Our Voice: “Ogni giorno l’Italia viola l’articolo 11 della Costituzione, e lo viola con l’adesione alla NATO”
L’Italia si mobilità ancora per fermare la follia di un’escalation che rischia di gettare l’intera umanità nel baratro. Questa volta ad Aviano, il 22 ottobre in piazza Duomo dalle ore 16,30 una forte partecipazione popolare, capitanata dalla coalizione nazionale Europe for Peace, con l’adesione di centinaia di organizzazioni, laiche e religiose, della solidarietà, culturali e sindacali, ha lanciato un forte appello affinché in Ucraina tacciano le armi e si ritorni ai negoziati subito.
Vaste le adesioni che comprendono: ACLI - ANPI FVG, ARCI “Arcipelago”, l’ARCI “Tina Merlin Montereale Val, ARUM aps Udine, l’Associazione Immigrati Pordenone, l’Associazione Italia-Cuba, i Beati i costruttori di pace, CGIL FVG, il Centro di Accoglienza E. Balducci di Zugliano, CNCA FVG, il Comit. Perman. Per la Pace-Gorizia e Nova Gorica, Comit. pop. Veneto contro la guerra e per la pace, Comitato Stop Ttip Udine, FLC Cgil FVG, Coop. Piccolo Principe Casarsa, Donne in Nero – Nero, LIBERA, Presidio di Casarsa/S. Vito al T., MetaCometa FVG, Pax Christi- Gorizia, Progetto RispettAMI, Rete DASI FVG, Rete Radiè Resch – Udine, Salaam Ragazzi dell’Olivo, Tavola reg. per la Pace ed il Movimento Our Voice.
Un evento caratterizzato da una forte impronta artistica, con interventi intervallati dalle performance musicali dei cantautori Paolo Michelutti e Pablo Perissinotto che hanno galvanizzato la piazza con brani antibellicisti.
“L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa ed ha già fatto decine di migliaia di vittime e si avvia a diventare un conflitto di lunga durata con drammatiche conseguenze per la vita e il futuro delle popolazioni ucraine, ma anche per l’accesso al cibo e all’energia di centinaia di milioni di persone, per il clima del pianeta, per l’economia europea e globale”. Così ha introdotto la manifestazione l’attrice Federica Guerra, citando il comunicato ufficiale di Europe for Peace, che chiede la cessazione immediata delle ostilità, avviando un processo negoziale, ancora osteggiato da parte degli stati, delle istituzioni internazionali e multilaterali.
Si è ribadito che non ci può essere alcuna pace inviando armi, ma solo altra sofferenza per la popolazione civile che andrà a moltiplicarsi a tempo indeterminato. L’idea stessa di vincere la guerra contro una potenza nucleare rasenta la follia se teniamo conto del fatto che non potrà esserci vittoria per alcuno in un’ipotetica guerra atomica. Secondo una simulazione del programma "Science and Global Security" (SGS) dell'Università di Princeton, la "fase uno" di un conflitto atomico vedrebbe la Russia tentare di eliminare le basi Nato in tutta Europa con 300 testate e in poche ore vi sarebbero circa 90 milioni di morti. Uno scenario, quello descritto, potenzialmente realizzabile nel peggiore degli esiti di una guerra, a cui il popolo italiano ha dimostrato di non voler prender parte.
“La popolazione italiana - continua il comunicato di Europe for Peace- nonostante sia sottoposta a una massiccia propaganda, continua ad essere contraria al coinvolgimento italiano nella guerra e a chiedere che si facciano passi concreti da parte del nostro governo e dell’Unione Europea perché sia ripresa con urgenza la strada dei negoziati”.
