Sono ripresi, dopo una notte più tranquilla, i combattimenti fra le forze contrapposte in Sudan: anche l'ultimo tentativo di tregua è stato di breve durata. La nuova crisi del Paese africano è cominciata da una settimana esatta, mentre il bilancio delle vittime oscilla fra le oltre 400 certificate dall'Onu e le 600 dichiarate dal ministero della Sanità di Khartum.
A combattere sono da un lato le forze armate del capo dell'esercito Abdel Fattah al-Burhan, dall'altro quelle paramilitari guidate dal suo rivale e vice, Mohamed Hamdan Daglo. Insieme avevano preso il potere con un colpo di stato nel 2021, ma presto fra loro e' iniziata la lotta per il potere.
Ieri sera l'esercito aveva formalmente accettato il cessate il fuoco di tre giorni in occasione delle celebrazioni di fine Ramadan, l'Eid al-Fitr richiesto il giorno prima dal Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres e dal capo della diplomazia Usa Antony Blinken.
Anche i due precedenti tentativi di tregua di 24 ore, annunciati all'inizio della settimana, erano già stati violati. La guerra ha sconvolto la capitale Khartum, dove vivono 5 milioni di persone, costretti a non uscire di casa nonostante le carenze di cibo e acqua e il caldo torrido.
Ma i combattimenti si svolgono con violenza anche nel resto del Paese e nel Darfur. Intanto, dopo la morte di 4 operatori umanitari dell'Onu e un cittadino Usa, diversi Paesi hanno mobilitato navi e aerei per facilitare l'evacuazione dei propri concittadini: lo hanno già fatto Usa, Corea del Sud e Giappone e anche l'Unione europea lo sta valutando.
Sudan: dopo notte più tranquilla, riprendono combattimenti
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- AMDuemila