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Our Voice denuncia la tratta di persone ai fini di sfruttamento sessuale

Sandra Ferrini: "Scusate se sono stata un po' cruda, ma non sto raccontando favole"

Il titolo di questo articolo suona un po’ forte: "Uruguay, naturalmente prosseneta". Sembra un'esagerazione, a prima vista. Ma è l'ignoranza nella quale siamo immersi che ci condiziona a comprendere quel particolare significato. Il prossenetismo esiste nel nostro paese; benché sia una realtà abbastanza nascosta, è più presente di quanto immaginiamo. E questa condizione è legata alla tratta di persone ai fini di sfruttamento sessuale. Sembra qualcosa di lontano, che non ci appartenga, estraneo, finché succede solamente in altri paesi, ma non nel nostro; ma purtroppo accade tutti i giorni, in tutte le città, in tutto il territorio uruguaiano. "Uruguay, naturalmente prosseneta", insisto, è una frase forte - e purtroppo reale - che rientra nell’appello lanciato dal Movimento Culturale Internazionale Our Voice giovedì 23 settembre, Giorno Internazionale contro lo Sfruttamento Sessuale e la Tratta di Persone, nella Piazza del Entrevero a Montevideo. L'evento, organizzato dalla Commissione Femminista del Movimento in Uruguay, ha cercato di instillare consapevolezza di quanto siamo vicini a situazioni di questo tipo, che non sono altro che una forma di schiavitù moderna, attraverso espressioni artistiche: musica, arti visuali, spazi per i bambini e l'intervento davvero commovente di una sopravvissuta alla tratta di persone.
L'Uruguay è un paese da cui non solo origina la tratta delle persone ma anche paese di transito e di destinazione finale. La quantità di casi eccede la reale conoscenza che abbiamo sulla problematica, perché è un delitto nascosto, silenzioso che non si prende con la dovuta serietà, e che avviene principalmente attraverso l'inganno e la manipolazione. Politici, impresari, banchieri, e tante persone di tutti gli strati sociali sono coinvolti in questo tipo di crimine che richiede organizzazione, logistica, denaro e contatti per essere portato a termine.
Secondo una relazione speciale dell'Ambasciata degli Stati Uniti focalizzato sull’Uruguay, le denunce per tratta di persone nel 2020 sono state 37, tutte donne adulte, inserite tramite Inmujeres (Instituto Nacional de las Mujeres) nel programma MIDES specializzato in tal genere di situazioni. Il governo, benché avesse avviato 22 investigazioni quello stesso anno per tratta, non ha notificato nessun caso maschile, né di infanzia, né LGBTQI+. Non ha considerato neanche che i 20 casi di giovani coinvolte nella denominata Operazione Oceano fossero vittime di tratta. In quella relazione, si evince anche la scarsa partecipazione dello Stato nel prevenire, contenere, assistere, accogliere denunce o proteggere le vittime di tratta. Non esiste neanche un fondo che sia destinato specificatamente a sostenere una particolare la legge 19.643 sulla prevenzione e combattere cosi questa perversione criminale.

