L'ex presidente ecuadoriano è rifugiato in Belgio dal 2017
Il Belgio ha concesso asilo politico all'ex presidente ecuadoriano Rafael Correa, rifugiato nel Paese europeo dal 2017, dopo che una serie di cause legali sono state avviate nel suo paese e che l'ex presidente e i suoi rappresentanti legali hanno riconosciuto come parte di una persecuzione politica.
Il rappresentante legale di Correa, Christophe Marchand, ha spiegato ai media latinoamericani che per ottenere l’asilo politico dal Belgio è stato necessario presentare la documentazione delle cause a suo carico, e che appunto rappresenterebbero una persecuzione politica.
Praticamente in simultanea, tramite il suo Ministero delle Relazioni Estere, l’Ecuador, ha sollecitato al governo belga, l'estradizione del politico. Correa è stato condannato in contumacia nel 2020, a otto anni di reclusione, per il reato di corruzione legato al caso ‘Sobornos’ (Tangenti), che indaga su un sistema di corruzione in Ecuador, nel periodo 2012-2017, quando il progressista Correa era presidente. È importante sottolineare che questo e altri reati legati alla corruzione sono considerati imprescrittibili.
Il presidente della Corte Nazionale di Giustizia, Iván Saquicela, ha dichiarato ai media che il prossimo step, è di “avviare a livello diplomatico le pratiche necessarie e indispensabili affinché l'estradizione si concretizzi”.
Da parte sua, l'ex presidente ha scritto, sul suo account Twitter, che questa manovra è “un’altra figuraccia, purtroppo non solo per questo caso specifico, ma per l’intero sistema giudiziario e per il governo del quale è burattino”.
Foto © GUE/NGL