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Argentina: ultimo saluto a Hebe de Bonafini, "gladiatrice" delle madri di Plaza de Mayo

Presenti organizzazioni sociali e buona parte del popolo argentino

Da un paese massacrato e portato nell'abisso da poteri occulti ed oscuri, come appunto l'ultima dittatura civico, militare, ecclesiastica in Argentina, sono emerse delle luci. Luci che hanno combattuto in prima linea per smascherarli e far sapere loro che non avrebbero trionfato, perché l'odio e le tenebre, alla fine, non trionfano mai. Ed una di quelle luci era una delle fondatrici delle Madri di Plaza de Mayo: Hebe de Bonafini. Donna gladiatrice, presidente dell'organizzazione fino alla fine, con i suoi 93 anni. Il pomeriggio del 24 novembre scorso organizzazioni sociali, Madri di Plaza de Mayo, rappresentanti politici del governo, rappresentanti di “Curas en Opción por los Pobres”, artisti e gran parte del popolo si sono dati appuntamento in Plaza de Mayo per rendere omaggio a Hebe, deceduta sei giorni fa.
L'atto è iniziato in una giornata molto calda, quando sono arrivate i membri di Madri di Plaza de Mayo, cosa che ha suscitato profonda emozione e allo stesso tempo gioia e tristezza. Tutti sentimenti mescolati insieme.
Le madri hanno sparso le ceneri di Hebe de Bonafini nel giardino centrale della piazza. Come lei stessa aveva chiesto. Desiderio rispettato in una cerimonia in suo omaggio, seguita da un piccolo rituale da parte dei sacerdoti dell’organizzazione “Curas en Opción por los Pobres” attraverso un canto, per poi proseguire con la ormai consueta ‘ronda’ (marcia) dei giovedì delle Madri di Piazza di Maggio. Ronda che questa volta si è svolta per le strade e non nel piccolo e abituale spazio della passeggiata pubblica.
Durante il sentito omaggio, alcune delle Madri presenti hanno espresso parole di ringraziamento. Tra queste, María Domínguez della sede di Mendoza ed Irene Chueque di Mar del Plata, Carmen Arias e Sara Mrad.

María Domínguez: “La lotta nella quale lei ha saputo condurci in questi 45 anni, è immensa”
“Cara Hebe: non è stato dolore, ma una sorpresa. Seguita da una sensazione di tristezza, ma che si è dissipata rapidamente. La lotta nella quale ci ha saputo condurre in questi 45 anni, è immensa. Chiamare le cose per nome quando è il momento di farlo, richiede molto coraggio che si può sostenere solo con la coerenza”, ha affermato María Domínguez, con profonda emozione, ricevendo l'applauso e l’affetto del pubblico presente.
“La vita dei nostri figli non cambierà per denaro”, ha aggiunto Dominguez alludendo alle parole di Hebe, riguardo al risarcimento economico proposto dallo Stato.


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Irene di Chuque: “Hebe era davanti a noi, ci guidava”
“Siamo qui con la forza di Hebe, con le parole e i discorsi che ci ha lasciato, che ci hanno segnato ieri, oggi e sempre. Ricordiamo le parole, i discorsi che ci guideranno da ora in avanti. Hebe era davanti a noi, ci guidava, ci dava forza ed affetto, ci insegnava la solidarietà, a pensare all'altro”, ha detto con emozione Irene, dell’associazione Madri di Mar del Plata.
“La politica non è la strada per ottenere una carica, ma per costruire un progetto politico, affinché la distribuzione della ricchezza rimanga al popolo. Dove la vita sia vita, dove garantiamo che i bambini siano felici e questo significa onorare Hebe. Grazie Hebe, non ho parole, mi hai insegnato tutto. Grazie compagna”, ha concluso.

Sara Mrad: “Sento che Hebe è quel fuoco infinito, accesso con passione rivoluzionaria”
“Non è semplice parlare in questa piazza, perché abbiamo i nostri corpi stretti in questo abbraccio. Per abbracciare Kika, che decise di essere Hebe per convertirsi nella voce dei nostri figli che non hanno voce, ma per essere anche la voce di tutti coloro che non hanno voce, perché vivono ai margini di una società ingiusta”, ha espresso la madre Mrad, di Tucumán.
“Perché vivono sull'orlo di un precipizio di emarginazione dove gli unici privilegi che hanno sono l’assenza di assistenza sanitaria e dell’educazione”, ha aggiunto ancora con fermezza.  


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“Dicono che nella natura ci sono quattro elementi che sono la terra, l'acqua, l'aria ed il fuoco. Io sento che Hebe è la terra, quella terra che vede la lotta per i nostri figli. Sento che è l'acqua che inumidisce quella terra affinché il seme germogli, sento che è l'aria che respiriamo nelle piazze e sento che è quel fuoco infinito, accesso con passione rivoluzionaria”, ha commentato la madre tucumana, in una bellissima poesia.
“Il lascito di Hebe è quello di continuare con la lotta, quell'enorme responsabilità che tutte noi abbiamo di riuscire a costruire quella patria giusta, libera, sovrana, ugualitaria ed equa”, ha concluso Mrad.

Carmen Arias: “Eternamente grata alle madri e ad Hebe”
“Vorrei prometterglielo - riferendosi a Hebe - e riuscire a mantenere il nostro impegno a continuare a lottare con quello che lei ci ha insegnato e che i compagni ci aiuteranno. Faremo il possibile per continuare. Eternamente grata alle madri e ad Hebe”, ha detto la madre Carmen Arias.
Ad una referente storica e mondiale dei Diritti Umani, che iniziò la sua lotta quando i poteri tirannici e occulti le strapparono due dei suoi tre figli, Raúl e Jorge – ancora oggi desaparecidos -, la nostra più sincera gratitudine.
Speriamo con ansia che le nuove generazioni costruiscano progetti e percorsi in base alla tua eroica lotta. Hebe, sarai sempre presente.

Foto © Antimafia Dos Mil 

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