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L'ex governatore di Entre Ríos, Sergio Urribarri, è accusato di aver utilizzato fondi pubblici per la sua campagna presidenziale 

La Corte d'Appello della provincia di Entre Ríos (Argentina) ha condannato a 8 anni di prigione l'ambasciatore argentino in Israele, Sergio Urribarri, per cinque casi di corruzione  commessi tra il 2007 ed il 2015, periodo in cui ricopriva la carica di governatore della provincia di Entre Ríos. L'ex governatore è stato anche interdetto, in modo permanente, a ricoprire cariche pubbliche e gli è stata inflitta una multa di 180.000 pesos. Dopo l’emissione della condanna il presidente Alberto Fernández ha accettato le sue dimissioni.
I pm Patricia Yedro, Gonzalo Badano e Juan Francisco Ramírez Montrull sono riusciti a dimostrare l'esistenza di una rete di imprenditori e prestanome legati all'ex governatore, tutti impegnati a recepire e dirottare denaro pubblico in maniera illegale. In totale sono stati dimostrati cinque fatti in particolare, che hanno procurato perdite per lo Stato per un totale di circa 9 milioni di dollari.
I giudici José María Chemes, Carolina Castagno ed Elvio Garzón hanno condannato ad otto anni di prigione l'ex governatore per i delitti di negoziazione incompatibile con la funzione pubblica e di peculato. Nel processo, iniziato a settembre dello scorso anno, sono stati condannati anche l'ex ministro alla Cultura e Comunicazione Pedro Ángel Báez; il cognato di Urribarri Juan Pablo Aguilera, segretario del Senato a Entre Rios; Luciana Belén Almada, moglie di Aguilera; la contabile Corina Elizabeth Cargnel e gli imprenditori Gerardo Daniel Caruso, Germán Esteban Buffa, Emiliano Oscar Giacopuzzi e Gustavo Rubén Tamay.
Sono stati assolti l'ex ministro al Turismo Hugo Marsó; gli ex funzionari dell'Unità Operativa Mercosur Hugo Céspedes (deceduto durante il processo) e Gustavo Tórtul; l'ex poliziotto e guardia del corpo di Urribarri Alejandro Almada, fratello di Luciana Belén e figlio, inoltre, del commissario Luis Almada, ed infine Maximilian Sena.
I fatti si dividono in due filoni.
Da un lato Aguilera, uomo di fiducia dell'ex governatore, che aveva tessuto una rete di imprenditori che, attraverso dei prestanomi, sono riusciti a stipulare una serie di contratti legati  a programmi e alla pubblicità ufficiale. Una di queste società, amministrata da Luciana Almada, aveva creato un vero e proprio laboratorio grafico con tecnologia importata che, in base alle indagini, lavorava quasi esclusivamente con contratti stipulati con alcuni municipi e con lo Stato provinciale. Poiché Aguilera lavorava all'interno dello Stato, si è venuta a creare una situazione di affari incompatibili con la funzione pubblica. Parallelamente Buffa amministrava una società che gestiva programmi ufficiali in 18 mezzi stampa. L'irregolarità risiede nel fatto che nel momento di ottenere l'appalto la società di Buffa, la "Global Means", non era legalmente costituita.
Dall'altro lato  la procura ha presentato l'ipotesi che Urribarri utilizzasse spazi di concentrazione e diffusione massiva finanziati dal governo per promuovere la sua candidatura alla presidenza nel 2015.
Sotto lo slogan “Sueño entrerriano” (Sogno di Entre Rios) Urribarri ha realizzato una grande campagna mediatica per farsi conoscere nel resto del paese. Il primo passo è stato quello di inoltrare un richiesta verso i Fondi Buitres. Poi ha utilizzato denaro del fondo disposto per la organizzazione de La Cumbre del Mercosur, realizzata a Paranà, la capitale di Entre Rios, per diffondere sistematicamente i suoi quattro spots di campagna elettorale. Per ultimo Urribarri ha istallato un Complesso Balneare su Mar del Plata, sempre con denaro pubblico, con l'obiettivo di incrementare la sua popolarità.Urribarri in quegli anni si era trasformato in una delle figure più in vista del kirchnerismo, anche durante la gestione di Macrí. Dopo gli scandali scoppiati nella provincia (ci sono altre cause aperte), che coinvolgevano anche il sindaco narcotrafficante Sergio Varisco, è stata creata una tale attenzione attorno a Urribarri che, in questo periodo, era stato nominato ambasciatore in Israele nella speranza di sopire lo scandalo.
Urribarri, pur essendosi dimesso (non avendo altra scelta) sostiene la sua innocenza e ci aspettiamo che impugni la sentenza nei prossimi giorni. Intanto Entre Ríos continua ad essere una delle province più esposte al narcotraffico e alla corruzione.

Foto © Secretaría de Comunicación del Gobierno de la Provincia de Entre Ríos

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