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La bimba di 4 anni colpita in un aggressione all'abitazione della famiglia

Giustizia era stata fatta, almeno per George Floyd. La sentenza del processo contro i responsabili dell’omicidio del ragazzo ha infatti rappresentato un punto di partenza per la lotta antirazzista negli Stati Uniti. 
Dopo quella tragedia però, nel territorio americano si sono verificati molti altri episodi di violenza, in cui le Forze dell’Ordine hanno continuato a mettere in pratica discriminazioni a danno della popolazione afrodiscendente.
Questa volta però non c’è stato alcuno scontro né alcuna sparatoria in strada, bensì un’abitazione colpita dall’esterno da alcuni colpi di arma da fuoco. A restare ferita è stata un’altra componente della famiglia Floyd.
In effetti, lo scorso 1 Gennaio a Houston in Texas, Arianna Delane, nipotina di George Floyd, nella notte di Capodanno, ha rischiato di perdere la sua giovane vita mentre dormiva. All’interno della casa erano presenti altre 4 persone e un altro minore. Secondo la polizia i colpi sono stati esplosi da almeno una persona.
“Erano le 3 di notte” ha raccontato il padre della bimba Derrick Delane. Fortunatamente Arianna, ha raggiunto l’ospedale in tempo per essere salvata dai medici. A portarla d’urgenza all’istituto sanitario sembra essere stata la madre LaTonya Floyd, in quanto le ambulanze e le forze di polizia hanno tardato a raggiungere il posto.
“Mia figlia è saltata in piedi e mi ha detto: 'Papà, mi hanno colpita’. E io sono rimasto colpito fin che non ho visto il suo sangue sul letto”, ha detto Derrick che ha considerato l’accaduto, come “un attacco mirato” nei confronti della famiglia. 
Nonostante al momento i motivi dell’aggressione e le generalità dell’assalitore non si conoscano, per questo ulteriore atto contro la famiglia Floyd è ipotizzabile la matrice discriminatoria. Quello di Arianna è solo l’ennesimo episodio di violenza. 
In effetti, a distanza di quasi 2 anni dalla morte di Floyd, avvenuta il 5 maggio del 2020 per mano dell’agente di polizia Derek Chauvin (condannato poi dal tribunale di Minneapolis a 22 anni e mezzo di carcere per omicidio colposo, preterintenzionale e di terzo grado), la situazione nelle strade degli Stati Uniti sembra purtroppo essere solamente peggiorata.
In tutto questo una cosa è certa: il sistema di sicurezza che dovrebbe tutelare la vita delle persone afrodiscendenti negli USA, al momento è fallaceo. Al contrario, il contrasto tra la comunità Afro e le Istituzioni americane si fa sempre più forte e più intenso.
Le Forze dell’Ordine spesso commettono abusi e reati dettati da moventi discriminatori nei confronti delle persone nere. La maggior parte di quest’ultime viene violentata, picchiata o addirittura uccisa solo per aver commesso piccoli reati di strada, per offese irrisorie o ancora, per passeggiare nelle strade delle città americane.
Il caso che ha fatto più scalpore mediatico e politico è stata appunto la morte ingiusta di Floyd. Quest’ultima, lo ricordiamo, avvenne a causa dell’acquisto di un pacchetto di sigarette con una banconota falsa: fu questo il fatto che portò l’agente di polizia Derek Chauvin, a premere con il ginocchio sul collo di George per oltre 8 minuti fino a causarne la morte.

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