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Il ministero della Giustizia ha comunicato che la Guardasigilli Cartabia ha firmato due distinte richieste di procedimento penale, l'una nell'ambito del procedimento relativo al decesso in Uruguay di Luca Ventre, l'altra nell'ambito del procedimento relativo all'omicidio in Congo dell'ambasciatore italiano Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci.
"Siamo qui oggi a 6 mesi dalla morte di Luca per chiedere giustizia per quello che è successo. Siamo passati da una situazione in cui ci hanno detto che Luca è morto per un malore, poi che Luca è morto per un incidente stradale, quindi che Luca è morto per un farmaco sbagliato in ospedale, finché è arrivato il giorno in cui ho guardato il video e mi sono accorto che quello non era né un malore, né un incidente stradale, né altre cose". Lo ha detto Fabrizio Ventre, fratello di Luca Ventre, morto all'interno dell'ambasciata italiana a Montevideo (Uruguay), nel corso della conferenza stampa "Chi ha ucciso Luca Ventre?''.
Inoltre il fratello ha detto che "Con lo staff tecnico e gli avvocati che ci seguono in Uruguay abbiamo recuperato tutte le prove e le abbiamo date alla magistratura italiana. Trovo assurdo che siamo noi famiglia a doverci occupare di queste cose. Non è possibile che io mi debba mettere a guardare certi video o l'autopsia di mio fratello e sopportare interrogatori farsa che hanno fatto in Uruguay quando so benissimo che Luca sicuramente non è morto di malore". Infatti, come ha rimarcato con forza il fratello "Il nostro è un Paese che chiede ai giocatori in campo di inginocchiarsi durante l'Europeo ma che quando c'è da organizzare un'azione concreta in una situazione evidente, poiché l'omicidio è stato interamente ripreso dalle telecamere dell'ambasciata, non fa nulla. Inizialmente credevo di avere il supporto dell'Italia e invece ci siamo ritrovati a dover leggere tantissime bugie, dicevano che Luca era morto per un malore. Quando poi hanno saputo che avevamo i video in mano hanno dovuto dirci la verità. E' stato il tradimento maggiore che una famiglia italiana può ricevere dal proprio Paese".
E poi ancora "Io mi auguro che quella di Luca sia l'ultima morte di questo tipo. Mio fratello avrà anche fatto una cavolata scavalcando, ma era pacifico e non era una persona fuori di testa. Quando tieni una persona 37 minuti con le braccia attorno al collo gli stai dando la morte certa. Mi sarei anche aspettato dall'Italia una ferma condanna riguardo al fatto che una persona in fin di vita sia stata lasciata 14 minuti sola davanti al pronto soccorso per lasciarlo morire. La storia di mio fratello è assurda e solo a raccontarla sembra fantascienza".
A riguardo della vicenda si è espresso anche il deputato Erasmo Palazzotto, in una conferenza stampa alla Camera dei Deputati, "bisogna ottenere verità e giustizia perché è un diritto della famiglia e che spetta alla memoria di Luca Ventre, però è anche qualcosa che ci interroga in periodo così difficile, in cui sono tanti i casi di cittadini italiani che perdono la vita in contesti esteri su cui è complicato che la magistratura da sola riesca a svolgere il suo compito", ha affermato Palazzotto ricordando "la vicenda drammatica di Giulio Regeni" e "vicende altrettanto drammatiche come quella di Mario Paciolla, anche lui morto in circostanze tutte da definire". Il deputato ha poi sottolineato che la tecnica di fermo che ha portato alla morte di George Floyd "ha portato alla morte di Luca Ventre" ed "è una tecnica che utilizzano le forze dell'ordine anche in Italia nel loro addestramento". "Fuori ombra di dubbio, è dimostrato che nella maggior parte dei casi porta alla morte" e "non solo in una battaglia internazionale, ma a partire dal nostro Paese, dovremmo cominciare a metterla al bando per tutte le forze dell'ordine". "Il compito di ottenere giustizia per la morte di Luca Ventre, come di qualsiasi altro cittadino italiano che avvenga all'estero, spetta allo Stato e non può essere caricato, come purtroppo è accaduto molte volte, solo sulla forza e la determinazione di una famiglia", ha dichiarato il deputato, aggiungendo che la vicenda di Luca Ventre, come quella di altri italiani morti all'estero, "richiama una responsabilità grande della funzione di governo di questo Paese, perché la magistratura da sola non può andare molto lontano, se non c'è una robusta iniziativa diplomatica che convinca i Paesi" che "quando si tratta di cittadini italiani noi applichiamo le regole del diritto e della giustizia che valgono nel nostro Paese, e pretendiamo che quelle regole valgano ovunque, e che quindi i responsabili della morte di Luca Ventre siano assicurati alla giustizia".

Foto © Imagoeconomica

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