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Durante la sessione dello scorso mercoledì 2 marzo della Camera di deputati, la deputata María Cristina Villalba, appartenente al Movimento Honor Colorado guidato da Horacio Cartes, del partito Colorado, ha affermato che il giornalista Pablo Medina, assassinato nel 2014, era coinvolto nel narcotraffico. La parlamentare Villalba ha degli antecedenti per aver protetto ed essere legata a malviventi del crimine organizzato, tra loro, Vilmar "Neneco" Acosta, mandante dell'assassinio di Medina. 

Le dichiarazioni della deputata si possono definire sorprendenti, diffamatorie e se si vuole calunniose contro il giornalista di ABC Color.

Stando a quanto riferito da ABC Color “la deputata Villalba ha chiesto” un dibattimento sul narco giornalismo, indicando come “una delle vittime” il giornalista Medina, assassinato per espresso ordine di Acosta, a seguito delle numerose pubblicazioni di Medina denunciando il traffico di droghe a Canindeyú, durante la sua carriera. 

“Io chiedo ai padroni di ‘M.E.E.E’, qual’era il salario di Pablo Medina che lo costrinse a fare parte di un sistema?, ha manifestato Cristina Villalba, senza spiegare a quale sistema si riferisse né chiarire il significato delle sigle M.E.E.E. 

Ci indignano le espressioni ingiuriose e calunniose della Villalba, quando sono dirette a una persona integra e di grande etica come lo era il giornalista Pablo Medina, ancora di più avendolo conosciuto non solo nell’esercizio della sua professione ma anche come cittadino perbene e che amava troppo il suo paese. 

Quelli che abbiamo conosciuto il lavoro di Pablo Medina come giornalista sappiamo che denunciava sempre i vincoli dei politici del Dipartimento di Canindeyú, con il crimine organizzato in generale e in special modo con il narcotraffico. E tra loro, una particolarmente messa in discussione è stata precisamente la deputata Villalba che Pablo Medina definiva "madrina" dei narcos, poiché proteggeva i narcotrafficanti a Canindeyú.


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La deputata Cristina Villalba


Pablo Medina è sempre stato un giornalista umile, ma di grande coraggio nello smascherare la mafia politico narcotrafficante del dipartimento di Canindeyú, che aveva legami con le alte sfere politiche ed economiche del paese. Era un gran conoscitore, come pochi, di come funzionava precisamente la narcopolitica, ed i benefici economici che ottenevano questi criminali di colletto bianco che si arricchivano attraverso il sangue di centinaia di innocenti, vittime del crimine organizzato. 

Sapeva perfettamente - come sappiamo oggi noi - che Curuguaty, Capiibary, La Paloma, Yasy Cañy, Villa Ygatimi, Ypehu, Saltos del Guaira, ecc., zone del dipartimento di Canindeyú, dove le popolazioni, l’economia e la politica delle città sono condizionate dal denaro sporco del narcotraffico e i principali operatori di questo sistema mafioso sarebbero i politici corrotti.

E denunciava con fermezza, come garante e protettrice della mafia nel dipartimento, la Deputata Cristina Villalba ed il suo clan familiare. 

 Bisogna ricordare che María Cristina Villalba assunse come deputata nel 2013, negli anni precedenti era stata governatrice del dipartimento di Canindeyú, e durante la sua corsa politica è stata sempre accusata da Pablo Medina di proteggere i narcotrafficanti dalla regione.    

Denuncia corroborata, e pertanto altamente credibile, quando fu dimostrato il rapporto non solo politico, ma anche di stretta amicizia, tra María Cristina Villalba e il mandante dell’omicidio del giornalista Medina, Vilmar "Neneco" Acosta, attraverso diverse fotografie pubblicate dalla stampa paraguaiana, dove si vede la Villalba presente non solo in riunioni politiche, ma anche in feste e incontri intimi tra colleghi insieme a Vilmar Acosta.

Ma la prova più evidente dell'amicizia esistente tra la deputata Villalba ed il condannato narcotrafficante "Neneco" Acosta, risale a quando, secondo ABC Color, “giorni dopo l’omicidio di Pablo, il procuratore generale Javier Díaz Verón ebbe a riferire che la deputata Villalba lo aveva chiamato per intercedere a favore di Acosta, allora sindaco della Città di Ypejhu, ancora  prima che fosse emesso un ordine di cattura a suo carico o diventasse pubblico il fatto che Acosta era sospettato”.

Successivamente, la Villalba cerco di staccarsi o allontanarsi da Vilmar Acosta, riferirono al tempo i mezzi stampa del Paraguay, dopo che "la Commissione Bicamerale di Investigazione del Congresso che indagava sull'omicidio di Pablo Medina e della sua assistente Antonia Almada, insinuasse che la parlamentare Cristina Villalba e l’allora governatore di Canindeyú, Alfonso Noria, ricevevano sostegno da narcotrafficanti a cambio di protezione politica”.


