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"Le vene aperte dell'America Latina" compie 50 anni. Il libro scritto dall'uruguaiano Eduardo Galeano ripercorre la storia latinoamericana da una prospettiva tutta sua. Scritto nel 1971, sotto l'influenza di una generazione che doveva vivere tutto al massimo perché non aveva tempo, in un clima di oppressione, persecuzione e sottomissione, che si sarebbe poi trasformato in un nuovo genocidio operato dagli organismi militari latino americani, ma guidato e gestito da un potere occulto celato dietro le potenze imperialiste dell'epoca.
Questa nuova edizione di Editorial Siglo XXI sarà illustrata dal caricaturista Tute (Juan Matías Loiseau), che con il suo tratto semplice riesce a rappresentare perfettamente il vivere quotidiano argentino e latinoamericano. Inoltre l'editoriale lancerà una serie di video in cui rappresentanti della cultura hanno prestato la loro voce per la lettura di alcuni scritti di Galeano. Il primo interprete sarà lo spagnolo Joan Manuel Serrat.
Chi non conosce "La Niña, la Pinta e la Santa Maria?". Sono le tre caravelle che hanno riempito un continente intero di scheletri. La maggior parte di noi le conosce attraverso la versione romantica con cui le presentano i manuali di storia nelle scuole di indottrinamento, ovvero come un gruppo di valorosi marinai che durante la navigazione perdono la rotta, alla ricerca della seta, e scoprono così un nuovo continente dove, con pazienza e determinazione, "evangelizzarono" i suoi arretrati ed incivilizzati abitanti.
Ma la storia non finisce qui, perché generazioni di educatori "cristiani" hanno organizzato anche i cicli produttivi e l'economia che, metodicamente, ha assorbito ed usurpato quelle terre in nome delle necessità delle "città della luce". La narrazione parla anche dei nostri padri della patria che portarono la civilizzazione in quei deserti della cultura. Quei valorosi personaggi della storia prestarono i loro volti ed i loro nomi per decorare qualsiasi città, piazza o istituzione che avesse un'importanza con l'impronta della cultura emanata dal Consiglio Reale delle Indie.
E questa favoletta potrebbe arrivare fino ai nostri giorni se non fosse per coloro che hanno resistito e che resistono ancora. Eduardo Galeano non scrive la storia della America Latina, Galeano la presenta facendo delle riflessioni. Si serve delle storie, delle piaghe, delle ferite di quei tanti sconosciuti che è riuscito a mantenere nella memoria. Quelli che sopravvivono al martirio e alla crocifissione giornaliera operati da un impero non santo.
Galeano dà un nome alla storia e racconta l'intreccio di personaggi ed imprese che portarono i discorsi "liberali" in una mano e la spada nell'altra. Imprese ed imprenditori che invece hanno sistematicamente impiantato un sistema di sfruttamento e schiavitù, una sorta di cartellizazione che viene mantenuto, ancora oggi, sempre all'interno di questa concezione di base.
Il cartello sorse nel 1928, in un castello del nord della Scozia, tra le brume, quando la Standard Oil del New Jersey, la Shell e l'AngloIranian, oggi denominata British Petroleum, si misero d'accordo per dividersi il mondo. In seguito, entrarono a far parte del nucleo dirigente del cartello anche la Standard di New York, quella della California, la Gulf e la Texaco (38).
Questo sistema di imposizione imprenditoriale si è andato intensificando dopo gli anni 70 iniziando con il tentativo di genocidio della popolazione operaia e studentesca. Le grandi imprese si sono trasformate in corporazioni regolate dal sistema bancario e finanziario, il quale ha mitigato qualsiasi tentativo autoctono di organizzazione regionale.
L'incanalamento delle risorse nazionali verso le filiali imperialiste si spiega, in buona misura, con la proliferazione delle succursali di banche nordamericane fiorite in questi ultimi anni, come funghi dopo la pioggia, in tutta l'America Latina”.
Aggiunge Galeano: “È impossibile conoscere i dati del contemporaneo aumento delle attività parallele (subfiliali, holding, finanziarie, uffici di rappresentanza) nella loro reale consistenza ma si sa che sono aumentati in uguale o maggior proporzione i fondi latinoamericani assorbiti dalle banche, le quali, pur non operando direttamente come succursali, sono controllate dall'esterno attraverso pacchetti d'azioni o attraverso l'apertura di linee esterne di credito rigorosamente condizionate. E continua: Facciamo lavorare la fantasia: potrebbe, una banca latinoamericana, insediarsi a New York per rastrellare il risparmio nazionale degli Stati Uniti? E' una fantasia destinata a svanire come una bolla di sapone: questa strana avventura è decisamente proibita. Gli Stati Uniti, che adottano un ampio sistema protezionista - tariffe e quote doganali, sussidi interni eccetera - non sono mai stati richiamati o rimproverati dal Fondo Monetario Internazionale. Con l'America Latina, invece, quest'organismo è stato inflessibile: è sorto proprio per questo. Da quando, nel 1954, il Cile ha accolto la prima delle sue missioni, i "consigli" del F.M.I. sono dilagati in tutta la regione e oggi la maggior parte dei governi segue ciecamente le loro indicazioni".
