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Our Voice: “Né le pallottole né il fumo fermeranno la primavera”

In Argentina e nel mondo intero ricordiamo come “la Notte delle matite spezzate” il caso riguardante giovani militanti politici, di entrambi i sessi, che a La Plata, all'alba del 16 settembre 1976, furono sequestrati nei loro domicili da ‘grupos de tareas’ (militari in borghese) della repressione argentina, per essere poi trasferiti in centri di reclusione clandestini. I giovani avevano precedentemente partecipato ad una marcia di protesta contro l’abolizione del ‘boleto escolar’ (tessera che garantiva uno sconto sui trasporti e libri). I loro nomi: María Clara Ciocchini, Claudia Falcone, Claudio de Acha, Daniel Racero, Horacio Húngaro e Francisco López Muntaner. Più tardi la stessa sorte toccò allo studente Pablo Díaz, unico sopravvissuto, la cui testimonianza è stata acquisita nel processo contro le Giunte Militari con l’instaurazione della democrazia.
Con queste parole chiudeva il suo articolo Emilia Cardoso per Antimafia Dos Mil nel 41º anniversario dell’indimenticabile ‘Notte delle matite spezzate”.
Tutta la l'Argentina si è mobilizzata lo scorso 16 settembre, uniti in una memoria collettiva e studentesca che prende vita in ogni rivendicazione, in ogni manifestazione, in ogni richiesta ed ogni lotta che gli studenti portano avanti.
Quest’anno, in suo ricordo e sul piede di guerra per le stesse rivendicazioni di oltre quaranta anni fa, il Movimento Culturale Internazionale Our Voice era a Rosario, insieme a lunghe colonne di manifestanti. Migliaia di persone si sono mobilitate a partire dalle 17:30, partendo da Piazza San Martin fino al Monumento alla Bandiera, dove hanno rinnovato il loro impegno sociale ed il ricordo degli studenti assassinati quel 16 settembre a La Plata, Buenos Aires.
Our Voice ha manifestato insieme alle organizzazioni di diritti umani: APDH (Assemblea Permanente per i Diritti umani), e HIJOS (figli di detenuti desaparecidos in Argentina), Centri di Studenti liceali, Unione di Studenti di Secondaria (UES), Franja Morada tra altre.
In prima fila i ragazzi della Secondaria, che precedevano di alcuni isolati il resto dei manifestanti. Dietro di loro, altri studenti e universitari, seguiti dalle organizzazioni sociali e infine dai partiti politici.


manifestazione dittatura arg ov


Qualche minuto prima di dare inizio alla marcia, nella Piazza San Martin, i giovani artisti di Our Voice hanno eseguito una performance per ricordare la violenza vissuta dai giovani in quegli anni dove la dittatura iniziava a mostrare il suo lato più selvaggio in Argentina; violenza che si perpetua ancora oggi proprio a Rosario, dove ogni giorno muoiono persone assassinate dal narcotraffico, dalla narcopolitica, dalla narcopolizia e narcoeconomia.
I giovani di oggi non soffrono solo la violenza delle pallottole, ma anche della droga, dell'esclusione sociale e emarginazione che li consegna nelle mani di gente che desidera reclutarli per produrre denaro a costo delle loro vite. E anche la corruzione di un sistema agricolo in connivenza con governanti regionali che distrugge ecosistemi e danneggia la salute degli abitanti di Rosario e di tutta la regione, colpita dagli incendi provocati dagli imprenditori nelle zone umide del fiume Paraná.
Una guerra contro la natura a spese, sempre, del popolo. Con il consenso e la complicità, come sempre, di funzionari pubblici che permettono qualsiasi cosa per favorire i loro interessi.
“Né i proiettili né il fumo fermeranno la primavera”, si leggeva sullo striscione che i ragazzi di Our Voice portavano il pomeriggio del 16 settembre. E nel suo intervento, un uomo con abito nero ed un cappuccio nel migliore stile Ku Klux Klan, teneva legato un giovane mantenendolo a distanza da un gran libro che l'uomo aveva con sé. Una rappresentazione degli studenti, del potere e di cosa significa avere il potere, come un boia.
Durante la marcia, tra i canti intonati ce n’era uno che è oramai un classico tra gli studenti della secondaria che reclamano da sempre un biglietto ad un prezzo accessibile per coloro che non hanno possibilità di fare un abbonamento per i viaggi: “Questo, questo, questo, il biglietto ad un peso”, dimostrando che le rivendicazioni sono le stesse da decenni ma i governanti ed i potenti cercano ancora di contenere, non risolvendo alcuna rivendicazione,  alcuna necessità.
Per questo motivo, le mobilitazioni, le marce, gli interventi artistici e le denunce giornalistiche sono molto necessarie. Perché è la voce del popolo, di fronte ad un potere che non vuole ascoltare.
Ma che non potrà nascondersi per sempre.

Foto © Juan Colarusa Our Voice/Antimafia Dos Mil

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