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La sua elezione profetizza già duri scontri con gli Stati Uniti

Il candidato superfavorito Ebrahim Raisi (in foto) - noto con l’appellativo onorifico di “hojjatoleslam” (autorità sull’Islam), ultraconservatore e già capo della magistratura - si è aggiudicato la corsa elettorale contro il suo principale avversario, il moderato ex governatore della Banca centrale Abdolnasser Hemmati, con 17.926.345 voti nelle elezioni presidenziali che hanno fatto registrare una delle più basse affluenze alle urne degli ultimi anni. Secondo l’agenzia di stampa “Fars”, vicina ai Guardiani della rivoluzione iraniana, alle ore 19:30 (ora locale) di ieri 22 milioni di iraniani su un totale di 59,3 milioni di aventi diritto si erano recati alle urne, pari a circa il 37 per cento degli aventi diritto.
Come candidato alle presidenziali, Raisi ha incentrato la sua campagna su temi economici, come il contrasto alle disuguaglianze sociali e alla povertà: un “governo del popolo”, un “Iran forte” e la lotta alla corruzione sono solo alcuni degli slogan promossi dal religioso e magistrato.
Con il 61,9% delle preferenze Raisi si è aggiudicato la vittoria sugli altri candidati: il conservatore Mohsen Rezai con l’11,7%, il moderato Abdolnasser Hemmati con l’8,3% e l’altro conservatore Hassan Ghazizadeh Hashemi, con il 3,4%. Le schede nulle sono il 12,8%.
“Mi congratulo per la sua elezione a 13esimo presidente della Repubblica islamica dell’Iran. Spero che il suo governo, sotto la leadership della Guida Suprema ayatollah Ali Khamenei, porterà conforto e prosperità alla nazione. Spero anche che la sua amministrazione sia motivo di orgoglio per la Repubblica islamica e migliori l’economia e la vita della grande nazione dell’Iran”. Sono state queste le parole del candidato moderato Hemmati, appartenente alla seconda generazione dei khomeinisti della rivoluzione del 1979.
Soddisfatti del risultato anche la Guida Suprema Ali Khamenei e il presidente uscente, Hassan Rohani il quale tuttavia nel commentare l'esito delle elezioni non ha fatto alcun nome: “Mi congratulo con il popolo per la scelta che ha fatto. Le mie congratulazioni ufficiali arriveranno più tardi, ma sappiamo chi ha avuto un numero di voti sufficiente in questa elezione e chi è stato eletto oggi dal popolo”.
Raisi, che entrerà ufficialmente in carica il 3 agosto, ha affermato di sperare che nei restanti 45 giorni del suo mandato si crei “una situazione migliore, compresa la revoca delle sanzioni Usa e una riduzione della diffusione del Covid per lasciare una migliore atmosfera al prossimo governo”.
Anche il candidato conservatore ed ex comandante dei Pasdaran, Mohsen Rezai si è congratulato con Raisi.
La vittoria dell’attuale capo della giustizia iraniana, designato dall’ayatollah Ali Khamenei, è motivo di grande interesse per gli Stati Uniti soprattutto perché Raisi è stato sanzionato nel 2019 per violazione dei diritti umani e ripetutamente accusato di crimini contro l’umanità. Inoltre la sua elezione è avvenuta durante la rinegoziazione in corso tra Washington e Teheran sul Joint Comprehensive Plan of Action (Jcpoa), l’accordo sul nucleare iraniano, firmato da Barack Obama e Hassan Rohani nel 2015 e dal quale Donald Trump è uscito nel 2018.

Foto © khamenei.ir is licensed under CC BY 4.0

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