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Dal 22 al 30 aprile in Argentina avranno luogo diverse attività per la pace e la consapevolezza contro il piano nucleare argentino. In questo contesto il movimento antinucleare argentino (MARA) ha convocato per sabato 23 aprile diverse manifestazioni nelle zone attuali di conflitto e direttamente interessate dal piano nucleare.
Considerando l'attuale crisi in Ucraina ed a pochi giorni dalla commemorazione della catastrofe di Chernobyl (26 aprile) la MARA afferma che, senza il settore minerario di uranio e i reattori nucleari, lo  scontro delle potenze e le operazioni militari nelle zone dove ci sono impianti nucleari, non avrebbero luogo.
L'Argentina ha una lunga storia riguardo l'energia nucleare. È stata promossa durante la dittatura, quando si cercava di avere il controllo sull’intero ciclo del combustibile uranio e anelava a posizionarsi all'interno del gruppo elitario di paesi con capacità militare nucleare. Questa attività mise in allerta la sua controparte in Brasile che, di fronte a questa minaccia, incentivò il proprio programma.
In seguito, nell'attuale epoca democratica, il piano nucleare ha convissuto con molteplici problemi, da quelli economici agli enormi danni ambientali che ancora non hanno trovato soluzione. Oggi sono sette le miniere di uranio abbandonate nel paese; il lago di Embalse, dove è in funzione il reattore a Cordoba, viene costantemente inquinato con tritio radioattivo mentre il bacino acquifero "El Puelche", una delle risorse di acqua dolce più importante della regione, è inquinata con uranio e plutonio, elementi tossici che filtrano nel sottosuolo dalla discarica nucleare di Ezeiza.
Attualmente, l'Argentina ha interrotto il suo progetto nucleare a causa dell’insostenibilità economica, sottomettendosi così alla Russia e alla Cina in un quadro negoziale generale che prevede i  reattori nucleari come base degli accordi.


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Ed è in questo contesto che si inserisce il contestato reattore cinese di potenza Hualong One, a Zárate, dopo essere stato rifiutato dalla Patagonia nel 2017. Attualmente a Zárate sono ancora operativi Atucha 1 e 2 con tecnologia basata su uranio naturale, ormai obsoleta per l'attuale mercato di reattori. Inoltre, dalla CNEA, Commissione Nazionale per l’Energia Atomica, viene promosso il settore minerario di uranio in tutta la Patagonia e le province della cordigliera, generando grave conflitti socio-ambientali con le popolazioni locali.
Attraverso assemblee cittadine in lotta contro il piano nucleare, la MARA chiama tutto il paese ad affrontare questo problema e a responsabilizzarsi per le gravi conseguenze  che hanno già provocato e possono provocare nella regione, in breve ed a lungo termine.
Bisogna sottolineare che il Hualong One porta con sé la guerra dei capitali finanziari in un’Argentina in bancarotta. Tanto l'opposizione quanto il partito al governo pretendono ingenuamente di riuscire a sostenere contemporaneamente due fronti di finanziamento contrapposti, attualmente in guerra commerciale per l'egemonia sul pianeta. All'attuale indebitamento col Fondo Monetario si aggiunge la spesa per un reattore fino a 3 volte più caro di qualunque altra alternativa energetica con minore impatto.
Agli occhi del mondo l'Argentina sta per concretizzare un accordo nucleare con una potenza come la Cina in piena corsa armamentista e che, inoltre, ha finanziato già i programmi nucleari del Pakistan, Corea del Nord ed attualmente dell'Arabia Saudita.
Il miglior modo di contribuire alla pace mondiale in questi momenti, al di là dell'inerte retorica convenzionale e dei gesti "politicamente corretti", è sfidare i paesi nuclearizzati a fermare i loro attuali programmi, legati all'industria dell'uranio in tutte le sue forme.
Speriamo che queste giornate siano un duro colpo  all'establishment politico ed un segno di avvertimento della forza del paese.
Non ci riusciranno.

Foto di copertina:
it.depositphotos.com

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