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È accusato dell'assassinio di Horacio Alejandro Benavides

Il giudice federale Ernesto Kreplac ha ordinato il rinvio a giudizio del repressore Miguel Etchecolatz, che sta scontando numerose condanne per crimini contro l'umanità, per l'assassinio di Horacio Alejandro Benavides, di solo 22 anni, avvenuto il 30 settembre del 1976, nella città di La Plata, capitale della provincia di Buenos Aires.

Chupete Benavidez studiava giurisprudenza all'Università Nazionale di La Plata, stessa generazione di Néstor Kirchner e Cristina Fernández. Chupete iniziò a frequentare i centri studenteschi nel 1972, e fu candidato per i consigli studenteschi nella lista Azul e Blanca. Come racconta suo fratello Marcelo, sopravvissuto al circuito delle torture, nel 1974 si unì ai Montoneros. Horacio lavorava all'interno del Ministero dell'Economia, nel dipartimento di Trasmissione Libera, ma quando le liste nere cominciarono ad essere frequenti dovette licenziarsi e iniziare una vita clandestina.

All'alba del 21 settembre del 1976, una squadra dell’Intelligence effettuò una perquisizione irregolare nell'abitazione della famiglia Benavidez, alla ricerca di Horacio, irrompendo come sempre in modo duro e violento. Non trovando Horacio, si portarono via Marcelo, che fu trasferito al ‘Pozo de Arana’, uno dei Centri Clandestini di Detenzione (CCD), del Circuito Camps, dove fu selvaggiamente torturato per una settimana e poi rilasciato. Quella stessa notte cercarono di trovarlo nell’appartamento che Horacio condivideva con la sua compagna, Estela Rossi, ma entrambi riuscirono a scappare pochi secondi prima che la ‘patota’ (squadra di militari in borghese) entrasse nell’abitazione. 

Queste perquisizioni si inserivano nella logica dei sequestri messi in atto durante ‘La noche de los lápices’ (‘La notte delle matite’*), operazione organizzata dall’apparato repressivo contro i centri studenteschi delle scuole superiori e delle università.  


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Una settimana dopo, il 30 settembre, una squadra della Direzione Generale di Investigazioni al comando di Miguel Etchecolatz, insieme alla Divisione di Cuatrerismo de Arana, che gestivano il Pozo de Arana, intercettarono Horacio nelle vicinanze di Plaza Moreno. Chupete doveva incontrarsi con un amico che lo stava aiutando a prepararsi per farlo uscire dal paese. Ci fu una sparatoria e Benavidez morì. Secondo testimoni presenti al momento dei fatti, dopo che il corpo era ormai esanime a terra, un soldato si avvicinò, prese una sigaretta, e rimase fermo ad osservare il corpo dallo studente mentre si dissanguava.  

Nell'evento fu ferito a morte anche un sergente della polizia di Buenos Aires, l'ufficiale Carlos Horacio Sánchez, promosso post mortem. La direzione si congratulò per l'importante missione, affermando che fu dimostrato coraggio e ottima disposizione a svolgere il servizio, riuscendo a sradicare dal seno della società individui di estrema pericolosità, si leggeva in un rapporto della polizia.   

Oggi, il capo di questi "coraggiosi" sta scontando diverse condanne all’ergastolo per crimini contro l'umanità. In questo nuovo processo sono imputati anche Walter Omar Ale e Juan Nazareno Risso, entrambi membri della ‘patota’ di Etchecolatz, e anche Jaime Lamont Smart, ex giudice penale e ministro politico del governatore di fatto, Ramón Camps.

Foto di copertina: pagina12.com.ar / Horacio Alejandro Benavides

Foto 2: pagina12.com.ar / Miguel Etchecolatz

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