Sono 19 i giornalisti e professionisti del settore dei media detenuti nelle carceri israeliane "in condizioni sanitarie disumane e crudeli". Lo ha riferito il quotidiano panarabo con sede a Londra, "Al Quds al Arabi", citando un comunicato stampa del Comitato di supporto per i giornalisti (Jsc), organizzazione non governativa con sede a Beirut. Il comunicato e' stato diffuso ieri, alla vigilia della giornata del detenuto palestinese, celebrata il 17 aprile di ogni anno. Infatti, il 17 aprile del 1974, il Consiglio nazionale palestinese, organo consultivo e deliberativo dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), approvo' questa data come giornata nazionale di solidarietà nei confronti dei prigionieri delle carceri israeliane. "Tra i giornalisti detenuti", si legge nel comunicato del Jsc, "figurano dieci condannati a pene effettivamente comminate e quattro per i quali e' stata disposta la detenzione amministrativa, che si rinnova piu' volte. Altri cinque, inoltre, sono detenuti senza processo". Nel documento, si legge inoltre che "i giornalisti (nelle carceri) languono in condizioni sanitarie disumane e crudeli e sono privati di ogni loro diritto". Israele, secondo il Jsc, "persiste nella sua politica di tortura sistematica ai danni dei prigionieri, sotto copertura giudiziaria, per estorcere confessioni". Tra questi, si denuncia nel comunicato, "sono inclusi i giornalisti, con l'obiettivo di ostacolare la stampa e di soffocare la libertà dei media".
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