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La denuncia riguarda le ipotesi di "alterazione della scena (della morte) e ostruzione della giustizia"

A due anni dal suicidio mai chiarito in Colombia, il 15 luglio 2020, di Mario Paciolla, all'epoca cooperante dell'Onu, i suoi genitori, Anna Maria Motta e Giuseppe Paciolla, hanno presentato ieri a Bogotà una denuncia al Procuratore generale della Nazione, Francisco Barbosa Delgado, contro due funzionari dell'Onu, Christian Thompson e Juan Vasquez, e quattro agenti di polizia. La denuncia, sostenuta dall'Associazione Rete dei difensori dei diritti umani della Colombia, riguarda le ipotesi di "alterazione della scena (della morte) e ostruzione della giustizia".
Paciolla, napoletano di 33 anni, era un dipendente operativo della Missione di verifica delle Nazioni Unite in Colombia a San Vicente del Caguan, nel dipartimento di Caqueta, fu trovato morto all'interno della sua residenza, in una apparente condizione di suicidio, mai accettata dalla famiglia e dagli amici, che invece propendono per la tesi dell'omicidio. Il quotidiano colombiano El Tiempo, che sostiene di avere avuto accesso al testo della denuncia, ricorda che i genitori hanno ripetutamente dichiarato che Paciolla era "preoccupato per qualcosa che aveva visto, sentito o intuito", e che per questo "aveva deciso di anticipare il suo viaggio in Italia fissato, paradossalmente, per il giorno della sua morte". La denuncia, aggiunge il giornale, sostiene che il funzionario della Missione di verifica delle Nazioni Unite, Christian Thompson, sarebbe entrato nell'appartamento di Paciolla il 15 luglio, dopo aver convinto il proprietario colombiano a consegnargli le chiavi, trovando all'interno il cadavere del cittadino italiano. Successivamente Thompson sarebbe tornato nella residenza di Paciolla con un suo superiore dell'Onu, Juan Vasquez, ed avrebbe gestito personalmente le operazioni di recupero del materiale appartenente alla vittima, compito che sarebbe spettato ai quattro agenti presentatisi sul posto: Carlos Alberto Ceron Anacona, Yomer Josè Velandia Casallas, Cristian David Giraldo e Jesus Alberto Rada. I quattro hanno rinvenuto evidenti tracce di sangue su un materasso e in alcuni utensili, senza pero' prenderne possesso per uso della giustizia. Invece, insiste il documento, questo materiale è stato consegnato a Thompson e Vasquez, che li avrebbero gettati in una discarica pubblica.

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