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A ucciderlo la 26enne Darya Trepova, che gli ha consegnato una statuetta imbottita di esplosivo. La donna è stata arrestata con un amico nel suo appartamento

Il noto blogger e corrispondente di guerra Vladlen Tatars (in foto), nome anagrafico Maksim Fomin, è stato ucciso il 2 aprile da un ordigno esplosivo durante una conferenza indetta nel locale di San Pietroburgo “street bar no.1” gestito in passato anche da Yevgeny Prigozhin, capo della PMC Wagner.
L’esplosivo sarebbe stato inserito in una statuetta d’oro consegnata al blogger dalla 26enne Darya Trova durante il corso della conferenza, che dopo non molto tempo sarebbe esplosa, causando danni ingenti al locale, uccidendo istantaneamente Vladlen e ferendo più di 30 persone, molte delle quali sono attualmente in ospedale.
Il locale colpito ospitava già da tempo seminari e conferenze di gruppi pro-guerra, tra cui "cyberfront Z” gli organizzatori della conferenza tenutasi il giorno dell’attentato terroristico.

L’attentato non è stato rivendicato ancora da nessuno: secondo il Cremlino l’azione sarebbe stata supportata dal governo ucraino, screditando l’ipotesi di Prigozhin secondo cui l’attentato non sarebbe stato comandato da Kiev ma, bensì, da alcuni gruppi radicali russi;
Il consigliere presidenziale russo Mykhailo Podolyak ha commentato l’attentato su tweeter con le seguenti parole: “Inizia in Russia… I ragni si mangiano a vicenda in un barattolo. La questione di quando il terrorismo sarebbe diventato uno strumento di lotta politica interna era una questione di tempo, come la rottura di un ascesso maturo. Processi irreversibili attendono la Russia. Mentre noi staremo a guardare”. Intanto Daria Trepova, fermata questa mattina a san Pietroburgo, ha ammesso di aver portato un busto contenente esplosivo al blogger Tatarsky. La ragazza lo ha detto in un video pubblicato dall’ufficio stampa del ministero degli Esteri russo, come riporta l’agenzia Tass. “Ho fatto entrare di nascosto una statua, che è esplosa”, dice Trepova. Inoltre, quando le è stato chiesto per cosa fosse stata trattenuta, Trepova ha risposto: “Trattenuta, direi, per essere stata sulla scena dell’omicidio di Vladlen Tatarsky”.

Il marito della donna accusata dell’attentato che ha ucciso a San Pietroburgo il giornalista militare russo Vladlen Tatarsky si è detto convinto che sia stata “incastrata”. Dmitry Rylov, che non è in Russia, lo ha detto in un’intervista alla testata indipendente russa The Insider, ripresa da Cnn. “Daria ha detto di essere stata incastrata, e io sono completamente d’accordo: nessuno se lo aspettava. Per quanto ne so, era necessario consegnare questa statuetta, in cui c’era qualcosa… Ne abbiamo parlato almeno due volte. Dasha, in linea di principio, non è il tipo di persona che potrebbe uccidere qualcuno”, ha aggiunto Rylov. Dmitry Rylov ha dichiarato che sua moglie è stata trattenuta nell’appartamento di un amico, anch’egli arrestato. “È stata davvero incastrata e usata. Nell’ultimo giorno l’ho contattata, ma ho perso il contatto circa quattro o cinque ore fa”, ha dichiarato l’uomo. “Sapevo solo che Daria aveva bisogno, per qualche compito o per qualche motivo, di fare qualche regalo, non sapevo nemmeno cosa. C’è un punto molto importante che mi ha ripetuto più volte: era sicura che questa cosa le avrebbe permesso l’accesso a una persona. Cioè, non era una cosa che sarebbe dovuta esplodere”, ha detto.

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