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E’ figlio biologico di Lucía Nadín e Aldo Quevedo, sequestrati nel ’77 a Buenos Aires. “Nel 2023 ci batteremo perché vi siano altre restituzioni"

Grande gioia in Argentina. Dopo la vittoria della Nazionale ai mondiali del Qatar, il Paese festeggia anche il ritrovamento del 131° nipote, figlio di desaparecidos affidato dopo il parto della madre a una coppia complice della dittatura argentina (1976-1983) come era da prassi negli anni del regime di Jorge Rafael Videla. Ad annunciare il ritrovamento del nipote, oggi uomo adulto, è stata Estela de Carlotto, presidente delle 'Abuelas (Nonne) de Plaza de Mayo’, in una conferenza stampa a Buenos Aires presso l'edificio della ex Scuola di meccanica della Marina', trasformato in luogo di incontro delle associazioni che lottano per i diritti umani. Carlotto non ha rivelato per il momento l'identità della persona restituita alla famiglia biologica, - l'interessato ha chiesto tempo "per abituarsi alla realtà scoperta ieri" - e si è limitata a riferire che "si tratta di un uomo che oggi ha 44 anni” e che è il figlio biologico di Lucía Nadín e Aldo Quevedo, originari della provincia di Mendoza. Lucía nacque in quella città il 13 dicembre 1947 e Aldo il 26 novembre 1941 nella località di San Carlos. Trasferitisi a Buenos Aires, furono sequestrati dal regime il 9 ottobre 1977.
La famiglia chiamava Aldo con il soprannome di 'Negro', o 'Negrito'. Entrambi erano attivi nel movimento clandestino Prt-Erp e studiavano filosofia, lo stesso percorso di studi che, senza saperlo, ha scelto il loro figlio. I compagni di scuola chiamavano Lucia 'Chiquita' e Aldo 'Dipy'.
Entrambi sono stati rinchiusi nei centri di detenzione e tortura 'Club Atlético' e "El Banco". Dalle testimonianze dei sopravvissuti si è appreso che Lucía è stata portata via da 'El Banco' tra marzo e aprile 1978 per partorire, forse proprio alla ex-Esma.
Al momento del sequestro la donna era incinta di due o tre mesi, un particolare di cui la famiglia era all'oscuro. Solo nel 2004, a seguito di un'indagine documentale della Commissione Nazionale per il Diritto all'Identità, seppero che la giovane aspettava un bambino. In quell’anno i Nadín hanno lasciato il loro campione di DNA presso la Banca Dati Genetica Nazionale. Nel 2010 sono riusciti a trovare il fratello di Aldo, che ha anche fornito un campione di DNA.
La prima pista per il nipote 131 è arrivata nel 2015, quando è stato identificato un uomo sospettato di essere il figlio di persone scomparse. Non potendo contattarlo, il caso è stato portato alla Procura specializzata in rapimenti di bambini durante il periodo del terrorismo di Stato ed è stata sporta denuncia. Il figlio di Lucia e Aldo è stato localizzato lo scorso settembre e questo mese è stato invitato a sottoporsi a uno studio genetico. Il risultato è stato positivo: è figlio di Lucía Nadín e Aldo Quevedo.
Carlotto ha ricordato che "i quasi 300 uomini e donne che sono stati sottratti ai genitori durante la dittatura vivono fra noi con identità falsificata. Siamo determinati anche nel prossimo 2023 a batterci perché vi siano altre restituzioni".
Dopo quasi tre anni, festeggiamo ancora una volta la scoperta di un nuovo nipote", ha detto l'organizzazione per i diritti umani in una dichiarazione in cui includeva un ultimo cenno alla “Scaloneta”, la Nazionale di calcio vincitrice della Coppa del Mondo di domenica scorsa: "Ora siamo di nuovo entusiasti".
"Questa per noi è una gioia ancora più del premio che abbiamo avuto con il calcio", ha detto la presidente delle Nonne di Plaza de Mayo. "Ci fa salutare l'anno dandoci la speranza di ritrovare i nipoti scomparsi", ha detto, mentre l'auditorium scoppiava in un applauso e intonava la canzone che è diventata popolare durante i Mondiali per onorare gli anziani: "Nonne, la la la la la". Dal 1977 le Nonne di Plaza de Mayo lottano per le restituzioni, la verità e la giustizia. Nel murales presente nella “Casa per la identidad”, le Nonne hanno aggiornato il cartellino dei ritrovati a 131. “Bienvenido a la verdad”, dicono (“benvenuto alla verità”), un saluto, quasi un battesimo, per questo figlio che ora vivrà una nuova coscienza di vita.

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