L'ex presidente del Burkina Faso, Compaoré, a processo per l'omicidio
Lo scorso 13 aprile, in Burkina Faso, il tribunale militare di Ouagadougou ha incriminato l'ex Presidente Blaise Compaoré (in foto) per attentato alla sicurezza dello Stato, “concorso in omicidio” e “occultamento di cadavere”. Le accuse fanno riferimento al colpo di Stato avvenuto il 15 ottobre 1987, che portò alla morte del suo predecessore Thomas Sankara. Compaoré in effetti sarà processato proprio per l’assassinio di quest’ultimo. A diffondere queste importantissime notizie è stato il giornale internazionale RFI, secondo cui è sotto processo anche Gilbert Diendéré, generale burkinabè ed ex braccio destro di Compaoré. La difesa di Diendéré aveva cercato di far leva sulla prescrizione, motivando questa scelta con il fatto che il caso dell'omicidio di Sankara non è stato trattato per decenni dai tribunali. La corte però ha respinto l'eccezione.
Sankara era un vero rivoluzionario, considerato il “Che africano”, molto scomodo alle potenze coloniali e a quei poteri, criminali, che governavano la nazione e che ancora oggi governano il mondo. Il 29 luglio 1987 fece un discorso all'Organizzazione per l'Unità Africana che rimase impresso nella storia, scagliandosi contro il debito pubblico. Qualche mese dopo venne ucciso.
“Blaise, tu sei il mio migliore amico, quello che chiamavo mio fratello, e proprio tu mi uccidi?”. Queste sarebbero state le ultime parole di Thomas Sankara in base al racconto di
Momo Gibah uno dei soggetti che partecipò all'omicidio.
Nonostante il Burkina Faso, che significa “terra degli uomini integri”, rimanga uno dei Paesi più poveri del mondo, sfruttato e martoriato dagli interessi della Francia, insieme ad altri 13 Stati africani, oggi con questo processo si intravede un barlume di speranza. Come tutte le nazioni del mondo anche il popolo burkinabè merita verità e giustizia.
Foto © Imagoeconomica
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