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Il governo messicano ha fatto causa ai produttori e distributori di armi statunitensi alla corte federale degli Stati Uniti questo mercoledì, sostenendo che le aziende sanno che le loro pratiche commerciali contribuiscono e facilitano il traffico di armi verso il Messico. La causa è stata presa in carico anche dalla corte federale di Boston e comprenderebbe alcuni dei più grandi produttori di armi di tutto il Paese: Smith & Wesson Brands, Barret Firearms Manufacturing, Beretta USA Corp, Colt's Manufacturing Company LLC e Glock e Interstate Arms.
Alejandro Celorio, consulente legale del Ministero delle Relazioni Estere, ha detto ai giornalisti che i danni causati dal traffico di armi sarebbero equivalenti tra l'1,7% e il 2% del Prodotto Interno Lordo (PIL) messicano. Per questo il governo chiederà un risarcimento di almeno 10 miliardi di dollari, ha detto. In Messico, secondo il Ministero delle Relazioni Estere, si è stimato che il 70% del traffico di armi proviene dagli Stati Uniti e che, secondo le stime della Farnesina, a quelle armi sarebbero stati collegati almeno 17.000 omicidi. Il ministro degli Esteri Marcelo Ebrard ha dichiarato inoltre che la causa fa parte della campagna del governo contro le armi da fuoco specificando che "la priorità è ridurre gli omicidi" e non di "alterare le leggi americane". Steve Shadowen, il principale avvocato che rappresenterà il Messico davanti al tribunale degli Stati Uniti, ha dichiarato all'AP che nei primi anni del 21° secolo una trentina di città statunitensi hanno avviato azioni legali simili contro i produttori in quanto responsabili dell'aumento della violenza armata. Shadowen ha aggiunto che si aspetta che questo contenzioso duri diversi anni prima di essere risolto.

Foto © Imagoeconomica

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