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Alla vigilia della data che commemora a livello internazionale il "Detenuto Desaparecido", un gruppo di attivisti per i diritti umani e diverse organizzazioni specializzate nel tema hanno nuovamente richiesto all’Università del Salvador, Argentina, di culto cattolico e con sede a Buenos Aires, di revocare il riconoscimento Honoris Causa concesso all'ex ammiraglio Emilio Eduardo Massera il 25 novembre del 1977, come forma riparativa agli antecedenti del repressore. Non c’è niente di più disonorevole per un militare che attentare contro la propria gente.
Massera all’epoca fu il più giovane militare della Marina a ricevere il grado più alto previsto dall'arma, nominato da Perón stesso, su richiesta del lacchè López Rega, comandante generale della Marina nel 1973. È deceduto all’età di 85 anni, condannato per crimini di lesa umanità, tra i quali omicidio premeditato aggravato, sequestro di persona, violenza, tormenti reiterati e furto.
Pur non essendo la prima volta che tale denuncia viene avanzata all'Università, le sue autorità, in un primo momento, hanno negato di avere conoscenza del fatto, motivo per cui i richiedenti hanno consegnato altra documentazione dell'epoca, a sostegno della loro petizione.
Massera è morto, e dubito che dall’“aldilà” gli interessi tutto questo, ma dal mio punto di vista, e da quello di molti altri, il quadro risulta essere molto differente. Quando la superficialità e la confusione mi suggeriscono di bypassare queste situazioni, mi impegno a fermarmi un momento, perché a qualcuno, da qualche parte, importa che questo tipo di riconoscimento sia stato concesso ad un personaggio nefasto della storia. E subito, mentre scrivo, inevitabilmente penso al genocida Julio Argentino Roca, il cui volto rimase stampato per decenni nella banconota più usata in Argentina. Penso alle centinaia di migliaia di statue di Cristoforo Colombo in tutta l'America latina e nei Caraibi. Penso al cardinale Marcial Maciel, un pedofilo seriale che abusava dei suoi stessi figli, e che all’epoca fu "santificato" da Giovanni Paolo II e nominato “guida efficace della gioventù”.
Penso a quante volte, particolari gruppi di persone sostengono l'immagine beata ed onorevole di feroci criminali, genocidi, violentatori, in definitiva, della cosa peggiore che l'essere umano possa diventare. E allora, non posso evitare di chiedermi, perché? E forse, ancor più importante: chi li appoggia?
Sadici? Adoratori del demonio? Perversi? Che tipo di persone convalidano questi crimini? Forse la domanda è sbagliata, perché ci sono persone che amano i risultati a prescindere dai mezzi. Forse la vittoria non giustifica tutto? Quindi riformulo la questione: quali sono le "vittorie" di questi personaggi? Chi beneficia di queste "vittorie" al punto di adorarle?
Il piccolo prete messicano che adorava Giovanni Paolo II fu il promotore di un gruppo, più economico che religioso, che realizzava significativi contributi alle casse del Vaticano in un tempo dove i conti non tornavano. Cristoforo Colombo finanziò l'economia della cattolica Spagna per 500 anni, e continua a farlo. Il generale Roca consolidò i grandi latifondi della Patagonia che trasformò piccoli contadini in imperatori, come la famiglia Martínez de Hoz.
Chi celebrava Massera? Massera era massone, e cospiratore. Due elementi essenziali per far parte di uno dei gruppi terroristici più nefasti della storia moderna. Non parlo dell'ISIS, non parlo di ETA, non parlo di Al Qaeda, non parlo di Hamas, no, assolutamente. Parlo della P2. La loggia massonica Propaganda Due, capitanata dal tiranno Licio Gelli, con forti legami in America, in Europa e in Medio Oriente. La loggia massonica che partecipò all'esecuzione di numerosi attentati terroristici in vari paesi; quella che maggiormente si infiltrò negli States; una delle principali promotrici delle dittature latinoamericane; i suoi fondatori, Licio Gelli ed Umberto Ortolani, gettarono le basi del riciclaggio di denaro in Uruguay, con tutto ciò che questo comporta.
Massera era riconosciuto non solo per la sua attività militare; era anche un attivo impresario; promosse internazionalmente un'agenda politica per la "democrazia", e a prima vista uno potrebbe credere che un repressore della dittatura non potesse diventare presidente, ma la storia del paraguaiano Andrés Rodríguez dimostra il contrario. Massera era molto più che un "semplice" genocida, i suoi vincoli politici ed imprenditoriali, mai sotto processo, sono da comprendere a fondo per riscrivere la storia recente non solo dell’America Latina.
Indipendentemente dal fatto che Massera sia morto, e che il suo Honoris Causa sia ormai carta giallastra in qualche cassetto, la situazione mi invita a non dimenticare che questi gruppi di potere non sono stati ancora debitamente identificati, non è stata fatta ancora piena luce sui crimini da loro commessi, e neanche sull'impatto che hanno generato nelle nostre società. E quel che è peggio, non sappiamo ancora quali altri Massera saranno adorati nei prossimi anni.
La storia del terrorismo di Stato si sta scrivendo ancora, nonostante i repressori ed i genocidi stiano morendo. Le imputazioni a loro carico non muoiono con loro, perché i loro adoratori continuano ancora a raccogliere il frutto delle loro vittorie. La tappa militare della dittatura civile, imprenditoriale ed ecclesiastica si concluse a metà degli ‘80, ma non sono stati i militari ad imporre il modello sociale, economico, produttivo ed educativo vigente oggigiorno. E nemmeno sono i militari a sostenerlo.

Foto di copertina: elperiodico.com

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