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Thierry Breton: "Divieto diffusione su tutti i canali, da internet a tv"

"Oggi l'Europa impone una sanzione senza precedenti" con "l'interdizione di Russia Today e Sputnik sul mercato dell'Ue su tutti i media: televisione, satellite, streaming, app, Iptv e Isp". Così il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, ha comunicato l’intenzione da parte di Ue e dei colossi del tech di bannare le due testate giornalistiche russe, precisando che l'obiettivo è "vietare in tutta Europa che la macchina mediatica del Cremlino possa agire". La sanzione dovrebbe essere licenziata in giornata da tutti gli Stati membri e sarà "subito" applicabile, aggiunge il francese.
Secondo quanto riportato dall’ANSA, oltre ad applicarsi alla trasmissione e distribuzione delle notizie diffuse dai due media russi tramite satellite, cavo, piattaforme di condivisione video online e app nuove e già installate, “la sanzione prevede anche la sospensione delle licenze, delle autorizzazioni e degli accordi di distribuzione in Europa”. Nelle ultime ventiquattro ore, le piattaforme di social media più importanti hanno già implementato divieti propri. YouTube, di proprietà di Google, ha annunciato oggi il blocco "con effetto immediato" dei canali legati a Russia Today e Sputnik, interdizioni simili sono state applicate anche da Facebook e TikTok. Nel frattempo, le autorità di regolamentazione dei media in diversi Paesi dell'Ue, tra cui Polonia ed Estonia, hanno messo al bando Russia Today già la scorsa settimana. Anche l’Italia si è espressa a favore delle sanzioni ai danni della Russia, dando il suo “pieno e convinto appoggio al pacchetto di misure contro la Federazione Russa presentato dalla Commissione Europea - ha detto un paio di giorni fa il Presidente del Consiglio Mario Draghi -. L’aggressione dell’Ucraina è un atto barbaro e una minaccia per tutta l’Europa. L’Unione Europea deve reagire con la massima fermezza”.

Nessun dialogo: delegazioni Ue boicottano messaggio di Lavrov alla Conferenza sul disarmo a Ginevra
La messa al bando di Russia Today e Sputnik è una brutta notizia che si somma a quelle che giungono costantemente dall’Ucraina, perché adoperando tale manovra, volta a “vietare in tutta Europa che la macchina mediatica del Cremlino possa agire”, non solo si sta fomentando un’altra “macchina mediatica” (quella filo-atlantista), bensì viene messa in atto una censura di Stato che ricorda le politiche adottate dai totalitarismi avuti in Europa: primo fra tutti il nazismo.
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione - sancisce l’art. 21 della Costituzione italiana -. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Premesso che non è ben chiaro cosa intendesse dire Breton con tali dichiarazioni - dato che allude ad una “macchina di propaganda” del Cremlino senza chiamarla tale -, se l’obiettivo dell’Ue e della NATO fosse stato quello di evitare che la “macchina mediatica” di Mosca potesse agire allora avrebbero potuto e dovuto ideare un’altra strategia. Prima su tutte organizzare un incontro trilaterale tra i diretti interessati trasmesso in mondovisione così da denudare - agli occhi della comunità internazionale - sia la NATO, sia l’Ucraina, sia la Russia.
Ma c’è da aspettarsi ben poco da una comunità politica (quella europea) che, dopo aver ignorato da tempo i moniti lanciati da Mosca (il cui presidente autoritario è che, sottolineiamo, meno di un santo), oggi ha deciso di boicottare ulteriormente i tentativi di dialogo della Russia. È ormai noto, infatti, che durante la Conferenza sul disarmo a Ginevra molte delegazioni - tra cui l'Ucraina e diversi Paesi occidentali - hanno boicottato il videomessaggio preregistrato del Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov (impossibilitato a presenziare a causa delle sanzioni anti-russe che gli vietano di sorvolare l'Unione Europea) lasciando la sala in segno di protesta contro l'invasione dell'Ucraina.
Ma poco importa all’Ue: in fin dei conti, i civili che stanno morendo sotto l’assedio russo non sono ancora europei.

Rielaborazione grafica by Paolo Bassani

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