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L’arresto di Carmine Maiorano nella città di Guernica, Buenos Aires, ha confermato quello che, a bassa voce, ma con ferma convinzione, sostengono coloro che indagano sulle mafie in ogni angolo del pianeta. ‘Conclusion’ è stato il primo mezzo stampa della città ad informare sul legame della 'Ndrangheta con il narcotraffico locale e transnazionale.

La presenza della mafia calabrese in Argentina, più precisamente della 'Ndrangheta, non è motivo di stupore per chi raccoglie informazioni provenienti da diverse indagini sull'operato della stessa nel territorio. La lotta antimafia, la resistenza all'avanzare della logica mafiosa in ogni angolo della terra risale a moltissimo tempo addietro se consoderiamo che la mafia ha una storia di oltre due secoli. 

Da specificare che ci riferiamo alle mafie (Cosa Nostra, Camorra, Sacra Corona Unita e 'Ndrangheta) che, sebbene siano nate in Italia e hanno ben radicato in questo paese il loro potere, la loro ideologia si è estesa in tutto il mondo. Partendo da questa forte componente mafiosa la presenza di questi gruppi, già nei decenni ‘50 e ‘60 negli Stati Uniti tramite Cosa Nostra, la mafia italiana ha stabilito le proprie basi nel continente. 

La storia attuale ha da sé distrutto quell'alone di romanticismo che aleggiava intorno all’agire mafioso grazie alle diverse produzioni hollywoodiane che hanno voluto dargli quella connotazione. Oggi la comunità mondiale, sebbene la coscienza collettiva non goda di buona salute, ha potuto rendersi conto che l’azione mafiosa non può essere circoscritta al mondo cinematografico poiché la sua violenza e i suoi interessi sono ben lontani dall’essere una favola. Quando parliamo di mafia non facciamo riferimento a qualcosa del passato ma all’esatto  contrario. 

Oggi parlare di mafia significa parlare di un'organizzazione internazionale con profonde ramificazioni nella società civile. L’America Latina è un terreno fertile per molti elementi, la maggior parte di questi legati essenzialmente al narcotraffico. La produzione di cocaina e marijuana ha favorito un super sviluppo della criminalità imprenditoriale mafiosa che presenta connotati allarmanti, poiché non solo danneggia la salute di chi fa uso di droghe ma determina anche  danni nell’economica dei distinti paesi immersi in questo oscuro commercio. 

“L’economia, insieme ai sistemi di potere politico e giudiziario, sono parte di questa rete che corrompe e deteriora irrimediabilmente le istituzioni democratiche. È un grave errore pensare a queste come completamente incontaminate ed impermeabili di fronte a questo tipo di ideologie mafiose. Purtroppo la realtà è diametralmente opposta poiché l'infiltrazione della mafia nei sistemi finanziari, nei sistemi bancari e nella società attraverso le sue forze vive, è eclatante. Non dobbiamo quindi stupirci di quello che succede a Rosario ed in altri territori sudamericani come il Paraguay, più precisamente a Pedro Luis Caballero, solo per citare alcuni luoghi dove il narcotraffico internazionale è presente” ha detto il giornalista uruguaiano e direttore di Antimafia Dos Mil per l'America latina Jean Georges Almendras, dialogando con Conclusion. 


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Il direttore di Antimafia Dos Mil, Jean Georges Almendras © Our Voice


Parlare di mafia significa parlare di un sistema criminale e di morte poiché sono organizzazioni che, in un determinato momento della loro esistenza ed in base alla loro posizione riguardo altri elementi criminali locali o persone corrotte, possono scatenare una violenza raccapricciante. 

“Questo lo vediamo con chiarezza in Messico – ha detto Almendras - dove le esecuzioni dei sicari sono sconvolgenti. Riguardo all’arresto in Argentina di Carmine Maiorano, questo personaggio di 68 anni ci ricorda nuovamente che si tratta di un altro importante elemento della 'Ndrangheta, coinvolto specificamente nel traffico di cocaina a livello mondiale, con un giro d’affari notevole. Fa anche ricordare agli uruguaiani un personaggio di alto livello  rimasto latitante per molti anni e poi estradato in Italia, ovvero Rocco Morabito”. 