Plaza del Entrevero, scenario della denuncia di Our Voice
Un pomeriggio carico di emozioni è stato occasione di denuncia e di appello alla gente, a movimenti femministi, ai passanti, ai mezzi di stampa, allo scopo di approfondire il tema della tratta di persone. La profonda espressività di Our Voice in ogni suo intervento fa palpitare il cuore e scuote forte interiormente al punto che è impossibile andare via senza chiedersi cosa fare dopo.
L'evento iniziato alle 16:00 è stato accompagnato dalla musica di Tatiana Insana, una cantante e chitarrista giovane che fa parte del Movimento e che in diverse occasioni ha commosso con la sua musica tante persone, attraverso reti sociali o in altri eventi che hanno visto la partecipazione di Our Voice.
Ma il cuore di tutto è stato l'intervento artistico di alcuni componenti di Our Voice. È difficile descrivere il silenzio che paralizzava tutto, persino la mente, il sangue e il respiro. Una performance di quattro minuti per esprimere in forma artistica come bambine e donne - non per caso, poiché rappresentano il 94% del totale delle vittime di tratta ai fini di sfruttamento sessuale (*) - sono esposte ad inganni, per poi finire sottomesse, schiave, vendute, violentate costantemente, una volta che entrano a far parte di quell'inferno. L'illusione di raggiungere i loro sogni, di vedersi belle, di sentirsi amate viene aggirata facendo gioco sulla loro innocenza usando parole convincenti, e la promessa di una vita migliore, mentre senza sapere come o perchè, cadono poi in una voragine di schiavitù sessuale, violenza e svalutazione della propria vita e, in quei casi in cui riescono a sopravvivere e la sofferenza si trascina per il resto della loro vita.
Uruguay naturalmente prosseneta
Sulla scena Sofía Aquino era una bambina che viveva la sua infanzia, ma ascoltava voci che la pressavano, la distraevano, volendola trascinare in quel mondo illusorio. Mikaela Melo rappresentava la stessa ragazza, ma nella sua gioventù oramai coinvolta in quel mondo. E Tatiana Insana rappresentava un'altra tappa della stessa donna, morta, forse in vita, forse in quella realtà. All'improvviso la situazione si è sposata in una grande scatola dove tutto sembrava fantasia. Ma in quella stessa scatola iniziarono a entrare più ragazze, giovani, accecate, per poi restare incastrate.
Un grido di orrore e disperazione interminabile esplode dalla loro gola, dopo tanto tempo di essere costrette a tacere, un grido soffocato dall'aria viziata che respiravano in quell'inferno nel quale sopravvivevano. L'aria rimase sospesa, le automobili ed autobus che circolavano lungo il viale principale del centro di Montevideo si fermarono, ed una sensazione di spavento dipinse la strada, gli alberi, le pareti degli edifici, i monumenti, le panchine della piazza, l'acqua della fonte e persino la pelle degli spettatori presenti in quel momento. Un momento indescrivibile.
La scena si conclude con alcune ragazze che riescono ad uscire, benché non tutte, strisciando, per poi guardare la gente attorno a loro con sguardo interrogativo, uno sguardo che fermava il tempo.
Gli applausi accompagnarono l'abbraccio che si fondevano in un mare di emozioni tra i giovani artisti, questa volta sostenuti dall’abbraccio di Sandra Ferrini, una delle vittime di tratta più conosciute in Uruguay.
Impossibile non piangere. Impossibile respirare senza affogare nell’angoscia. Impossibile non volere uscire a gridare e salvare quelle bambine e donne che sono annullate ed usate come merce, le loro vite rubate, che soffrono per tanto tempo nell’oblio per la perversione di tante persone.

La testimonianza di una sopravvissuta di tratta
Sandra Ferrini ha ringraziato i giovani di Our Voice ed ha raccontato un po' la sua esperienza come vittima di tratta: "Ringrazio tanto le ragazze per avere dimostrato con l'arte quello che noi viviamo in carne propria. … Dovrei iniziare dicendo che a me mi hanno venduto quando avevo otto anni. Fui venduta a diversi vicini del mio quartiere”.


