Il corteo dopo lo scandalo delle ong con i migranti costretti a bordo per giorni. Our Voice: “Governo disumano, noi in piazza per le migliaia che hanno perso la vita quest’anno”
“Solidarietà e accoglienza, è questa la nuova resistenza”. Si è aperto così il corteo avvenuto sabato pomeriggio, in risposta alle azioni del governo che hanno tenuto centinaia di migranti bloccati a bordo delle navi Humanity1 e GeoBarrents nel porto di Catania.
A distanza di una settimana circa la società civile ha deciso di scendere nelle varie piazze d’Italia, anche in quelle di Catania, la città in cui alle ong è stato impedito di far scendere i naufraghi salvati nel mezzo del Mediterraneo.
Il corteo composto da numerose associazioni provenienti da varie parti della Sicilia, dai giovani studenti e da altri migranti ha attraversato la città avanzando le proprie richieste, prima su tutte quella di avere i “porti aperti” in modo che non si debbano più verificare disumanità come quelle accadute nelle scorse settimane.
“Ciò a cui abbiamo dovuto assistere in questi giorni non è solo disumano, è violento, è sadico, è razzismo ed è xenofobia”, a dirlo uno dei manifestanti Thierno Mbengue, membro del movimento culturale Our Voice.
Il giovane ha poi continuato così: “Noi non stiamo scendendo in piazza solo per quelle centinaia di vite che fino a martedì scorso erano bloccate a largo di queste coste, noi scendiamo in piazza per quelle migliaia e migliaia di persone che la vita già l’hanno persa, o che la perderanno in questo anno a causa delle politiche migratorie Italiane.”
Nel suo emozionante intervento, il giovane attivista oltre che denunciare l’illegalità delle azioni del Governo che “hanno violato i trattati internazionali di solidarietà e accoglienza a cui l’Italia aderisce”, ha sottolineato come l’Italia attraverso le sue decisioni stia rischiando di ricreare una situazione (in materia di migrazione) analoga a quella del 2019, quando l’allora ministro degli Interni Matteo Salvini fece emanare i decreti sicurezza, che portarono poi all’avvenimento degli eventi accaduti sulla nave di salvataggio Open Arms per certi versi identici a quelli avvenuti a bordo della Geo Barrents e della Humanity 1.
Il Corteo di questo sabato non è stata l’unica protesta, anche a Milano infatti sono state molteplici le manifestazioni che hanno provato ad attirare l’attenzione pubblica sui fatti accaduti, mentre invece a Tolone in Francia la società civile ha deciso di intraprendere azioni militanti per accogliere la prima nave ong carica di migranti arrivata nella nazione, la Ocean Viking, nave a cui il neogoverno Meloni ha impedito l’accesso nelle acque territoriali Italiane proprio la settimana scorsa.
È evidente grazie a queste contestazioni che la cittadinanza italiana così come quella europea, si trovi in netto disaccordo con le politiche profondamente segnate da razzismo e xenofobia che ancora una volta hanno puntato i riflettori sulla questione migratoria.
Le parole disperatamente gridate in queste piazze sono state parole forti, intrise di uno straziante dolore. Che ogni giorno i giovani ragazzi vivono all’ascolto delle notizie delle morti che quotidianamente avvengono nel Mediterraneo centrale.
Una sofferenza dovuta alla discriminazione e alla marginalizzazione che questa società infligge ai “diversi”.
Foto © Our Voice
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