Le sanzioni verrebbero attuate in caso di invasione militare
Blocco delle rotte commerciali della Russia in tutto il mondo e delle sue esportazioni di armi, nonché riduzione del personale delle ambasciate russe nei Paesi occidentali.
Sarebbero queste alcune delle sanzioni elaborate in gran parte dal direttore della Cia, William Burns, per reagire ad un attacco della Russia contro l'Ucraina.
A riportare la notizia è il quotidiano tedesco "Bild", che afferma di aver visionato il piano.
L'obiettivo principale sarebbe quello di "attaccare il ruolo della Russia come principale fornitore di materie prime su scala globale". A tal fine, "in tutto il mondo dovranno essere bloccate le rotte commerciali" di Mosca, così come quelle di rifornimento. Nei Paesi occidentali, il personale delle ambasciate della Russia presente dovrà essere "drasticamente ridotto" mediante espulsioni e l'operato dell'intelligence russa dovrà essere "arginato". Inoltre, si dovranno impedire le esportazioni di armi russe, per esempio mediante embarghi. In tal modo, le casse della Russia perderebbero oltre 50 miliardi di dollari con "effetti drammatici nel medio periodo". La previdenza sociale e altri programmi vengono, infatti, finanziati con la vendita di materie prime. Inoltre, la Russia dovrebbe "esaurire a breve" le riserve di valuta estera.
Secondo il quotidiano tedesco il piano sarebbe stato presentato da Burns durante un recente incontro a Berlino con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, e Bruno Kahl, il direttore del Servizio federale per le informazioni (Bnd), ossia l'agenzia di intelligence esterna della Germania.
In questa occasione, Burns avrebbe chiarito sino a che punto gli Usa intendono sostenere l'Ucraina contro la Russia. Per il direttore della Cia, tale appoggio arriverebbe fino a operazioni paramilitari contro i reparti russi "non appena opereranno in territorio ucraino". A Berlino, Burns avrebbe inteso sondare la posizione nei confronti della Russia del Partito socialdemocratico tedesco (SpD), di cui Scholz è esponente e che forma il governo federale con il Partito liberaldemocratico (Fdp) e i Verdi. A Washington si dubita, infatti, sulla "lealtà" dei vertici della SpD all'Alleanza atlantica. In particolare, si ritiene che sia "ancora significativa" l'influenza di Gerhard Schroeder, cancelliere socialdemocratico dal 1998 al 2005 considerato vicino al capo dello Stato russo Vladimir Putin, nonché dal 2017 presidente del consiglio di amministrazione dell'azienda per l'energia russa Rosneft. Schroeder presiede, inoltre, il comitato degli azionisti di Nord Stream 2 AG, operatore del gasdotto tra Russia e Germania attraverso il Mar Baltico.
Secondo "Bild", le autorità tedesche avrebbero rassicurato Burns e il segretario di Stato degli Usa, Antony Blinken, che, qualora la Russia invadesse l'Ucraina, il Nord Stream 2 verrebbe bloccato dalla Germania. Allo stesso tempo, la Cancelleria federale e i vertici della SpD avrebbe ribadito che non intendono abbandonare il progetto. Su posizioni più intransigenti si sarebbe schierata la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, durante l'incontro con Blinken che ha avuto a Berlino il 20 gennaio scorso. L'esponente dei Verdi avrebbe, infatti, concordato con il segretario di Stato degli Usa, che Putin dovrà essere "severamente punito" qualora la Russia attaccasse "di nuovo" l'Ucraina. Baerbcock avrebbe poi accolto con favore le iniziative di Blinken e Burns che Scholz e la SpD non intenderebbero sostenere. La ministra degli Esteri tedesca avrebbe in questo l'appoggio della Fdp, favorevole all'approccio intransigente contro la Russia.
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