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Per il pm era “a capo di una delle associazioni criminali più straordinarie della storia del Paese”

Ancora guai per Cristina Kirchner. Il pubblico ministero Diego Luciani ha chiesto una condanna a 12 anni per l'attuale vice presidente dell'Argentina ritenendola il vertice di un'associazione a delinquere dedita a truffare lo Stato pilotando appalti di opere pubbliche. Il pm ha chiesto anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e l'inibizione dei beni degli imputati per un ammontare pari a quasi un miliardo di dollari, cifra che corrisponderebbe alla stima dei danni perpetrati allo Stato attraverso il presunto "schema sistematico di corruzione" applicato negli anni tra il 2003 e il 2015. Nelle sue conclusioni Luciani afferma che non è applicabile "nessuna attenuante per i crimini commessi" nei confronti della ex presidentessa. "Oggi più che mai la società reclama giustizia, una sentenza esemplare può essere il primo passo nella restaurazione della fiducia nelle istituzioni", ha concluso il pm. Poche ore prima che Luciani rendesse pubblica la richiesta di condanna la vice presidente aveva chiesto di essere nuovamente sentita dal tribunale a partire dal rilevamento di alcune presunte irregolarità processuali. "A fronte della mancanza di prove emersa nel dibattimento orale e delle dichiarazioni dei testimoni che hanno demolito la denuncia di (l'ex direttore dell'Ente autostrade) Javier Iguacel, i pubblici ministeri hanno introdotto nella loro accusa questioni che non erano mai state incluse (nel processo)", ha scritto oggi Kirchner in un messaggio sul suo profilo Twitter. "Per questo, con l'obiettivo di poter esercitare effettivamente il mio diritto alla difesa nel processo ho chiesto un'estensione della mia dichiarazione durante l'udienza di domani, 23 agosto" ha aggiunto.

Durante le nove giornate che si è riservato per la sua esposizione Luciani aveva accusato Kirchner di essere a capo di "una delle associazioni criminali più straordinarie della storia dell'Argentina". Il pm che conduce l'accusa ritiene di essere in presenza di una "associazione a delinquere piramidale" con al vertice gli ex presidenti Nestor e Cristina Kirchner e "che e' stato dimostrato che negli anni tra il 2003 e il 2015 (...) prima Nestor Kirchner e poi sua moglie, Cristina Fernandez de Kirchner, instaurarono e mantennero nel seno dell'amministrazione nazionale una delle matrici di corruzione piu' straordinarie che si ricordino nel Paese", ha affermato il pm. Il processo è iniziato a maggio 2019 e si stima che il Tribunale orale federale numero 2 arriverà a sentenza entro la fine dell'anno. La vicepresidente ha pubblicato a luglio un video critico sul suo account Twitter, sostenendo, ancora una volta, che il processo a suo carico si basa su una "causa contraffatta" e che il tribunale "ha già scritto e firmato la sentenza". Questo è finora l'unico dossier contro l'attuale vice presidente che ha raggiunto la fase dibattimentale. Il resto delle cause arrivate a questa istanza sono state archiviate in primo grado e attualmente al riesame della Cassazione. Il tribunale, composto dai giudici Jorge Gorini, Rodrigo Gimenez Uriburu e Andres Basso, ha fissato tre udienze settimanali (lunedì, martedì e venerdì) e la presentazione del pm si prolungherà quindi per tre settimane. Poi sarà la volta delle difese. Prima del pubblico ministero ha fatto la sua presentazione l'avvocato querelante dell'agenzia antiriciclaggio del governo (Unidad de informacion financiera - Uif), che ha desistito dall'avanzare con l'accusa e ha chiesto l'assoluzione di tutti gli imputati. Secondo la Uif “è dimostrato che non c’è stato nessun sovrapprezzo nelle concessioni di opere pubbliche analizzate" e che per questo motivo "sarebbe irresponsabile procedere con un'accusa". L'altra parte lesa che si era costituita inizialmente dal lato dello Stato, l'Ufficio anticorruzione (Oficina anticorrupcion - Oa), ha ritirato la querela. Tra i funzionari che sono sul banco degli imputati anche l'ex ministro della Pianificazione sotto i governi di Nestor e Cristina Kirchner, Julio de Vido, mentre dal lato imprenditoriale il principale accusato è l'amico di famiglia, Lazaro Baez, quasi esclusivo beneficiario degli appalti pubblici della provincia negli anni in considerazione.

Fonte: Agenzia NOVA

Foto: it.depositphotos.com

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