La storia ufficiale tenta nuovamente di indottrinarci attraverso un racconto in cui si narra che gli imprenditori e gli evangelizzatori vennero da fuori mentre i militari già erano qui. Che il commercio non ha nulla di ideologico e che l'ideologia non ha nulla di violento. Ma Galeano blocca questo discorso evasivo, dimostrando che i vincoli osceni, pornografici che il potere detiene sulle strutture istituzionali delle nazioni colonnizate erano già presenti.
Nell'agosto del '76, Orlando Letelier pubblicò un articolo in cui denunciava che il terrore della dittatura di Pinochet e la «libertà economica» dei piccoli gruppi privilegiati sono due facce di una stessa medaglia (2). Letelier, che era stato ministro del governo Allende, si trovava in esilio negli Stati Uniti. Poco tempo dopo volò in mille pezzi”.
Ma questo patto tra gli oligopoli e gli usurpatori dello Stato non aveva nulla di nazionale.
Di solito gli atti del Congresso degli Stati Uniti registrano testimonianze irrefutabili sugli interventi in America Latina. Morse dall'acido della colpa, le coscienze raggiungono la catarsi nei confessionali dell'impero. In questi ultimi tempi, per esempio, si sono moltiplicati i riconoscimenti ufficiali delle responsabilità degli Stati Uniti in diversi disastri. Ampie confessioni pubbliche hanno provato, tra l'altro, che il governo degli Stati Uniti intervenne direttamente nella politica cilena, mediante la corruzione, lo spionaggio e il ricatto. La strategia del crimine fu pianificata a Washington. Kissinger e i servizi informativi prepararono la caduta di Allende dal '70. Furono distribuiti milioni di dollari ai nemici del governo legittimo di Unidad Popular. Fu così, per esempio, che i proprietari di camion che nel 1973 paralizzarono buona parte dell'economia del paese riuscirono a sostenere il loro lungo sciopero. La certezza dell'impunità scioglie la lingua. All'epoca del colpo di stato contro Goulart, in Brasile gli Stati Uniti avevano la loro più grande ambasciata del mondo. Tredici anni dopo, Lincoln Gordon, che era l'ambasciatore, riconobbe davanti a un giornalista che il suo governo aveva finanziato per un lungo periodo le forze che si opponevano alle riforme: «Perbacco», disse Gordon. «In quel periodo era abbastanza normale... La CIA era abituata a disporre di fondi politici.» (6). In quest'intervista Gordon spiegò anche che nei giorni del golpe il Pentagono aveva posizionato un'enorme portaerei e quattro navi da guerra davanti alle coste brasiliane. «Quest'aiuto», disse, «non sarebbe stato solo morale. Avremmo offerto un appoggio logistico, rifornimenti, munizioni, petrolio.». Così sintetizza Galeano in una edizione di 7 anni successiva alla prima pubblicazione.
L'America Latina continua a sanguinare, le politiche imperialiste vengono sostenute tuttora, ma questa realtà latinoamericana non è solo nostra. Queste parole sono il riflesso della vita, della storia, del sangue di tutti i poveri e gli emarginati del mondo. Oggigiorno le fughe di notizie circa i legami diplomatici e segreti dello Stato che pubblicó WikiLeaks dimostrano chiaramente che le politiche di questi poteri, che vediamo realizzate attraverso il Sistema Criminale Integrato, continuano ad operare proprio a partire, ed attraverso, dalle istituzioni pubbliche e private intrecciando costantemente il legale con l'illegale ed il "morale" con l'immorale.
"Le vene aperte dell'America Latina" presenta un linguaggio semplice, pratico e continua ad essere un materiale di studio necessario ed importante per i giovani, i quali si presentano nuovamente alla realtà con la convinzione che non ci sia più tempo. Questa documentazione giornalistica, ed al tempo stesso poetica, continua a denunciare un sistema di potere che sottomette non solo i paesi del terzo mondo ma anche le popolazioni emarginate che abitano nei limiti geografici delle potenze e che vengono continuamente tormentate e violentate. Centinaia di migliaia di giovani martorizzati da un lato ed addormentati dall'altro all'interno del circuito del narcotraffico, che aspettano di essere liberati. La conoscenza e le informazioni contenute in queste pagine sono un cammino; facciamolo nostro.

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