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I serbi residenti in Kosovo chiedono di incontrare urgentemente Vuvic

Si aggrava la situazione nella regione dell’ex-unione sovietica. Nei mesi scorsi Pristina aveva annunciato l’obbligo, entrato in vigore il 1° settembre per tutti i serbi residenti in Kosovo, di cambiare la propria targa serba con quella kosovara, lasciando alla minoranza del paese, tempo fino al 31 ottobre prima di apportare la modifica.  Gli esponenti diplomatici europei all’inizio erano fiduciosi di trovare una soluzione in questo periodo di transizione e far giungere nuovamente Pristina e Belgrado a un accordo evitando così tensioni che sarebbero potute sfociare in un conflitto. Adesso il tempo di transizione è alla fine e iniziano a salire le prime tensioni nella regione.

I serbi residenti in Kosovo, uniti nel partito della Lista serba, hanno richiesto un incontro immediato con il presidente di Belgrado nel tentativo di trovare una soluzione. “A nome del popolo serbo del Kosovo e Metohija, a causa della dichiarazione di Albin Kurti che dal 1° novembre inizierà a confiscare le proprietà dei nostri cittadini e le auto con targa serba, noi, i rappresentanti politici dei serbi del Kosovo e Metohija, richiediamo un incontro urgente con il presidente Aleksandar Vucic”.

Le azioni violente dichiarate contro il nostro popolo da parte di Kurti, soprattutto nel nord del Kosovo e Metohija - ha continuato il movimento - suscitano paura e preoccupazione, pertanto è urgente incontrarsi e concordare come preservare la pace e la sicurezza dei cittadini, nonché gli interessi vitali del nostro popolo, perché è chiaro a tutti che il nostro popolo non accetta i passi unilaterali di Pristina, il cui obiettivo è espellere tutto il serbo da questo territorio”.

Venerdì scorso gli esponenti politici occidentali, in particolare gli ambasciatori di Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Francia e Italia, e l’esponente dell’Unione Europea a Belgrado Emmanuel Jofre sono stati ricevuti da Aleksandar Vucic. I politici occidentali hanno consegnato a Vuvic un documento in cui esprimevano la loro preoccupazione su una violazione della stabilità del Kosovo. L’amministrazione di Belgrado riguardo l’incontro ha dichiarato: “Gli ambasciatori hanno presentato al presidente Vucic un documento congiunto in cui esprimevano la loro preoccupazione per una possibile interruzione della stabilità nella regione, prima della scadenza per la re-immatricolazione delle auto con targa serba in Kosovo e Metohija”. Il presidente serbo Aleksander Vuvic ha mostrato la sua preoccupazione riguardo la situazione sempre più critica e ha sottolineato come “La Serbia si è impegnata nel dialogo come modo per risolvere questioni aperte, a beneficio dei serbi e degli albanesi che vivono in Kosovo e Metohija” e ha posto l’accento sul fatto che “Finora sono nate tensioni per le mosse unilaterali di Pristina e per il mancato rispetto da parte di Pristina dei termini dell'accordo di libera circolazione mediato dall’UE”.

Secondo le autorità di Belgrado a inizio settembre solamente due persone avevano effettuato il cambio di targa e già il 20 settembre, durante questa transizione, Pristina ha schierato nel nord del Kosovo, regione a prevalenza serba, veicoli blindati e cecchini ROSU (unità speciale del Ministero degli Affari Interni). I serbi residenti nella regione a replica dello schieramento militare hanno bloccato la strada in prossimità dei due posti di blocco Yarine e Brnak, nonostante il tentativo delle forze kosovare di disperderli con lacrimogeni hanno mantenuto la posizione.

Foto: it.depositphotos.com

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