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L’omicidio commissionato a inizio 2017: “Chiedo scusa alla famiglia

Punta in alto, molto in alto, la catena di complicità sull’omicidio della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, uccisa con una bomba piazzata nella sua auto il 16 ottobre 2017. Vincent Muscat - il killer reo confesso che ha patteggiato 15 anni  in cambio delle informazioni che hanno permesso di individuare ed arrestare l'intermediario di morte Melvin Theuma, i fornitori della bomba ed il mandante Yorgen Fenech - nella parte finale della sua deposizione in aula nel processo per la 'raccolta delle prove' contro i suoi complici fornitori della bomba, durata oltre cinque ore, ha tirato in ballo i vertici del vecchio governo dell’isola. Secondo il pentito, che ha chiesto scusa ammettendo tutte le colpe, la banda che ha ucciso Daphne Caruana Galizia ha ricevuto protezioni ed informazioni dall'ex ministro dell'economia Chris Cardona, dal capo di gabinetto Keith Schembri ("il numero uno di Malta"), dal vicecapo della Polizia Silvio Valletta e dall'avvocato David Gatt, socio di Cardona. Inoltre ha spiegato che la banda è stata informata "con due-tre settimane di anticipo" che sarebbe stata arrestata "con un raid il 4 dicembre 2017", al punto che i partecipanti al delitto si fecero trovare tutti nel covo al porto di Marsa, convinti che "avremmo ricevuto tutto l'aiuto necessario". Muscat ha per lo più riferito quanto dettogli dai complici, i fratelli Alfred e George Degiorgio, ma ha anche parlato di due visite fatte da Gatt al covo nei giorni precedenti l'omicidio. Nella seconda, esattamente alla vigilia, "ci mostrò il pollice sollevato in alto". Nell'altra occasione "fece il gesto dell'esplosione con la bocca e le mani". 
Sempre secondo Muscat durante la preparazione del piano, gli assassini di Daphne Caruana Galizia hanno avuto aiuti nei palazzi del governo maltese per capire le abitudini della giornalista. Stando a quanto testimoniato dal sicario pentito Vincent Muscat, fu l'intermediario Melvin Theuma che aveva commissionato l'omicidio a passar loro l'informazione che avrebbero potuto intercettare Daphne in un caffè della località di Naxxar. Stando a quanto riportato dai media in lingua inglese, 'Il-Kohhù' ha dichiarato che il suo complice Alfred Degiorgio gli spiegò che Theuma aveva avuto la dritta "da chi ha commissionato l'omicidio". Muscat ha anche aggiunto di aver più volte accompagnato in macchina Alfred alla Valletta "perché diceva che doveva incontrare (l'ex ministro dell'economia) Chris Cardona". "Non so se poi incontrava Cardona o no, ma Alfred entrava nel palazzo del governo da un ingresso laterale" e "dopo un'ora mi chiamò per dirmi che sarebbe stato accompagnato a casa da Toni l-Iblah, l'autista di Cardona" ha aggiunto Muscat. Infine ha riferito che il delitto fu commissionato a inizio 2017 prima delle elezioni anticipate che vennero annunciate il primo maggio e fu tenuto in sospeso durante la campagna elettorale per poi ottenere il via libera definitivo in estate perché il o i mandanti "temevano che uscissero rivelazioni". Il super pentito ha quindi parlato dell’ordigno che dilaniò l’auto sulla quale viaggiava Daphne. “L’ordigno esplosivo utilizzato fu consegnato due-tre mesi prima" dell'omicidio ai tre sicari che lo piazzarono. ‘Il-Kohhu' ha precisato che gli 'artificieri', Robert Agius e Jamie Vella, "sapevano chi dovevamo uccidere". La bomba "chiaramente fabbricata all'estero e molto sofisticata" appariva come una scatola di acciaio inox di circa 15 centimetri per 12, spessa appena 2,5 cm, con uno slot per inserire una sim card ed era caricata con oltre 500 grammi di esplosivo. Poteva esplodere se attivata con un particolare sms inviato da un cellulare fornito assieme alla bomba. Temendo che potesse lasciare in vita la giornalista, Alfred Degiorgio (coimputato col fratello George e lo stesso Muscat come esecutore materiale) legò all'ordigno una bottiglia di benzina per potenziarlo.

Foto tratta da: corrieredimalta.com

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