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Il militare è ricercato per l'assassinio di Jorge Santillán

Lo scorso 9 aprile la Giustizia argentina ha emesso un mandato di cattura internazionale a carico del tenente colonnello in pensione Carlos Ignacio Cialceta, per il sequestro, tortura e omicidio di Jorge Santillán, sindacalista di lavoratori petroliferi e militante peronista. L'assassinio fu commesso in piena dittatura in Argentina, il 10 agosto del 1976. È stato il procuratore generale Carlos Amad, dell'area dei Diritti umani della Procura Federale di Salta, a chiedere il suo arresto. "Esiste un interesse pubblico nazionale ed internazionale nell’impedire l'impunità per gravi violazioni dei diritti umani, per cui, di fronte ad atti commessi considerati di lesa umanità, come lo sono quelli di cui è imputato Cialceta, è giustificata la custodia cautelare e a seguire una sentenza come conclusione del processo, tanto più in un sistema processuale come quello federale argentino, che non contempla il processo in assenza o contumacia", ha spiegato agli organi di stampa. Il pubblico ministero Amad ha fatto notare che "di fronte all’entità della possibile condanna che potrebbe essere inflitta e subito applicata, il processato potrebbe cercare di evadere l’azione della giustizia". Inoltre, ha messo in guardia sull'influenza che questa persona avrebbe tuttora su coloro che un tempo erano suoi subordinati. Come militare di alto rango, Cialceta “può vantare” oggi la sua influenza "nelle strutture di sicurezza vigenti, a cui apparteneva e di cui aveva il comando, considerando in particolare il suo grado militare”. Dopo aver preso in giro la giustizia, che non ha trovato fondamento nell'accusa contro di lui per l'assassinio del sindacalista, finalmente la Corte di Appello di Salta ha revocato la sentenza, e il pubblico ministero Amad ha sollecitato la custodia cautelare per il militare. Carlos Ignacio Cialceta faceva parte della cupola del Reggimento di Fanteria di Monte 28, a Tartagal, Salta, Argentina. Il 10 agosto del 1976 cinque uomini incappucciati entrarono a casa di Jorge Santillán, dove si trovava insieme a sua moglie, Irma Yolanda Prado. Entrambi provarono a resistere e lottarono per due ore, ma poi l'uomo fu sequestrato e portato a Tartagal. Dopo alcune ore furono trovati i resti irriconoscibili di Santillán a 20 chilometri dalla sua casa, a General Mosconi, a nord della provincia. Il suo corpo fu trovato con segni di esposizione ad esplosivi - gli stessi utilizzati negli assassinii di Menena Montilla e Pedro Urueña, due militanti peronisti della zona, alcuni giorni prima. Lo riconobbero perché nelle sue scarpe, ritirate alcuni giorni prima dal negozio di scarpe, era incollato un bigliettino con il suo nome. L'accusa contro Cialceta è partita da una denuncia anonima. Si è saputo che a denunciarlo sarebbe stato un ex soldato in servizio al Reggimento che avrebbe assicurato che, negli anni della dittatura, i massimi vertici del posto furono responsabili di diversi crimini: “furono sequestrati Bustos, Santillán e Costilla, mettendo dell’esplosivo nei loro corpi, che saltavano così per aria”. La Gendarmeria Nazionale ha segnalato in un rapporto che Carlos Cialceta ha lasciato il proprio domicilio, e la sua compagna ha detto di non sapere dove si trovi.

Foto di copertina: www.fmalba.com

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