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La procura del Paraguay ha aperto questo giovedì indagini nei confronti di Horacio Cartes, presidente dal 2013 al 2018, e l'attuale vice presidente, Hugo Velazquez. Il fascicolo, fa sapere il procuratore generale Emiliano Rolon Fernandez, viene istruito sulla base delle denunce contenute in un rapporto elaborato a luglio 2022 dal dipartimento di Stato Usa, nel quale i due politici venivano identificati come individui "significativamente corrotti". Cartes è ritenuto dall'amministrazione Usa partecipe di "atti di corruzione rilevanti", aveva spiegato l'ambasciatore Usa ad Assunzione, Marc Ostfield, comunicando il veto alla concessione di visti per l'ex presidente e i suoi parenti piu' stretti. "Horacio Cartes ha utilizzato la presidenza per ostacolare un'inchiesta sul crimine transnazionale che coinvolge suoi soci", ha affermato Ostfield, sottolineando che "l'ostruzionismo di Cartes aveva l'obiettivo di limitare i rischi per se stesso" e "di proseguire la sua partecipazione in attività corrotte inclusi i legami con organizzazioni terroristiche ed entità già sanzionate dagli Stati Uniti".

La decisione del governo Usa ha rappresentato una vittoria per il governo dell'attuale presidente Mario Abdo il quale, pur appartenendo allo stesso partito dell'ex presidente Cartes, ha da tempo deciso di emanciparsi dalla sua figura iniziando anche un'intensa fase di confronto politico. Di recente Abdo aveva segnalato Cartes per il suo presunto coinvolgimento nelle attività del Boeing della compagnia venezuelana Emtrasur sospettato di collegamenti con il terrorismo iraniano e attualmente sotto sequestro in Argentina. L'aereo con a bordo parte dell'equipaggio di nazionalità iraniana era atterrato il 5 maggio a Ciudad del Este, ed era stato usato per trasportare ad Aruba un carico di sigarette della società 'Tabacalera del Este Sa' (Tabesa) di proprietà dell'ex presidente. Il capo di Stato, che concluderà il suo mandato nel 2023, cerca di contendere alla corrente di Cartes la presidenza del partito Colorado al quale appartengono entrambi. "Non conosco un imprenditore nella storia che in cinque anni sia passato dal possedere da 20 a 63 aziende", ha insinuato il presidente in riferimento all'ascesa del patrimonio di Cartes durante il suo quinquennio al governo, dal 2013 al 2018.

Cartes sempre nel 2022 era finito al centro di un'inchiesta sulla presunta attività di riciclaggio compiuta dalle sue aziende. L'ufficio governativo del Paraguay contro il riciclaggio (Seprelad) aveva consegnato infatti a maggio alla procura generale un rapporto dal quale risulterebbe che la principale azienda di proprietà di Cartes, Tabesa, ha venduto gran parte della sua produzione di sigarette negli anni tra il 2014 e il 2021 a società intestate a persone sospettate o investigate a loro volta di traffico di droga o a societa' appartenenti allo stesso Cartes. Tra queste, la Palermo Sa, che secondo quanto risulterebbe dai libri contabili avrebbe girato a Tabesa oltre 1,5 miliardi di dollari nel periodo in questione.

Tra i nomi che appaiono come intestatari delle società che effettuavano acquisti a Tabesa figurano quelli di Alcides Frutos Arana e Roque Fabiano Silveira, entrambi indagati per contrabbando di sigarette tra il Paraguay e il Brasile; Claudecir Da Silveira Savino e David Cuellar Soler, sospettati in diverse inchieste per traffico di droga. Nel rapporto della Seprelad vengono inoltre segnalati numerosi versamenti a Tabesa effettuati da aziende di proprieta' dello stesso Cartes o da suoi familiari. Mari'a Sarah Cartes Jara, sorella dell'ex presidente e principale azionista del Banco Basa, nonché direttore generale, partner e rappresentante legale di diverse società del gruppo Cartes ha acquistato sigarette a Tabesa per 4,7 milioni di dollari tra il 2014 e il 2021 cosi' come la fondazione Ramon T. Cartes che ha acquistato sigarette per 217.000 Usd. L'ex presidente Cartes è da tempo sospettato di collusione con le mafie che operano tra Paraguay e Brasile ed è oggetto di innumerevoli indagini della giustizia in materia di riciclaggio e corruzione. Nel 2019 la magistratura brasiliana aveva reso noti documenti che illustravano una stretta relazione tra Cartes ed il finanziere brasiliano Dario Messer, uno dei protagonisti dello schema di corruzione del Lava Jato all'epoca latitante. Agli atti dell'inchiesta figuravano una lettera manoscritta inviata da Messer a Cartes durante la latitanza nella quale chiedeva un aiuto di 500 mila dollari per affrontare le spese legali di un'eventuale consegna alla giustizia del Paraguay. Oltre a questo una serie di messaggi di testo via Whatsapp che i due si sarebbero scambiati attraverso il telefono di un intermediario, l'imprenditore di Ciudad del Este, Roque Silveira.

Oltre a quella brasiliana anche la giustizia di Panama indaga su presunte attività illecite emerse con lo scandalo "Pandora Papers", che ha portato alla luce una società a lui intestata. Si tratta di Dominicana Acquisition Sa, che non figurava in nessuna dichiarazione patrimoniale di Cartes precedente le indagini. La società compare per la prima volta in una dichiarazione dei redditi di Carte's solo dopo la richiesta di chiarimenti da parte dal Consorzio internazionale dei giornalisti di investigazione (Icij), che ha lavorato a Pandora Papers. L'ex presidente ha ricevuto una prima richiesta di chiarimenti dal Icij il 24 settembre del 2021, seguita da una seconda il 29 settembre a fronte della mancata risposta. Il 30 settembre Cartes ha proceduto a una rettifica presso l'organo di controllo ufficiale riconoscendo la proprietà della società di base nel paradiso fiscale.

Fonte: Agenzia Nova

Foto © Imagoeconomica

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