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Individuato uno dei presunti sicari, era incappucciato e ha fatto fuoco dal lato in cui si trovavano i Carabineros

Dopo Shireen Abu Akleh, uccisa da una raffica di proiettili da soldati di occupazione israeliani a Jenin (nella Palestina occupata), un’altra giornalista muore svolgendo il proprio mestiere sul campo. Si tratta di Francisca Sandoval, di 29 anni, era rimasta ferita gravemente alla testa nei tafferugli registrati durante una delle manifestazioni del 1° maggio nella periferia di Santiago del Cile. Ricoverata all'ospedale Posta Central, le sue condizioni erano apparse da subito gravissime dopo aver ricevuto un proiettile in pieno volto, esattamente come Shireen ieri. Immagini diffuse sui social subito dopo l'incidente mostravano la maschera antigas che indossava la giornalista con un foro di proiettile proprio nel centro della visiera. Sandoval, che stava riportando per "Canal 3 La Victoria" sulle manifestazioni indette per il primo maggio, era finita al centro degli scontri tra manifestanti e commercianti ambulanti del quartiere Meggs, nella periferia di Santiago. Il presunto autore dello sparo, riferisce la polizia, è stato identificato in base a filmati dove si osservano diverse persone impugnare pistole e sparare in direzione della giornalista. Si tratta, di Marcelo Naranjo, attualmente detenuto agli arresti domiciliari. Agli arresti preventivi figurano anche altre due persone pure accusate di aver sparato con armi da fuoco contro i manifestanti producendo altri tre feriti non gravi. Gli scontri, secondo quanto ricostruisce il quotidiano "Biobio", sono iniziati quando alcuni manifestanti hanno attaccato con pietre e bastoni le forze di sicurezza presenti sul luogo. La polizia avrebbe quindi risposto dispiegando carri con idranti e gas lacrimogeni. Alcuni individui hanno issato barricate, lanciato bombe molotov e saccheggiato negozi nelle strade limitrofe. Sulla scena hanno poi fatto irruzione individui incappucciati, ritenuti ambulanti della zona, che hanno iniziato a sparare. Gli spari sarebbero venuti dal lato in cui si trovavano i Carabineros giunti per reprimere i tafferugli, per questa ragione in molti in Cile chiedono chiarezza piena sull’accaduto, c’è anche chi parla di infiltrati, appunto, facinorosi incappucciati lasciati passare indisturbati dalle forze dell’ordine per creare scompiglio. Il Consiglio Metropolitano dell’Ordine di Giornalisti del Cile ha emesso un comunicato in cui ha espresso la “sua più alta preoccupazione di fronte ai brutali attacchi sofferti da due reporter mentre seguivano la manifestazione del 1° Maggio”. “Questi  fatti gravissimi sono accaduti mentre le Forze Speciali dei Carabineros si trovavano sul posto, senza alcun dubbio, e, tuttavia, non sono intervenuti concentrandosi invece sul reprimere i manifestanti”, si legge ancora nella loro denuncia. Nel comunicato esigono “la destituzione del direttore generale dei Carabineros, Ricardo Yáñez, il quale deve chiarire perché i funzionari, incaricati di garantire la sicurezza della manifestazione, non hanno adempiuto al loro compito”.
Proprio per questo da giorni a Santiago del Cile si verificano scontri e proteste contro le autorità, accusate dai dimostranti di essere responsabili della sorte di Francisca Sandoval. Ora che la giovane cronista è morta si prevedono ulteriori disordini nella Capitale.

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