A dare concretezza sui potenziali rischi che coinvolgerebbero il nostro paese in caso di guerra, c’è proprio l’omonima base di Aviano, sede del principale comando dell’Us Air Force in Europa, che secondo un rapporto statunitense del Natural Resources Defence Council, conserverebbe ben 50 bombe atomiche B61-4 di potenza variabile tra 45 e 107 chilotoni, rendendo di fatto l’intera regione un obiettivo sensibile in caso di guerra nucleare. Secondo la Federazione degli Scienziati Americani inoltre, entro il 2022/2023 le obsolete bombe nucleari B61 saranno sostituite con le nuove B61-12, teleguidate e progettate per penetrare i bunker dei centri di comando del nemico. Questi ordigni, abbinati ai nuovi caccia F35, secondo il colonnello dell’U.S Air Force responsabile del Comando per il combattimento aereo e della divisione per la deterrenza strategica e l’integrazione nucleare Daniel Jackson costituiscono una capacità di livello strategico che si aggiunge a quella del bombardiere B-2, l’aereo stealth sino ad oggi prominente per l’attacco nucleare.
“C’è rischio di un'ulteriore espansione del teatro bellico con l’uso di armi nucleari che tanto più deve preoccupare il nostro territorio con la presenza mai smentita di ordigni nucleari nella base USA di Aviano”, ha affermato nel merito Loris Parpinel, a nome dell’Anpi regionale.
“Sin dal 2014, quando è deflagrato il conflitto nel Donbas - ha continuato Parpinel - con imprevedibile rischio di una guerra nel cuore dell’Europa come poi effettivamente avvenuto sentiamo ogni giorno i portavoce degli establishment di parte occidentale parlare di armi, di strategie militari… della folle eventualità dell’uso di armi nucleari… l’unica personalità a parlare di pace è Papa Francesco”.
Da menzionare in questo senso l’ultimo angelus di Papa Bergoglio dedicato interamente ad un forte appello affinché si realizzi un cessate il fuoco.
“A tutti coloro che vogliono far passare l’idea che questa guerra e i suoi possibili esiti nucleari sia qualcosa di inevitabile noi diciamo no, non in nostro nome… nel rispetto dell’articolo 11 della costituzione, che ripudia la guerra senza se e senza ma, l’unica ragionevole via per sbloccare questa drammatica situazione è quella di perseguire ogni modo per giungere ad un negoziato tra le parti in conflitto”, ha continuato il rappresentante dell’Anpi.
A conclusione dell’evento si è svolta una performance artistica del movimento Our Voice, dove i figuranti in lotta, rappresentanti le superpotenze nella loro volontà di predominio, legano e brutalizzano un personificatore del popolo. Uno scontro che si conclude con lo sguardo atterrito dei tre rivolto al cielo, che apre lo scenario all’olocausto nucleare finale che non vede vincitori. Tutti i figuranti cadono rovinosamente a terra, mentre il silenzio funereo del fallout radioattivo rompe ogni dinamismo.
La performance è stata accompagna da un intervento di denuncia dell’attivista di Our Voice Francesco Ciotti, che ha descritto come quello dell’Ucraina sia un conflitto il cui scoppio vede responsabilità di entrambi gli schieramenti: gli Stati Uniti hanno infatti finanziato un colpo di stato a Kiev del 2014 che ha portato al potere forza golpista anti russa. Gruppi neonazisti hanno ottenuto ministeri nel governo e sono stati inglobati all’interno delle forze armate; eccidi e violenze sono stati perpetrati contro la popolazione russa del paese, come avvenuto nella drammatica strage di Odessa del 2 maggio 2014, dove decine di russi furono picchiati, bruciati vivi e freddati con un colpo di pistola nella Casa dei Sindacati della città. È proprio da quell’anno che è iniziata una guerra contro le popolazioni del Donbass a maggioranza russa, che non riconoscevano il governo golpista e invocavano l’indipendenza. Dopo 8 anni Putin, complice anche l’espansionismo della Nato ai suoi confini, ha deciso di muovere le truppe in Ucraina, violando il diritto internazionale.
“Siamo contrari alla risposta bellica della Russia.. Siamo contrari all’uccisione di civili da entrambe le parti... Siamo contrari a questa classe politica e bancaria!!.. che abbiamo accettato e che ha creato artificiosamente questa gravissima crisi economica che ci sta affossando! E che creerà ancor più disoccupazione, fame, sofferenza di quanta oggi ne possiamo vedere…
Siamo contrari alla volontà di predominio dell’Occidente! Che da decenni impone lo sfruttamento e la propria egemonia attraverso guerre create a tavolino, Volte a destabilizzare i Paesi non allineati.. Come accaduto in Iraq,… in Jugoslavia, ….in Afghanistan,… in Libia, …in Siria,… e infine in Ucraina!Siamo contrari alla guerra!… vogliamo popoli collaborativi, nella loro diversità, vogliamo un mondo multipolare, che lasci spazio a chiunque di esprimersi, e che abbandoni una volta per tutte la ricerca della sopraffazione! Siamo contrari al continuo aumento delle spese militari del nostro Paese, che crescono mentre gli italiani e le italiane muoiono di fame, non hanno lavoro, non hanno un sistema sanitario che regga, o un’istruzione degna!”, ha sostenuto con forza il Movimento Our Voice nel suo appello finale.
Deciso è stato anche l’intervento dell’attivista Marta Capaccioni nella piazza di Palermo, in Sicilia, terra che fra le numerose installazioni belliche ospita il MUOS, (Mobile User Objective System) un sistema di telecomunicazioni satellitari militari ad alta frequenza e a banda stretta, gestito dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. La struttura è composta da quattro satelliti e quattro stazioni di terra, una delle quali collocata all’interno della riserva naturale Sughereta. Il MUOS svolge la funzione di smistare le comunicazioni militari delle forze navali, aeree e terrestri statunitensi in ogni parte del mondo. Tale ruolo rende inevitabilmente il nostro Paese un possibile obiettivo sensibile in caso di attacco terroristico.
“Noi cittadini non abbiamo chiesto questa guerra, così come tante altre guerre oscurate dai media nazionali e internazionali. Ogni giorno violiamo l’articolo 11 della nostra Costituzione, e lo violiamo con la nostra adesione alla NATO, un’organizzazione militare nata non in funzione di difesa ma di attacco alla libertà di altri popoli, lo violiamo continuando ad alimentare il conflitto in Ucraina invece di imporci come mediatori di soluzioni diplomatiche e di pace, lo violiamo spendendo venticinque miliardi di euro in spese militari per favorire interessi di Stati Uniti e NATO a fronte di vergognosi tagli alla spesa pubblica che stanno facendo sprofondare nella povertà e nel disagio sociali milioni di famiglie italiane”. E ancora: “Lo violiamo finanziando e stringendo accordi di collaborazione militare con regimi dittatoriali come Israele, ipocritamente descritto come la più avanzata democrazia del Medio Oriente e che occupa da ormai più di settanta anni la Palestina con uno dei più sanguinari regimi di oppressione della storia”. E poi, soffermandosi sulla costruzione di basi militari statunitensi nel territorio siculo: “In Sicilia abbiamo permesso che venisse costruito il MOUS, una base militare statunitense ad altissimo inquinamento ambientale ed elettromagnetico, da cui sono partiti e continuano a partire gli ordini di attacco militare di tipo convenzionale, chimico e nucleare. Nei giorni scorsi è stato firmato un contratto per potenziare la base di Sigonella, (sempre in Sicilia), per assicurare al Pentagono la trasmissione di ordigni di tipo nucleare. Oggi più che mai c’è bisogno di costruire alleanze, perché la guerra tocca tutti e tutte, e soprattutto, abbiamo il dovere di difendere una Costituzione nata dal sangue dei partigiani che in prima persona hanno vissuto gli orrori della guerra”.
Foto © Our Voice/Pietro Calligaris
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