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Tutti i parlamentari dei partiti dell'opposizione indiana hanno abbandonato oggi l'aula in segno di dissenso con le risposte del governo dopo gli scontri del 9 dicembre tra militari indiani e cinesi a Tawang, lungo la Lac, la linea attuale di confine, nello stato dell'Arunachal Pradesh, nella parte orientale del paese. Negli scontri, nei quali i soldati si sono confrontati con bastoni, catene di ferro e mattoni e non ci sono state vittime in nessuna delle due parti e la tensione è stata immediatamente abbassata nei colloqui tra i comandanti dei due eserciti di frontiera. Il ministro alla Difesa indiano Rajnat Singh nei giorni scorsi ha affermato che l'inizio delle ostilità è da attribuire ai cinesi, e ha sostenuto che l'esercito indiano ha il pieno controllo dell'area e che impedirà con ogni mezzo alla Cina di modificare lo status quo con costruzioni, infrastrutture e nuovi insediamenti. Singh ha anche annunciato l'invio di oltre 100mila nuovi militari nella zona. I leader delle opposizioni tuttavia hanno ripreso oggi affermazioni di Rahul Gandhi e sostenuto che "il governo minimizza, i soldati indiani saranno sconfitti, mentre la Cina si sta preparando a una nuova guerra". India e Cina condividono oltre 3400 km di confine, definiti, dopo l'armistizio del 1962, dalla cosiddetta Linea Attuale di controllo, LAC. Si tratta di confini molto porosi, in gran parte himalayani, ad altezze notevoli, segnati dalla presenza geografica di laghi, montagne, fiumi. L'ultimo scontro serio, con almeno 25 militari indiani morti è avvenuto nella parte occidentale, in Ladak, nella valle di Galwan: da allora rappresentanti militari delle due parti hanno tenuto 16 colloqui che hanno portato al disimpegno bilaterale dall'area due mesi fa.

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