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Le indagini rivelerebbero parte di un circuito di riciclaggio di denaro della 'Ndrangheta italiana

"Suisse Secrets" è la recente massiccia fuga di dati che ha rilevato un circuito di riciclaggio di denaro per un valore di circa 100 milioni di dollari. Al centro dell’attenzione l'istituzione finanziaria svizzera Credit Suisse. L'indagine è condotta da un pool internazionale di giornalisti, OCCRP (Organized Crime and Corruption Reporting Project), composto da 48 organi di informazione di tutto il mondo.

Nelle ultime ore la stampa regionale si è fatta eco di una notizia pubblicata dal quotidiano La Nación, in riferimento a un possibile legame tra il due volte latitante Rocco Morabito (in foto)e la mega indagine giornalistica sul riciclaggio di denaro. In Uruguay Rocco Morabito, ha acquisito notorietà sin dal momento del suo arresto nel settembre del 2017, dopo essere latitante della giustizia italiana dal 1994. Era ricercato a seguito di condanne in contumacia per narcotraffico, associazione mafiosa e altri reati particolarmente gravi. Circa un anno dopo, inspiegabilmente, riesce ad evadere dal Carcere Centrale di Montevideo dove era recluso - attualmente c'è un procedimento giudiziario, archiviato, per questo motivo - e viene finalmente catturato nel maggio del 2021 in Brasile. Ora resta solo la sua estradizione in Italia. Ma fino ad oggi non ci sono indizi che colleghino le banche a Morabito.
Quel che è certo è che l’OCCRP ha pubblicato un rapporto su un gruppo di conti bancari legati a uomini d'affari connessi a uno dei clan mafiosi della 'Ndrangheta, più precisamente al clan Africo di cui Rocco Morabito è originario.

La mega filtrazione è giunta nelle mani del quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung che ha richiesto la collaborazione del OCCRP per processare i dati degli oltre 18.000 conti bancari, con clienti provenienti dai cinque continenti. I conti sotto indagine sono stati aperti lungo un periodo di 80 anni, dalla metà degli anni '40 fino allo scorso decennio. Dal canto loro, le autorità del Credit Suisse si sono giustificate affermando che i dati presentati sono inesatti e fuori contesto. Affermano che il 90% dei conti citati è chiuso, di cui circa il 60% è stato chiuso prima del 2015.

Inoltre, è importante riflettere anche sul fatto che le famiglie della 'Ndrangheta' riciclano il loro denaro in Svizzera 'dagli anni 80, cioè da quando gli spalloni (corrieri) della ‘Ndrangheta si recavano in Svizzera con denaro in contanti. Oggi tutto questo avviene in una forma più sofisticata, attraverso transazioni realizzate mediante holdings finanziarie di tutto il mondo. Ma il concetto è lo stesso", ha dichiarato un magistrato antimafia, secondo il quotidiano El País.
La trama che coinvolge la 'Ndrangheta' di Africo, inizia con la compagnia VFI Overseas Properties Real State Agent Ltd. di origine irlandese.

Un progetto immobiliare nella zona di Africo, nella parte meridionale di Reggio Calabria, sul mar Mediterraneo. Nel progetto vi era il coinvolgimento di un altro soggetto, Antonio Cuppari - recentemente condannato a dieci anni di reclusione per il reato di associazione di stampo mafioso, in quanto referente del locale del clan Morabito Tiradrittu - con il fine di realizzare un complesso immobiliare nella località di Brancaleone, a circa 15 chilometri da Africo. Si parla della vendita di unità abitative del complesso “Jewel of the sea”, in cambio di una commissione del 31%. Una cifra che ha allertato gli investigatori essendo sproporzionata. Sebbene siano riusciti a vendere numerose abitazioni, il progetto non è stato completato, il che è stato considerato una truffa. Di conseguenza Cuppari finì in carcere, i due titolari della società, invece, furono assolti.

Nel corso del 2007 e del 2008 le autorità italiane hanno avviato altre indagini. Durante questo periodo iniziò a fare numerosi investimenti negli Stati Uniti e in Centro America. In seguito, nel 2010, sarebbero iniziate le operazioni giudiziarie "Metropolis" e "Black Money" che indagavano sul circuito di riciclaggio di denaro al servizio della 'Ndrangheta'. Attraverso le intercettazioni telefoniche, le autorità hanno rilevato l'esistenza di un certo numero di conti segreti in Svizzera, ma al momento di reperire informazioni presso le autorità bancarie, queste sono state evasive, ritenendo che i suddetti conti non fossero stati identificati correttamente. Questo perché le banche svizzere non forniscono informazioni sui conti che non sono identificati correttamente.

Foto © Imagoeconomica

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