Chi investiga sui movimenti mafiosi da decenni non ha dubbi nel sostenere che è la 'Ndrangheta a gestire i voluminosi carichi di cocaina attraverso vari meccanismi che coinvolgono molte persone ed istituzioni. 

“La mafia calabrese ha esteso i suoi tentacoli in diversi territori attraverso flotte di navi e container. La via marittima è la strada prediletta per trasportare carichi in Europa. I fiumi, grazie all'esistenza della citata idrovia, continuano ad essere una delle rotte preferite dalla mafia. In ripetute occasioni sentiamo parlare di linee commerciali, come quella sopra menzionata, ma quello che si omette dire è che la grande maggioranza è inquinata, tossica e funzionale al sistema mafioso”, ha detto il direttore di Antimafia Dos Mil. 

Almendras sostiene che, quando si parla di rotte commerciali, non si fa riferimento a quali siano i prodotti trasportati, sia di importazione che di esportazione, poiché è impossibile pensare di commercializzare al di fuori delle pretese dei soggetti mafiosi. 

“Vengono addirittura adottate metodologie, regolamentazioni e scambi commerciali che funzionano indubbiamente come facciata, poiché la mafia fa le veci di un gran imprenditore un po’ in tutto il mondo. Attualmente il mondo si muove in base al valore assoluto del denaro ed è da lì che si  determina la vita politica di un paese. Ma per concludere  questa riflessione dobbiamo considerare che ci sono cifre veramente sconvolgenti; nel 2021, uno studio della divisione antimafia d'Italia, comunicò che il volume d’affari stimato della mafia supera ampiamente il 2% del PBI italiano, cioè supera i 38.000 milioni di euro l'anno”.

Un dato veramente sconcertante, che si aggiunge ad un altro proveniente dalla stessa unità di investigazione antimafia, ci dice che da solo il mercato della droga controllato, monitorato e supervisionato dalla 'Ndrangheta, genera un introito di 560.000 milioni di euro nel mondo. 

“A questa esorbitante cifra bisognerebbe aggiungerne una ancora maggiore, poiché gli attivi di questa organizzazione arriverebbero a 8.300 miliardi di euro a livello mondiale e a 400.000 milioni solo in Italia. Ecco perché la presenza di personaggi come Rocco Morabito in Uruguay e Carmine Maiorano in Argentina, rappresentano un aspetto sintomatico e, senza alcun dubbio, mentre noi siamo qui a dialogare, i loro sostituti stanno continuando la loro attività mafiosa. Anche l’assassinio del pubblico ministero paraguaiano Marcelo Pecci ci dice che sono stati elementi legati alla 'Ndrangheta a togliergli la vita”.

Come ultimo dato Jean Georges Almendras ha voluto ricordare che il magistrato antimafia italiano Nicola Gratteri è stato minacciato e condannato a morte proprio dal Sudamerica. 

“Chiaramente questo si deve al fatto che è stato il pubblico ministero, che vive blindato per le minacce ricevute, insieme ad altri organismi come l’FBI a scoprire i movimenti della mafia calabrese in Sudamerica e quindi ha anche individuato gli elementi locali del crimine organizzato legati alla 'Ndrangheta, che di conseguenza lo hanno condannato a morte. Questo dimostra la portata internazionale della problematica che  supera ampliamente  i confini dell'Italia. Non è più ormai solo in Paraguay, Colombia e Messico, ma nell’America Latina tutta perchè  nel suo insieme è terra fertile per il libero agire della mafia”.
(12 Novembre 2022)

*Per gentile concessione di Alejandro Maidana del quotidiano Conclusión 

Foto: it.depositphotos.com

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