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Papa Francesco, in una lettera, sostiene l’impegno dell'Argentina e dell’Italia nella lotta contro la mafia

Luigi Ciotti, più conosciuto come “Don Ciotti”, il sacerdote italiano leader emblematico dell'ONG Libera - in visita lampo in Argentina – insieme ai suoi rappresentanti argentini dell’associazione è stato ricevuto giorni fa nella Casa Rosada (sede del Governo), per presentare il “Progetto Bien Restituido”, fase embrionale di un lavoro congiunto tra le ONG che vuole avviare in Argentina e nella regione un progetto per il riutilizzo sociale dei beni sequestrati al crimine organizzato.

 Anche lo stesso Papa Francesco ha speso parole a favore di questa iniziativa in una lettera del 25 marzo: “Mi fa piacere sapere del lavoro che sta realizzando l’Argentina in sinergia con l’Unione europea, in particolare con l’Italia, nella lotta al crimine organizzato.

Il testo pontificio è stato inviato alla delegazione di Libera in occasione della conferenza realizzata presso l'Aula Magna della Facoltà di Diritto nell'Università di Buenos Aires (UBA), alla quale ha partecipato il sacerdote Luigi Ciotti. L'iniziativa di Libera, che sta già seguendo l’iter legislativo corrispondente ha come principale obiettivo applicare in Argentina il modello adottato in Italia contro il sistema mafioso che sequestra i beni e li riutilizza affidandoli alla società civile.

A questo proposito ricordiamo ai lettori la copertura giornalistica di Antimafia Dos Mil nella città di Buenos Aires lo scorso 21 marzo, in uno dei settori dell'ex Esma, e il nostro dialogo con il Prof. Lucas Manjón, coordinatore di Libera in Argentina, il quale ci informò debitamente che si stava lavorando ad un progetto di legge: “Stiamo lavorando ad un progetto di legge per dare un uso sociale ai beni sequestrati al crimine organizzato, presumibilmente lo presenteremo al Congresso argentino a maggio o giugno del prossimo anno, considerando le difficoltà eventuali di un anno elettorale". (*)

E in armonia con questa iniziativa di “Libera Associazione, nomi e numeri contro le mafie” che si inserisce la lettera del Papa Francesco che incoraggia questo progetto che si inserisce in uno schema di lotta al crimine organizzato nel suo ambito economico, tenuto conto che le mafie accumulano immobili e beni che indubbiamente, dopo il sequestro, devono essere riutilizzati a beneficio della società, ma dentro un giusto quadro giuridico, da qui l’assoluta necessità del disegno di legge da presentare al Parlamento in Argentina.

La lettera del Sommo Pontefice rende contro della positività dell'iniziativa e dell'urgenza che la stessa sia messa in pratica, una volta completato l’iter legislativo proprio di uno stato di diritto.

La collaborazione reciproca è imprescindibile per vincere questo tipo di associazione illegale, che non conosce frontiere e beneficia dei conflitti tra i popoli e del cattivo funzionamento delle istituzioni. Il lavoro per il bene comune esige pratiche comuni di coordinamento e collaborazione capaci di affrontare la realtà nella sua complessità”.

“L’azione giudiziaria e processuale nei confronti di questo tipo di criminalità è di solito focalizzata sul piano della repressione e del castigo, ma si tratta di una prospettiva limitata che lascia il cammino incompiuto. È difficile pensare alla soluzione di un procedimento penale senza che sia prevista la reparación (in spagnolo si intende non solo un risarcimento economico, ma un risarcimento integrale, ndr) e perché no, anche una reparación che includa le cause”, ha aggiunto il Pontefice. Il crimine organizzato – ha osservato il Santo Padre – produce un danno sociale su ampia scala: genera vittime visibili e invisibili, portatrici di una sofferenza che deve essere ascoltata e risarcita, inoltre implica, per la società nel suo insieme, assumere e invertire i meccanismi – tante volte radicati nell’inconscio collettivo – che producono la sua proliferazione.

L’Italia ha molto da offrire, a partire dalla sua esperienza, un’esperienza di dolore, ma anche di resistenza e di rinascimento.

Il riuso sociale dei beni confiscati è un esempio virtuoso di risanamento e di pacificazione attraverso l’azione collettiva. Per lo Stato è un’opportunità per volgere lo sguardo alla sua gente creando opportunità dove prima non esistevano – perché il crimine organizzato si impone solitamente dove le istituzioni sono assenti o mal funzionanti -.

“Riconosco l’importanza di questo incontro e sono felice di vedervi riuniti per cercare soluzioni pratiche che aiutino a riparare il danno prodotto dal crimine organizzato alla società. Ho la speranza che in questo modo la giustizia acquisisca spazio e che, come dissi una volta ad un incontro di Libera, si ampli, metta radici ed occupi lo spazio che altrimenti è occupato dall’ingiustizia”.

 Va sottolineato che la rete Libera raggruppa in territorio italiano un insieme di organizzazioni di diversi ambiti - oltre 1.500 – motivo per il quale il Papa Francesco è stato il primo Pontefice a incontrarsi con suoi membri, in special modo con Don Luigi Ciotti, il quale ha anche ricevuto minacce dalla mafia, e attualmente svolge i suoi impegni sotto scorta.

 Don Ciotti, nel mondo dell'antimafia italiana, è un attivista molto riconosciuto ed ha uno stretto legame con i redattori di Antimafia Duemila, un vero onore per noi in America Latina come redattori di Antimafia Dos Mil (essendo la sua persona e le sue azioni coerenti con le nostre idee e le nostre basi come giornalisti “filiali” dei nostri colleghi di Palermo, e del nostro direttore Giorgio Bongiovanni), avere avuto la sua nel Rio de la Plata.

Tanto Don Ciotti come la delegazione italiana che lo accompagnava – per la maggior parte operatori giudiziali dell'antimafia italiana - dopo essere stati ricevuti dalle autorità del governo nella Casa Rosada, il martedì 5 aprile hanno visitato il Museo della Memoria, nell'ex ESMA, e hanno visitato il Congresso della Nazione, dove hanno spiegato ai parlamentari le particolarità e l'importanza del progetto “Bien Restituido”. È prevista nelle prossime ore la visita della delegazione italiana a Villa 31 del quartiere Retiro, dove potranno conoscere in situ gli immobili sequestrati dalla Giustizia argentina.

Foto tratta da: telam.com.ar

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