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L'attentatore si è rifiutato di dichiarare

Contro ogni aspettativa, il vicepresidente Cristina Fernández di Kirchner, dopo il traumatico attentato di giovedì scorso, è scesa nuovamente in piazza. Meno di 24 ore dopo l'attacco, Cristina è uscita dalla sua abitazione a La Recoleta per salutare le persone in veglia da diversi giorni attorno a lei, cercando senza dubbio di trasmettere calma ad un paese che istituzionalmente, sia dal governo che dall'opposizione, fa acqua da tutte le parti.

Il caso, come abbiamo già riferito sulle nostre pagine, è nelle mani del giudice federale María Eugenia Capuchetti, che sta analizzando i dati tecnici a sua disposizione per avere una visione il più ampia possibile sulla situazione. 

Per prima cosa dobbiamo dire che la vicepresidente ha prestato dichiarazione al Tribunale, ma per ragioni comprensibili, lo ha fatto dal suo domicilio e non in sede giudiziale, una possibilità consentita dalla legge. Il giudice ha riferito alla stampa che Cristina “in nessun momento si è resa conto dell'attacco. Lo ha appreso quando è uscita dal suo appartamento”. Una dichiarazione che coincide pienamente con le prime informazioni fornite dal nostro mezzo. 

In secondo luogo, l’attentatore, identificato come Fernando Sabag Montiel, non ha rilasciato dichiarazioni. Al momento gli è stato assegnato un avvocato di ufficio, Juan Martín Hermida. Numerosi studi di avvocati hanno offerto i loro servizi, cosa che contribuirebbe a dare “trasparenza” al processo. Ricordiamo che il presidente della Nazione in conferenza stampa, ha disposto che l'integrità fisica dell'accusato sia protetta. A questo proposito, nelle ultime ore di venerdì, il giornalista Paulo Kablan, ha riferito alla rete televisiva C5N, che l'aggressore aveva i segni di essere stato colpito con un pugno in faccia, durante la colluttazione che ne è seguita quando i manifestanti lo hanno bloccato. 

L'arma
Uno dei dettagli più attesi dalla stampa era la perizia sull'arma, in particolare se fosse in condizione di sparare o se per qualche motivo fosse fuori uso ed obsoleta. In questo senso i periti sono stati categorici, l'arma funzionava perfettamente e il colpo non è partito perché, non avendo l'aggressore premuto il caricatore, il proiettile non è entrato in canna. Ovviamente le perizie e l’eventuale testimonianza dell'accusato dovranno confermare se ciò è dovuto ad un errore o se, al contrario, l'aggressore intenzionalmente non ha caricato l'arma in quanto interessato a commettere un attentato non letale. Altri dati confermati sull’arma riferiscono che si tratta di una pistola Bersa calibro 32. Nonostante la numerazione dell'arma sia parzialmente consumata, è stato possibile rilevare che apparteneva legalmente a Mariano Álvarez, un vicino di Sabag Montiel ormai deceduto.

Durante la notte il giornalista Gustavo Silvestre è riuscito a dialogare con due testimoni fondamentali, due dei manifestanti che si trovavano sul luogo dei fatti e hanno visto l'attentato in prima fila. Per primo, un ragazzo che Cristina stava accarezzando sul viso al momento dell'attacco di nome Javier. Nella sua dichiarazione ha confermato, senza avere dubbi, che l’assalitore “ha premuto il grilletto due volte”. Ne è seguita la testimonianza di un altro uomo di nome Federico il quale ha affermato di essere stato una delle persone che ha fermato l’attentatore. Ha aggiunto anche di aver messo il piede sull’arma caduta a terra, affinché nessuno la toccasse fino all’arrivo della polizia.


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Le perquisizioni
Al momento sono state realizzate due perquisizioni in due appartamenti legati all’assalitore.  Uno a nome di Sabag Montiel, nella Città Autonoma di Buenos Aires, che sarebbe appartenuto a sua madre. L'altro è un piccolo appartamento a San Martin, dove le autorità sono giunte dopo che il proprietario, vedendo la stampa, denunciasse che l’uomo era suo inquilino da otto mesi. Qui sono state sequestrate due scatole di proiettili calibro 7,65 di due lotti differente, uno di inizi anno 2000, l'altra un po' più recente. Non è stato ancora verificato che i cinque proiettili caricati sull’arma e raccolti sulla scena del crimine coincidano con quelli sequestrati durante la perquisizione. 

Sono stati sequestrati anche un laptop ed altri oggetti personali. Un dato curioso è il ritrovamento di due documenti di identità, un libretto di arruolamento a nome di suo nonno, Jacobo Sabag, ed un secondo documento che è un certificato di nascita con il timbro dello Stato brasiliano a nome di sua madre, Viviana Beatriz Sabag. Ovviamente, si attende sia confermata la veridicità e legalità di entrambi i documenti che, a onor del vero aiuterebbero a confermare l'identità dell'attentatore.

I video
Essenziale per far luce sul fatto, è il materiale audiovisivo disponibile, molto voluminoso. In primo luogo, i periti stanno analizzando i due video diffusi massivamente, uno è il primo diffuso dalla Televisione Pubblica girato da una diagonale in lontananza. Il secondo è un primo piano del vicepresidente nel momento in cui un pugno armato è puntato a pochi centimetri del suo viso. Allo stesso tempo, in questi due video si vedono le numerose telecamere e cellulari che hanno immortalato la scena da diverse angolazioni, e che senza dubbio permetteranno di confermare l'identità dell’assalitore. Sarà anche necessario realizzare la perizia di quanto registrato dalle telecamere di sicurezza nelle vicinanze del luogo del crimine, che aiuteranno a verificare il tragitto percorso dall’uomo durante la giornata. Informazione che sarà accompagnata dalla geolocalizzazione  degli apparati di telefonia cellulare.

La maschera
Al momento l'investigazione riguarda il tentativo di omicidio aggravato dall'uso di arma da fuoco, il che implicherebbe una pena da dieci a quindici anni di prigione. Ad ogni modo non si esclude che si aggiungano altre ipotesi di reato o aggravanti come premeditazione, commozione pubblica o perfino femminicidio. Ricordiamo che il reato di omicidio non è contemplato dall’ordinamento giuridico argentino. E teniamo presente che l'accusato ha precedenti penali.

Foto di copertina: ellitoral.com.ar

Foto interna: reti sociali

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