Uruguay naturalmente prosseneta
"Questa è l'ipocrisia da rivelare, ero la pazza del quartiere. No signora, non si vestono così perché lo vogliano noi. Ci vestono in modo vistoso, perché dopo che ci penetrano - oggi io posso dire che ci penetrano, in quel momento non potevo dirlo perché non capivo cosa stava succedendo -, passiamo ad essere le ‘loquitas’ (pazze) del quartiere, siamo la merce. Se lei ha un negozio e deve decorare la vetrina, no? Io ero la bambina più carina del quartiere, quella che vestiva meglio; persino al pedofilo gli piaceva”.
“A 12 anni mi misero sul Bulevar e a Gallinal. Le mie misure erano 40, 40, 40. Mi iniettarono lubrificante per jet. Questo mi provocò una mastite, ero molto grave, mi dovettero asportare il seno”. Ferrini desiderava avere nuovamente il seno, come rivendicazione della sua propria persona, sottomessa da bambina ad essere utilizzata senza il suo consenso, e chiese al governo di intervenire. E voi direte, per quale motivo vuole il seno a 60 anni? Io voglio essere donna ed il governo ha l'obbligo di restituirmi i miei diritti. Io ho bisogno del seno, le mie compagne hanno bisogno di migliorare il loro volto bruciato con acido”.
“Ci rovinano la vita. Io ho seppellito dei figli. Ho avuto otto figli (…)
La testimonianza di Sandra ha lasciato la gente ammutolita dallo shock. È vero, uno shock tremendo sapere che qualcuno è stato violentato a tal punto e, detto poi così pubblicamente; la sua testimonianza ti opprime, ti chiama in causa e porta alla luce una realtà che richiede il nostro impegno. Per tutte le bambine che stanno sparendo, come ha detto Sandra.
“Io volevo solo giocare, con quella mia innocenza, quando mi afferrarono la mano e mi portarono alla casa del vicino”.
“Dobbiamo unirci, ha detto, coinvolgendo la gente che ascoltava attenta le sue parole. Io non vi chiedo di chiamare direttamente la polizia se non volete essere coinvolte, ma abbiamo il *100. Ho un'associazione civile e mi occupo di questo”.
Le sue taglienti parole erano rivolte alle autorità: “Mi mantengo da sola, perché il governo non mi ha dato mai niente. Il governo non vuole che le vittime parlino. Ma sapete perché non vogliamo che noi parliamo? Perché siamo stati al letto di governanti, alcuni sono morti e altri vivono ancora”.
“Siamo state le bambine della mutandina rosa, le bambine della mutandina bianca, le bambine della mutandina celeste. Sono qui, che osino dirmi di tacere! Non tacerò. Mi hanno rubato tutto quello che potevano rubarmi. Io sono qui per salvare vite. Vi ringrazio e vi chiedo scuse se sono stata un po’ cruda, ma non sto raccontando una favoletta”.
Quando mi riferisco al governo, mi riferisco allo Stato. C'è gente che lavora in reparti statali che sono complici, se dai loro delle informazioni ti dicono, lascia vivere la gente. Io sono andata a denunciare alla Procura. Sapete cosa mi ha detto chi prese la denuncia? Devi lasciare vivere la gente. Se stai buona puoi guadagnare qualcosa. No signora, non mi sto buona, e nessuno deve vivere questo.

Uruguay naturalmente prosseneta
Fátima
Fátima Amaral, coordinatrice di Our Voice in Uruguay, ha preso la parola con la voce tremula ma decisa. "Questa è la realtà che si vive nel nostro paese, questo è quello che nessuno racconta. Poi vediamo i ministri dire che in Uruguay non esiste la tratta, che siamo un pugno di ridicole e pazze quando gridiamo che sono scomparse per farle prostituire. Questo succede in Uruguay, a Montevideo ed all'interno di questo paese, massivamente. Le organizzazioni lo sanno e si muovono, ma il governo continua a non far niente. Le risposte sono sempre le stesse, risposte vuote. Non possiamo continuare a voltare lo sguardo ed essere complici, perché quando restiamo in silenzio, quando restiamo indifferenti, siamo complici, siamo parte di quel governo responsabile di ogni ragazzina scomparsa. Continuiamo a gridare fin quando sarà fatta giustizia”.

