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E' davvero una lotta all'ultimo voto nelle presidenziali in Turchia, tra Recep Tayyip Erdogan e Kemal Kilicdaroglu. Per vincere al primo turno ed evitare il ballottaggio, previsto per il 28 maggio, serve almeno il 50% delle preferenze. Con il 94,7% delle schede scrutinate, secondo i dati dell'agenzia Anadolu, il presidente Recep Tayyip Erdogan è in testa con il 49,6% dei voti, mentre il suo sfidante più accreditato, Kemal Kilicdaroglu, è al 44,7%. Il terzo candidato, Sinan Ogan, è al 5,3% mentre Muharrem Ince, che si è ritirato ufficialmente, è allo 0,4%. Questi dati, se confermati, indicherebbero la necessità di tenere il ballottaggio tra Erdogan e Kilicdaroglu il 28 maggio.
Dopo 9 anni il 'sultano' Erdogan, leader del Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp), rischia di perdere il ruolo ricoperto dal 2014, frutto di un'ascesa al potere lunga 20 anni, da quando divenne primo ministro.
Kemal Kilicdaroglu, leader del Partito popolare repubblicano (Chp), sogna l'impresa in una delle elezioni presidenziali più partecipate che la Turchia abbia mai conosciuto. L'affluenza ha toccato l'88,29%, mentre per le elezioni parlamentari, che si sono svolte in contemporanea, ha votato l'85% degli aventi diritto.
Il clima sulle elezioni resta teso. Per Erdogan le elezioni si sarebbero svolte con “pace” e “tranquillità”, mentre il suo sfidante ha parlato di "farsa". Ancora prima che si arrivasse a scrutinare un terzo delle schede, quando Erdogan registrava oltre il 50% delle preferenze, Kilicdaroglu ha iniziato a contestare il voto e i sindaci di Ankara e Istanbul, membri del suo partito, hanno lanciato accuse contro l'agenzia di stampa statale Anadolu di alterare i dati.
Erdogan paga un calo della popolarità, già emerso nelle amministrative del 2019, quando Akp aveva perso il governo delle due città più importanti del Paese, Ankara e Istanbul appunto. Il terremoto del 6 febbraio scorso ha peggiorato la sua immagine. Nel tentativo di recuperare terreno, il presidente turco ha giocato la carta di alzare del 45% lo stipendio dei dipendenti statali a soli 5 giorni dal voto.
Il 'Ghandi turco' Kemal Kilicdaroglu, con il suo temperamento mite, è riuscito in risposta a convincere le forze politiche di opposizione ad affiliarsi a una variegata coalizione di centrosinistra da lui capeggiata, compreso il partito filo curdo Hdp.

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