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L'ex ministro della Giustizia di Jair Bolsonaro, Anderson Torres, nella notte ha lasciato il battaglione della polizia militare di Guará, a Brasilia, dove era detenuto. Il giudice della Corte suprema (Stf), Alexandre de Moraes, ne ha decretato la scarcerazione provvisoria, affermando che la detenzione può essere sostituita da misure alternative. L'aspettativa è che torni a casa con il braccialetto elettronico. Torres era agli arresti dal 14 gennaio per presunta omissione nei fatti dell'8 gennaio a Brasilia, quando occupava l'incarico di segretario alla Pubblica sicurezza del Distretto Federale. 
Il giudice de Moraes, aveva ordinato l'arresto di Torres il 10 gennaio. Il politico era stato arrestato il 14 gennaio all'aeroporto di Brasilia, subito dopo essere rientrato dagli Stati Uniti dove si trovava dal 6 gennaio. Dopo le violenze dell'8 gennaio il governatore lo aveva immediatamente sollevato dall'incarico. La posizione di Torres si è ulteriormente aggravata dopo il ritrovamento presso la sua abitazione di una bozza di decreto presidenziale che stabiliva lo "stato di difesa" presso il Tribunale superiore elettorale (Tse).
Obiettivo della misura straordinaria, che non è stata mai firmata dall'allora presidente Jair Bolsonaro, era sospendere e rivedere il risultato elettorale favorevole al presidente Luiz Inacio Lula da Silva. La bozza stabiliva l'istituzione da parte del governo Bolsonaro dell'istituzione di una giunta a guida militare per il controllo della giustizia elettorale. 
Il collegio sarebbe stato composto da otto rappresentanti del ministero della Difesa, due rappresentanti della procura federale, due periti criminali, due rappresentanti del parlamento, un rappresentante della Corte dei conti, uno dell'Avvocatura dello Stato e uno del ministero della Trasparenza. 
Secondo quanto definito nella bozza, il compito della giunta sarebbe stato quello di un "controllo di conformità legale del processo elettorale" terminato con la vittoria di Lula, anche ottenendo accesso alla corrispondenza telematica e telefonica dei giudici del Tse, per tutto il periodo elettorale fino alla nomina ufficiale di Lula il 12 dicembre. 
Lo stato di Difesa prevedeva anche la chiusura fisica e l'accesso limitato a soli autorizzati nella sede del tribunale e in tutte le aree interessate dal passaggio di documenti in merito al processo elettorale, come dati telematici, conteggio dei voti e scrutini dei voti raccolti dalle urne elettroniche in tutto il Paese. 
Lunedì scorso, durante un interrogatorio presso la polizia federale, ha negato qualsiasi suo ruolo nelle presunte operazioni di intralcio effettuate dalla polizia stradale in regioni dove, al primo turno delle elezioni di ottobre 2022.

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