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È successo nella provincia di Santiago Del Estero

“Per favore non continuare ad impicciarti di ciò che non ti riguarda”, dice la minaccia

Rubén Lassaga
è il sacerdote in carica della parrocchia di Nueva Esperanza, del dipartimento Pellegrini, località appartenente alla provincia di Santiago del Estero. Martedì 28 giugno la segretaria della parrocchia ha ricevuto sul suo cellulare una minaccia diretta al sacerdote “tramite lei vogliamo far arrivare un messaggio al signor sacerdote. I sentieri di montagna del dipartimento Pellegrini sono lunghi e solitari, e lui viaggia sempre da solo. Ma le strade sono piene di trappole. Per favore non continui ad impicciarsi di ciò che non la riguarda. La prossima volta non ci sarà un messaggio di avvertimento”. Lassaga fa parte del COPP (Gruppo di Cure nelle Opzioni Per i Poveri), e scaturisce proprio da qui la minaccia per il suo lavoro solidale con le comunità di contadini che vivono sulla montagna, che soffrono una continua sopraffazione per lo sviluppo del settore agroalimentare.
La piccola località di Nueva Esperanza è circondata da confini territoriali e a ovest confina con Tucumàn, al nord con Salta ed è vicina al confine con la provincia del Chaco. In questo luogo in cui una percentuale significativa della popolazione è costituita da contadini, questi ultimi subiscono le lobby dei proprietari terrieri del commercio agroalimentare, dove il confine agricolo si stringe sempre più.
L'organizzazione COPP si è immediatamente esposta nel difendere la persona ed il grande lavoro di solidarietà del sacerdote in un comunicato dal titolo “Le cause di una minaccia”. Con questo scritto afferma che le minacce sono la conseguenza “del fatto che lui accompagna il popolo contadino che continua ad essere oppresso da decine di anni”. Si riferiscono anche all'espansione del confine agricolo ed alla conseguente sofferenza dei popoli originari e contadini, “spazi che ieri erano disprezzati sono ora desiderati. Desiderati e sottratti. Ieri nessuno era infastidito se i contadini occupavano territori che erano visti come inservibili. Ma quando si è scoperto che potevano essere sfruttati, nonostante terra, acqua e aria fossero inquinati, quasi magicamente quella terra è passata ad avere degli usurpatori”.
“Con la complicità dei poteri giuridici e politici e attraverso la manipolazione mediatica coloro che ieri occupavano le terre in maniera pacifica fin dall'antichità oggi vengono presentati come usurpatori e delinquenti”,
hanno detto ancora i membri della COPP.
Riguardo la minaccia concreta “che non la riguarda" hanno affermato che di fronte agli innumerevoli soprusi la comunità contadina si era già organizzata "facendo sua, quindi, la causa dei contadini e degli indigeni e settori della Chiesa li hanno affiancati, hanno condiviso e sofferto e patiscono ciò che soffrono i dimenticati. E ci sono movimenti sociali, sacerdoti e tanti altri che vengono minacciati per “aver sposato la causa delle vittime”. Ciò “che non deve riguardare” ad un sacerdote è rimanere indifferente di fronte al dolore, all'ingiustizia, di fronte alla menzogna. Sarebbe come essere indifferente al Vangelo di Gesù e alla sua causa”.
Vogliamo dare un messaggio agli attori coinvolti, “al Potere Giuridico il cui proposito è la giustizia, al Potere Esecutivo, il cui obiettivo è il popolo, ai Mezzi di Comunicazione, la cui finalità è la verità e agli  usurpatori e ai violenti, che sono la causa della sofferenza di tanti e tante. Quando con Papa Francesco abbiamo insistito sul fatto che tutti dobbiamo avere un Tetto, Terra e Lavoro stavamo parlando di questo”.

Il sostegno di altre organizzazioni sociali
Il MOCASE - Movimento Contadino di Santiago del Estero – ha manifestato il proprio appoggio tramite il suo presidente Guido Corvalan che ha dichiarato "un uomo di chiesa, uno dei pochi, che si gioca la pelle sostenendo le famiglie contadine indigene della zona".
Inoltre il MOCASE ha ripudiato le minacce al sacerdote del COPP affermando che la minaccia è stata realizzata “nel miglior stile Mafioso” e ha evidenziato l'opera di solidarietà del sacerdote e la sua posizione nel territorio “ampiamente conosciuta sul monte di Santiago, come quella di altri sacerdoti che appoggiano le famiglie e le Organizzazioni contadine nel loro diritto alla terra, alla montagna, ad un ambiente sano, al loro modo di vivere in ogni territorio di Santiago, dalla Parrocchia dove deve rimanere, fedele referente del COPP nel suo impegno in favore della liberazione integrale delle persone”.
“Certo che i sentieri della montagna sono lunghi ma si sbagliano quando dicono che padre Rubén cammina da solo perché può contare sull'abbraccio e sull'appoggio dei suoi fratelli e sorelle del monte del nostro Santiago",
hanno aggiunto dal MOCASE.
Si riferivano anche al modello dei settori agroalimentari imperanti oggi in Argentina, “quel modello di soia, di grandi produzioni, oggi ci sta dimostrando che è dannoso per la salute, per la produzione e per l'ambiente.

La risposta del sacerdote
Rubén ha detto che “non succede solo a me, qui ci sono molte persone che sono state obbligate al silenzio e viviamo senza poter dire ciò che ci succede, raccontare ciò che succede nel territorio”. Lassaga ha poi informato di aver fatto una denuncia penale in ambito provinciale e federale.
Circa la minaccia specifica ha affermato che “può essere collegata ai conflitti per la terra che affronta ogni giorno il settore contadino della zona, sostenuto dalla Mesa Parroquial de Tierra Nueva Esperanza. È stata anche collegata ad una tavola rotonda indetta per il prossimo sabato dal procuratore federale di Tucumán, Antonio Gómez, sui delitti ambientali, di cui una conseguenza è l'inquinamento”.
“Noi abbiamo una Mesa de Tierra (Tavola rotonda della Terra) che lavora da 18 anni, che accompagna e fornisce consulenza alle famiglie e alle organizzazioni contadine, e vi è anche uno spazio di formazione delle comunità e delle organizzazioni contadine”,
ha aggiunto.
Il moderno modello agricolo-zootecnico allineato con la frontiera agricola - intesa come la quantità di terre da coltivare in maniera intensiva - porta i popoli argentini, che confinano con questi vasti campi di coltura intensiva, a subire la contaminazione degli agrotossici, ad essere spogliati delle loro terre ancestrali ed in alcuni casi a trasferirsi nelle misere periferie delle grandi città moderne.
Per quanto tempo continueremo a seguire un modello di produzione che uccide i nostri abitanti e contamina le nostre risorse.  È ora di dare spazio a modelli alternativi come l'agroecologia, tra gli altri, alla giusta ed equa ripartizione delle terre per il lavoro. O forse stiamo aspettando che i giusti come il sacerdote Lassaga finiscano come martiri affinché la società prenda coscienza.

Foto di copertina: noti.news

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