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Il giornalista, Pablo Medina, insieme al direttore di AntimafiaDuemila, Giorgio Bongiovanni


Conosciamo Pablo Medina come amico e compagno, era collaboratore e redattore della rivista Antimafia Duemila, conosciamo il suo curriculum, le sue incursioni in ambito sociale, era pompiere volontario, consigliere in diverse tematiche per i giovani studenti che lo visitavano frequentemente nel suo ufficio del quotidiano ABC Color a Curuguaty. Non aveva abitazione propria, incluso il computer che usava gli ultimi giorni della sua vita era di uno dei suoi figli. Non ha accumulato ricchezza, e si è dedicato in corpo ed anima alla sua professione di giornalista e a lottare contro il crimine organizzato e la mafia. È per questo motivo che, per noi, Pablo Medina gode della nostra assoluta fiducia e credibilità, non faceva parte del narcotraffico e tanto meno della mafia. Perché le sue azioni lo rivelano come un uomo onesto e giusto.

Al contrario, non possiamo affermare la stessa cosa riguardo la deputata cartista Cristina Villalba, per noi le sue parole non hanno alcuna credibilità, non sono verità, perché non solo era stata accusata in vita da Pablo Medina, come persona legata alla mafia narcotrafficante, ma inoltre la sua condotta dopo l'assassinio di Pablo denota che era una vera madrina protettrice di narcos, come Vilmar "Neneco" Acosta, e che nonostante gli indizi il Ministero Pubblico non indagò mai su di lei come di dovere, precisamente per il gran potere di fatto di cui godeva, potere che trovava forza nei legami con il crimine organizzato e la mafia. 

Quindi, la cosa migliore che potrebbe fare in questi momenti la deputata Villalba, dopo le sue vergognose ed insensate parole macchiando l'onore e la reputazione di Pablo Medina, è di rettificare quanto ha detto e chiedere pubblica scusa ai famigliari che certamente saranno dispiaciuti dalle sue parole, ancora di più se si pensa che le sue espressioni cercano deliberatamente una nuova morte del giornalista Pablo Medina, attaccando colpendo la sua memoria e il suo lascito, senza che lui possa difendersi da una così sporca ingiuria e diffamazione. 

Ma dalla nostra parte, dalle nostre redazioni di Asuncion e Montevideo, abbiamo molto chiaro - a giudicare dalle espressioni della deputata Villaba - che il dito accusatore che si alza contro Pablo Medina non solo è funzionale alla diffamazione in sé, ma, inoltre, non ha alcun fondamento.

 Vediamo nelle parole della legislatrice - che ledono sfacciatamente l'integrità morale e personale del nostro amico e collega, oggi scomparso fisicamente - una specie di evidente rivincita e di ostilità, non solo alla sua memoria, ma verso tutto il giornalismo paraguaiano che ha già visto 18 caduti nello svolgimento del dovere di informare, dall’istaurazione della democrazia fino al mese di ottobre de 2014, quando cadde Pablo Medina.


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Antonia Almada e Pablo Medina


Vediamo una donna che si fa la coraggiosa al solo fine di distruggere un uomo che ha osato, valorosamente, affrontare la corruzione imperante nel Paraguay dalla mano di un sistema politico divorato dai narcos.

Vediamo una donna che si scaglia contro il nostro Pablo Medina, significativamente poco dopo che la deputata Celeste Amarilla (del PLRA), tirasse fuori i panni sporchi - nel parlamento del Paraguay - sulle connessioni dell'ex presidente Horacio Cartes con il sistema criminale del narcotraffico nel paese fratello, rivelando all'opinione pubblica troppe prove, per fortificare quanto diceva.

 Mentre invece la Villalba non può presentare prova alcuna contro Pablo Medina, semplicemente perché non ci sono. E semplicemente perché il suo attacco si basa nella necessità di distorcere la verità, di infangare Pablo, credendo erroneamente che la strada della diffamazione le sarà favorevole.

Signora deputata, dal Paraguay, dall'Uruguay e dall'Italia, sede basi della nostra redazione fondatrice, le ricordiamo che la menzogna ha gambe corte, e le sue accuse non sono altro che questo: bugie infondate che attentano contro la memoria di un professionista ed un cittadino onesto.

Signora deputata, lei lo sa perfettamente: Pablo Medina, prima di essere assassinato, scrisse alcuni articoli dove denunciava pubblicamente che elementi del narcotraffico erano legati al sistema politico e che Vilmar Acosta faceva parte di quelle connessioni non proprio sante. E, inoltre, sa perfettamente, da quale parte della strada lei si trova.

Lo sa perfettamente signora Villalba. Non pretenda ora di ignorarlo o deviare l'attenzione della cittadinanza (adesso che l'opinione pubblica sta focalizzando la propria attenzione su quagli intrecci denunciati dalla deputata Amarilla) riguardo la verità sul tema della narco-politica, tirando fuori un narco-giornalismo a cui nessuno crederà, semplicemente, ripeto, perché sono solo parole deliranti con zero prove, perché non c'è niente da provare su un uomo che oramai non c’è più, un professionista integro la cui morte fu augurata e ordinata da "Neneco" Acosta, suo amico, suo collega che beneficia della sua protezione, prima e dopo il duplice crimine di Medina e di Antonia Almada. E di questo le prove sono abbondanti, e figurano negli espedienti giudiziari delle investigazioni delle autorità sul doppio crimine del giornalista e della sua assistente.

È bene che lei lo sappia, signora deputata.


VIDEO Documentario Pablo Medina: Morte di un Giusto



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