  Stando alle dichiarazioni rilasciate dai due Repubblicani, Comer e Grassley, i fatti descritti sarebbero avvenuti tra il 2015 e il 2016. In particolare, Grassley ha sostenuto che la fonte ha rivelato che l’uomo d’affari ucraino avrebbe pagato ben 5 milioni di dollari sia a Joe Biden che a suo figlio Hunter. Inoltre - ha reso noto il “New York Post” - l’uomo d’affari avrebbe conservato come “assicurazione” diverse registrazioni audio che proverebbero il pagamento delle tangenti alla famiglia Biden.  Al momento, non è ancora chiaro se l'FBI sia effettivamente in possesso dei presunti nastri che potrebbero inchiodare la famiglia Biden. Tuttavia, molti Repubblicani hanno affermato che il trattamento riservato a Donald Trump da parte del Dipartimento di Giustizia contrasta con quello riservato a Biden, sotto inchiesta per presunta cattiva gestione di documenti classificati. Biden, intervistato a febbraio sull'indagine federale relativa alla gestione dei materiali classificati, ha parlato di “documenti vaganti” che sono diventati tali “a causa di assistenti incuranti che hanno riempito il suo ufficio alla Casa Bianca oltre un decennio fa”.  Ad ogni modo, per quanto riguarda le presunte tangenti ucraine, il Dipartimento di Giustizia americano ha rifiutato di commentare, mentre l'FBI si è limitata a spiegare di aver ricevuto la citazione in giudizio ma senza aggiungere altro.

Fonte: CNN

Foto © Imagoeconomica

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