Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Sono decine di migliaia le armi sequestrate che secondo il Ros (Raggruppamento operativo speciale dell’Arma) arrivano dai Balcani (ex Jugoslavia e Albania), in parte dal Medio Oriente e più in generale dai paesi dell’ex blocco sovietico. A questo elenco potrebbe aggiungersi presto l’Ucraina. Sul 'Fatto Quotidiano' in un articolo a firma di Vincenzo Bisbiglia, una fonte dell'Arma ha spiegato che, negli ultimi anni, la rotta più attiva sembra essere quella albanese.
Gli investigatori ora hanno spostato l'attenzione sul conflitto russo-ucraino, poiché come già segnalato dal procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, nelle zone di guerra ci sono tutti i presupposti per la creazione di un fiorente mercato delle armi clandestino: fucili d’assalto, kalashnikov, mitragliatrici, esplosivi e pistole di ogni calibro.
“La ‘Ndrangheta o le mafie in genere non è che hanno collegamenti con fabbriche che producono armi da guerra e quindi non ne può fare commercio” tuttavia, aveva detto Gratteri, “diciamo che dopo le guerre ci sono centinaia e centinaia di armi incustodite, non nelle mani degli uomini delle istituzioni, c’è il mercato nero delle armi".
Anche l’ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, già a marzo, aveva lanciato l’allarme.
Inoltre già nel 2016 l'emittente britannica Sky News aveva sottolineato come il prezzo di un Ak-47 si aggirava attorno ai 1.700 euro, mentre l’Aks-74u, la versione più moderna, si poteva trovare anche a poco più di 500 euro. Lanciagranate e pistole viaggiano a prezzi anche più abbordabili (una ventina di euro l’una). Tutti “prodotti”, si legge sul 'Fatto', "che la mafia ucraino-romena presente in quell’area già vende anche ai clan italiani, avendo sviluppato ultimamente diverse piattaforme sul deep web".
Gli investigatori dei Ris di Roma (i reparti investigazioni scientifiche che analizzano le armi sequestrate o utilizzate nei delitti di criminalità organizzata) hanno riscontrato che le armi da fuoco portatili più utilizzate dalle mafie sono fucili semiautomatici, fucili mitragliatori e d’assalto, pistole semiautomatiche e revolver, mentre i calibri più frequenti variano dal 12 al 7,62 x 39mm e dal 6,35mm al 9mm. Ma l’arma più utilizzata rimane il fucile kalashnikov.

Fonte: ilfattoquotidiano.it

Foto: it.depositphotos.com

ARTICOLI CORRELATI

Ucraina, Gratteri: ''Mafie dopo la guerra potranno comprare armi nuove al mercato nero''

La guerra in Ucraina, la mafia russa e l'inefficienza dell'Occidente
di Giorgio Bongiovanni

Crisi Ucraina, con le armi vincono solo i mercanti della morte
di Giorgio Bongiovanni

La guerra tra Russia e Ucraina e l'ipocrisia dell'occidente
di Giovanni Bongiovanni

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos