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Sono più di 150 i bambini e i ragazzi rapiti domenica in Nigeria da un gruppo di uomini armati. Il numero preciso ancora non è noto.
L’attacco è avvenuto mentre entravano nella scuola islamica di Salihu Tanko nella città di Tegina. I rapitori, secondo la testimonianza di un portavoce della polizia, sono arrivati in sella a delle moto dando inizio ad una sparatoria che ha causato una vittima, proseguendo poi col sequestro sia degli studenti che dei passeggeri che si trovavano su un autobus.
Per ora non ci sono notizie sulle persone prese in ostaggio se non quella di undici bambini rilasciati perché erano “troppo piccoli e non sapevano camminare”, così riferisce una portavoce del governo. La stessa notizia è stata riportata da un dirigente della scuola che ha subito l’attacco: “All'inizio hanno preso più di un centinaio di studenti, ma poi hanno lasciato andare quelli che consideravano troppo piccoli per camminare, tra i 4 e i 12 anni".
Purtroppo sequestri del genere, utilizzati come motivo di ricatto non sono una novità in Nigeria. In un rapporto pubblicato da SBM Intelligence in effetti, è stata segnalato come, dal giugno del 2011 alla fine di Marzo del 2020, siano stati spesi almeno 18.34 milioni di dollari nel pagamento dei riscatti. Di questi poco meno di 11 milioni sono stati spesi soltanto negli ultimi quattro anni.
Spesso questi sequestri coinvolgono anche bambini e ragazzi, si stima infatti che dal dicembre scorso più di 700 studenti siano stati rapiti per ottenere un riscatto. Proprio il giorno prima dell’attacco a Salihu Tanko, sono stati rilasciati quattordici degli studenti che erano stati sequestrati in un’università nello stato di Kaduna e tenuti in ostaggio per almeno un mese, mentre cinque di loro non sono più tornati a casa poiché giustiziati il giorno dopo il rapimento.
Sempre nello stato del Niger erano state rilasciate a febbraio 42 persone, inclusi 27 studenti, vittime di un sequestro avvenuto nella città di Kagara. Rapimento avvenuto a pochi giorni di distanza da quello che ha avuto luogo nello stato di Zamfara, dove più di 300 studentesse erano state prese in ostaggio.

Foto © Katie Faber/Flicker

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