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La polizia federale degli Stati Uniti ha arrestato due residenti di New York con l'accusa di aver gestito una "stazione di polizia segreta" cinese a Manhattan, nel quartiere di Chinatown. Il 61enne Lu Jianwang e il 59enne Chen Jinping sono accusati di intralcio alla giustizia e di avere agito come agenti del governo cinese. Sono stati rilasciati su cauzione dopo una prima apparizione nel Tribunale federale di Brooklyn. Un'inchiesta pubblicata alla fine del 2022 dall'organizzazione non governativa spagnola Safeguard Defenders ha reso nota l'esistenza di una rete di "stazioni di polizia" cinese all'estero, istituita allo scopo di esercitare pressioni sui dissidenti e persuaderli a fare ritorno nel Paese. Pechino ha sempre negato categoricamente le accuse, affermando che i centri offrono servizi di assistenza ai connazionali all'estero e sono gestiti esclusivamente da volontari. Secondo l'inchiesta di Safeguard Defenders, pubblicato in esclusiva dalla "Cnn" a dicembre, la Cina ha messo in piedi oltre cento stazioni di polizia illegali all'estero per sorvegliare, perseguitare e in alcuni casi rimpatriare i cittadini cinesi in esilio, avvalendosi di accordi bilaterali sulla sicurezza siglati con i governi di Europa e Africa. L'organizzazione, con sede a Madrid, ha rivelato che la Cina gestisce altre 48 stazioni di polizia all'estero oltre alle 54 rivelate nel rapporto di settembre. Tra le nuove rivelazioni c'e' quella di un cittadino cinese costretto a tornare a casa da agenti che lavoravano sotto copertura in una stazione di polizia cinese in un sobborgo di Parigi, espressamente reclutati a tale scopo, oltre a una precedente rivelazione circa altri due esuli cinesi rimpatriati con la forza, uno in Serbia, l'altro in Spagna. Le rivelazioni di Safeguard Defenders hanno portato all'apertura di indagini in diversi Paesi. Il rapporto, intitolato "Patrol & Persuade", precisa che le 102 "stazioni di polizia" illegali all'estero si trovano in 53 Stati nel mondo, compresa l'Italia, dove ne vengono segnalate undici. Istituite formalmente come centri per garantire assistenza amministrativa ai connazionali all'estero durante la pandemia di Covid-19, le sedi - sostiene l'organizzazione non governativa - sarebbero piuttosto utilizzate dalla Cina soprattutto a scopo di sorveglianza e rimpatrio di esuli e dissidenti. In Italia, oltre ai "progetti pilota" inaugurati a Roma e Milano, la presenza delle stazioni di polizia cinesi e' stata accertata anche a Firenze, Bolzano, Venezia e Prato, che ospita attualmente la piu' grande comunita' cinese in Italia, e in Sicilia.

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