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Deputati appartenenti al Partito Liberale, movimento politico guidato dal senatore Blas Llano, alleato dell’ex presidente Horacio Cartes, hanno presentato richiesta di sottoporre a processo politico il ministro dell'Interno Arnaldo Giuzzio, davanti alla Commissione Permanente del Congresso. Giuzzio è stato contestato dopo il recente scontro a fuoco, durante il festival Jaumina della Città di San Bernardino domenica scorsa, che ha lasciato un saldo di due morti e diversi feriti. Tutti gli indizi stanno a indicare che si tratta di un fatto legato al narcotraffico in cui sono coinvolti dei sicari. 

La richiesta di processo politico contro il ministro dell'Interno Arnaldo Giuzzio è stata presentata dai deputati del PLRA (Partito Liberale Radicale Autentico), Edgar Ortiz, María de las Nieves López e José Reinaldo Rodríguez. Nel documento sollecitano la presidentessa della Commissione Permanente del Senato, Lilian Samaniego, a convocare una sessione straordinaria della Camera di Deputati per dare inizio al procedimento giudiziario politico contro il ministro Giuzzio. 

Di contro la senatrice Samaniego ha dichiarato di aver convocato il ministro dell'Interno ad un incontro riservato davanti alla Commissione Permanente del Senato per dare spiegazioni su quanto accaduto al festival Jaumina di San Bernardino, dove nella sparatoria sono morte l’imprenditrice e modella Cristina Aranda e Marcos Rojas Mora, si presume per mano di un sicario. 

"Io non mi opporrò alla richiesta o al processo politico se così lo richiederà la plenaria, ma, come presidentessa della Commissione Permanente, sollecito previntevamente una sessione riservata della Commissione Permanente perché credo che le informazioni in suo possesso siano di precipuo interesse per la sicurezza interna del paese", ha commentato Samaniego. 

"Indipendentemente dalla richiesta di processo nei suoi confronti perché richiede tempo. Quindi, quanto prima si presenti davanti alla Commissione Permanente del Congresso  sia lui che  la Polizia Nazionale. (...) La cosa più grave è che è stata cancellata l’allerta rossa (dall’ordine di cattura di un presunto narco). Esistono molte  perplessità da parte nostra”, ha aggiunto la senatrice colorada. 

Dopo questo tragico fatto, è stato verificato che tutto il sistema informatico della polizia nazionale non solo è vulnerabile, ma diversi suoi funzionari ed operatori di polizia starebbero lavorando al servizio del narcotraffico e la mafia. Infatti è stato constatato ,a seguito dell’intervento del Dipartimento di Informatica della polizia, stando a quanto riferito dal ministro Giuzzio alla stampa, che due agenti di polizia hanno modificato 27 volte i dati nel sistema informatico della polizia riguardanti José Luis Vogato Quevedo - una delle cinque persone ferite nella sparatoria nell'anfiteatro "José Asunción Flores", domenica scorsa – sul quale grava un ordine di cattura dal 2014 per processi pendenti in Brasile per presunti legami con il crimine organizzato. 

Inizialmente la polizia ha ipotizzato che questo attentato si trattasse di una  disputa tra bande di narcotrafficanti per la spartizione del territorio. Tuttavia, fino al momento si ignora con certezza chi sono gli autori materiali ed i mandanti dietro a questo fatto. 

Comunque sia, ancora una volta si è dimostrato che il sistema di intelligence e di  sicurezza della polizia, nel migliore dei casi è in mani di incompetenti o infiltrati dalle mafie, oppure - la cosa più sicura - la maggior parte delle nostre istituzioni, polizia nazionale, Potere Giudiziale, Procura, Migrazioni, Camera di Deputati e Senatori, Potere Dirigente, diversi funzionari o operatori corrotti o corruttibili sono in connubio con la mafia narcotrafficante, riciclando denaro sporco, ecc., cioè lavorano in maniera coordinata con le mafie per continuare a condizionare lo Stato e accumulare ricchezza avuta illecitamente, e controllare il potere politico ed economico della Repubblica. 

Pertanto - senza la volontà di difendere la gestione del ministro Giuzzio - non sorprende per niente la richiesta di un processo politico, che viene da un certo settore della Camera di Deputati, precisamente considerato uno dei gruppi politici più corrotti, opportunisti e legati agli sporchi interessi dell’ex presidente Horacio Cartes. Invece di proporre misure legislative, politiche ed economiche di lotta effettiva alle mafie, sembrerebbe che questa loro iniziativa di processo politico sia un’azione ipocrita alla quale appareabituata una parte della classe politica in Paraguay. Approfittando della situazione, cercherebbero di perseguire e punire l'unico funzionario dello Stato che si è azzardato formalmente a denunciare davanti alla Seprelad (Segreteria per la Prevenzione del Riciclaggio di denaro sporco o Beni), il loro alleato o patrone Horacio Cartes. Lui sì che ha molto da spiegare alla cittadinanza riguardo la gran crescita patrimoniale avuta durante il suo governo, riguardo la oscura gestione delle sue imprese, soprattutto le industrie del tabacco e l'origine dell'enorme quantità di denaro in contanti che ha nel suo proprio domicilio, fuori dal sistema finanziario. 

Speriamo che gli altri settori della classe politica del Congresso paraguaiano agiscano con maturità e siano all’altezza di quello di cui il Paraguay ha bisogno in questi momenti di grave crisi istituzionale, e non ricorra all’ormai abituale modalità di trovare il capo espiatorio (di sempre), destituire alcuni ministri, e  applicare quella politica ‘gattopardista’ che prevede sostituire alcuni pezzi con altri, per garantire che il sistema stronista mafioso - che dura ormai da 68 anni - rimanga intatto, per la felicità dei padrini della Repubblica del Paraguay.

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