Uruguay naturalmente prosseneta
Mikaela
Mikaela, componente del Movimento, ha parlato tra i singhiozzi. “Che Sandra sia qui viva è un miracolo. Il Movimento ha creato una commissione di bambini. Siamo qua per dare voce a loro. A tutti i bambini, a tutte le bambine, a tutti gli adolescenti che questo sistema fa tacere, ignorandoli. Questa società li maltratta sempre, costantemente. Per noi loro sono la nostra priorità. È urgente, per favore gente, è urgente che facciamo già qualcosa, e fermiamo tutta la problematica e tutti gli ostacoli che fermano il pieno sviluppo integrale di questi bambini e non permette loro di vivere. Non si lascia vivere la loro infanzia, non si lascia essere loro bambini. Hanno diritto ad essere bambini, hanno diritto!", ha gridato.
"La tratta di persone è la peggiore minaccia che le persone possono soffrire, la peggiore. Li sottomettono a lavori forzati. Li violentano. Attentano contro il loro corpo, li vendono come fossero merce. Non possiamo permetterlo, per favore. Facciamo qualcosa. Abbiamo nelle nostre mani la responsabilità di farlo”.
“Sempre diciamo che i giovani sono il futuro, ma di quale futuro possiamo parlare oggi? Un rapporto dell'ONU di quest’anno dice che la maggior parte di vittime di tratta sono bambini e bambine, e che il numero si è triplicato quest’anno. Quindi, di quale futuro possiamo parlare loro oggi, se in questo paese si sta discutendo un disegno di legge sulla custodia congiunta, dove a loro importa solo i loro interessi. Non gli importa niente dei bambini né della vita. Lasciano che i bambini abitino con i propri aggressori, gli stessi aggressori che li hanno violentati. In questo paese è possibile, perché si rende tutto invisibile. Sempre. Vi chiedo per favore di ascoltare la parola di questi bambini che è la cosa più importante. Che il governo dia spazio a tutte quelle voci, perché è la priorità. Per favore che ci sia già un cambiamento, per favore".

Tatiana
È stata la volta di Tatiana che ha preso il microfono e ha fatto un discorso preparato insieme alle ragazze della Comisión Feminista: “Questo intervento vuole focalizzare i mezzi di reclutamento usati più frequentemente. Ho pubblicato il video di questa convocazione nelle reti sociali e una persona mi ha detto: Per quale motivo lo fate? Cosa cambia? Cambia qualcosa? Qual’è la proposta? Cosa volete fare? Come fermate la tratta?. Come mi può dire questo una persona? Siamo qui per dare visibilità al fenomeno. Questo sta succedendo tutti i giorni, continuamente. Sta succedendo mentre siamo qui, e non smette, non si fermerà se non rendiamo visibile il fenomeno”.
"Come ha detto la mia compagna, come ha detto Sandra, dobbiamo unirci, siamo una stessa cosa, uno stesso popolo. Le cause sono tutte unite. Guardiamo più in profondità; guardiamo il patriarcato, il capitalismo. Non sono la stessa merda? Da bambine ci dicono attenta con chi parli, fai attenzione. È vero, le bambine se le portano via, le donne anche”.
“Il metodo di reclutamento più comune è questo, l'inganno. Ti vendono qualcosa di meraviglioso, un posto dove tutti i tuoi sogni si avvereranno. Vuoi essere ballerina? Io ti do tutto per fartelo diventare. Ed alla fine, cosa hanno? La stessa morte”.
“Dobbiamo unirci. Con l'arte, con le manifestazioni. Qual’è il senso di questo? Dare visibilità al problema”.
Questo intervento si è basato sulla storia di Sandra, che siamo orgogliosi di conoscere, orgogliosi di ascoltare tutto il suo maledetto vissuto a causa di quelle maledette ferite. Dobbiamo essere uniti, unite. Solo il popolo salverà il popolo.
Come ha detto Tatiana, solo noi abbiamo nelle nostre mani il cambiamento, per riuscire a porre fine a far sì che questi crimini non siano mai più una realtà. Quindi, cosa facciamo adesso?

(*) Rapporto globale dell’Ufficio delle Nazioni Unite sulla Droga e il Crimine (UNODC) sulla tratta di persone per lo sfruttamento sessuale

Foto © Romina Torres e Alina Leal

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