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Il leader brasiliano dovrà rispondere anche di provocata epidemia, istigazione a delinquere e sterminio

Sei mesi di audizioni; cinquanta udienze (anche notturne); oltre 100 testimonianze e deposizioni; rivelazioni agghiaccianti circa gli esperimenti su "cavie umane" con rimedi inefficaci; 23 reati; decine di società farmaceutiche coinvolte; e 66 persone incriminate tra cui: quattro ministri in carica, tre ex ministri, lobbisti, medici, uomini d’affari, intermediari, tecnici e dirigenti del ministero della Salute, parlamentari, giornalisti, influencer, titolari di blog, attivisti sociali e - come se non bastasse - il Presidente del Brasile Jair Bolsonaro assieme ai suoi tre figli: Eduardo (deputato), Carlos (consigliere comunale di Rio de Janeiro) e Flavio (senatore).
Questo è il quadro che emerge dal rapporto realizzato dalla Commissione Parlamentare di Indagine sul Covid-19 (CPI) del Senato brasiliano, istituita “ad hoc” per capire chi (e in che modo) ha contribuito alla morte di oltre 600mila brasiliani.
Oltre 1200 pagine d’accusa dalle cui conclusioni spiccano nomi, fatti, cifre e chiare responsabilità individuali dell’organico di governo del Paese federale.
Altro che impeachment: questa volta Jair Bolsonaro può essere formalmente accusato e processato per crimini contro l’umanità. Dieci gli anni di carcere previsti per questo reato. Inoltre, il leader brasiliano dell’estrema destra, dovrà rispondere di altre 9 accuse tra cui: provocata epidemia (fino a quattro anni di prigione se il reato viene riconosciuto come colposo, fino a 15 in caso di comprovata intenzionalità di commettere il reato, elevabili a 30 se ci sono morti); violazione delle norme di prevenzione sanitaria; diffusione di notizie false; istigazione a delinquere; falso in atto pubblico (fino a cinque anni di reclusione); distrazione di fondi pubblici e sterminio. Tra le varie accuse comparivano anche quelle di omicidio e genocidio delle popolazioni indigene, ritirate all'ultimo minuto a causa del dissenso all'interno della CPI.
Secondo quanto chiesto dalla Commissione, il presidente Bolsonaro deve essere accusato di una serie di crimini “intenzionali” commessi durante la pandemia che ha ucciso più di mezzo milione di persone nel suo Paese. Ciò significa che il governo brasiliano ha deliberatamente deciso di non prendere le misure necessarie per contenere la circolazione del virus. A supportare la tesi, nel rapporto si citano anche le decine di mail spedite dalla Pfizer in cui si sollecitava l’ordine di acquisto (non hanno mai avuto risposta).
Ma per avere un’idea più tangibile dello spropositato numero di vittime in questione, basti pensare che è pari alla popolazione di Palermo, due volte quella di Firenze e tre volte quella di Messina.
Tuttavia, nonostante la gravità delle accuse, quest’ultime potrebbero avere un mero impatto simbolico al momento, in quanto il presidente di estrema destra ha il sostegno del parlamento per evitare l'apertura di una procedura di impeachment. Inoltre, al fianco di Bolsonaro vi è anche il procuratore generale Augusto Aras (suo alleato) che gioca un ruolo fondamentale nella vicenda in quanto può bloccare qualsiasi accusa. La complessità del dossier potrebbe spingere, dunque, il fascicolo anche presso altre istanze. Quella del Pubblico ministero federale degli Stati, ad esempio, per il coinvolgimento di altri poteri dello Stato, la Polizia federale o l'agenzia tributaria.
Conosciuto il testo del rapporto, il Senato dovrebbe votarlo in una nuova seduta programmata per martedì 26 ottobre. Se sarà approvato verrà trasmesso al Procuratore generale, il quale avrà 30 giorni per formalizzare l’accusa. Se il dossier passerà - ma gli specialisti dubitano - il presidente sarà sospeso per 180 giorni dalla carica. In caso di condanna non potrà candidarsi per 8 anni.
Ma, qualsiasi esso sia l’esito, resta il fatto che le rivelazioni della CPI potrebbero avere un enorme impatto politico. I sondaggi, infatti, mostrano il presidente brasiliano in calo contro l'ex presidente di sinistra Lula da Silva il quale è in ascesa e punta alla presidenza.
Un drastico epilogo per Bolsonaro: un nostalgico della dittatura conosciuto in tutta l’America Latina anche per aver violentato sistematicamente i popoli originari, attivisti e attiviste sociali e ambientali, e la società più emarginata del Paese in nome dell’“Ordine e del Progresso”.

Foto © Imagoeconomica

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