46 anni fa il colpo di Stato in Argentina
Ore prima della mobilitazione del 24 marzo, 46 anni dopo il colpo militare, ecclesiastico e civile contro lo Stato argentino, Plaza de Mayo e dintorni erano pronte ad accogliere circa 500 mila persone che, noncuranti del clima, sarebbero scese in strada a gridare per la memoria, verità e giustizia. Gente di ogni parte si unisce all’appello del popolo che non ha avuto ancora giustizia, perché i repressori o sono già deceduti, o sono ancora liberi, o si trovano a scontare la loro pena ai domiciliari, nella maggior parte dei casi.
Si tratta della prima marcia del 24 marzo dopo la pandemia mondiale di covid che ha tenuto chiusi ed isolati gli argentini, ma che oggi riempiono nuovamente le strade.
La fondatrice del movimento Our Voice, Sonia Bongiovanni, ha parlato in una delle emittenti radio più ascoltate di Buenos Aires e dell'Argentina, AM 750, nel programma di Víctor Hugo Morales. "La lotta degli oltre 30 mila desaparecidos e desaparecidas durante la dittatura è la stessa lotta che il popolo argentino deve portare avanti e che già sta portando avanti. Lo dico perché oggi l'Argentina vive le stesse repressioni, le stesse violazioni contro le donne, le stesse violazioni contro i diritti umani da parte della polizia bonaerense, da parte della gendarmeria, da parte di una struttura fascista, presente dentro le istituzioni ancora oggi, in democrazia”.
“Sono venuta di proposito per questo 24 Marzo. Chiediamo giustizia, chiediamo che siano aperti tutti gli archivi. Chiediamo che tutte le condanne siano effettive, e il carcere comune per i genocidi. Giustizia!”.
Là dove ci sia un'ingiustizia, bisogna essere presenti. Per esserne di più, per dare forza ai giusti, ed essere parte della trasformazione di questa società che vive ancora nell’oblio.
Verità, memoria e giustizia.
Nunca más significa nunca más.
Foto © Our Voice
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