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"Spazzare via dal nostro cuore e dalla Chiesa le nefaste suggestioni del potere e del denaro"

E' necessario "spazzare via dal nostro cuore e dalla Chiesa le nefaste suggestioni del potere e del denaro". Lo ha detto oggi Papa Francesco ad Erbil, capitale della regione autonoma del Kurdistsan iracheno, dicendo Messa nello stadio Franso Hariri, ultimo impegno pubblico della sua "tre giorni" in Iraq.
Durante l'omelia il Santo Padre in riferimento al Vangelo del giorno, che narra la cacciata di Gesù dal tempio di Gerusalemme dei cambiavalute (Gv2, 13-25) , ha sottolineato che “come Gesù non tollerò che la casa del Padre suo diventasse un mercato, così desidera che il nostro cuore non sia un luogo di subbuglio, disordine e confusione”.
Quindi ha invitato a “ripulire il cuore” dalle "falsità e dalle doppiezze. Tutti noi ne abbiamo. Tutti. Sono malattie che fanno male al cuore e rendono la vita doppia. Abbiamo bisogno di essere ripuliti dalle nostre ingannevoli sicurezze che mercanteggiano la fede in Dio con cose che passano, con le convenienze del momento. Per ripulire il cuore abbiamo bisogno di sporcarci le mani, di sentirci responsabili e di non restare a guardare mentre il fratello e la sorella soffrono. Come purificare il cuore? Da soli non siamo capaci. Abbiamo bisogno di Gesù: lui ha il potere di vincere i nostri mali, di guarire le nostre malattie e di restaurare il tempio del nostro cuore".
Quella odierna è stata una giornata particolarmente intensa per Papa Francesco, impegnato sin dal mattino visitando la città di Mosul, la città irachena occupata dal cosiddetto Stato islamico dal 2014 al 2017. "Qui - ha detto intervenendo tra le macerie della Hosh-al-Bieaa, la piazza delle quattro chiese della città - le tragiche conseguenze della guerra e delle ostilità sono fin troppo evidenti com'è crudele che questo Paese, l'Iraq, culla di civiltà, sia stato colpito da una tempesta così disumana, con antichi luoghi di culto distrutti e migliaia di persone, musulmani, cristiani, yazidi che sono stati annientati".
Ma il Papa, che definisce "un danno incalcolabile l'esodo dei cristiani", riafferma "la convinzione che la fraternità è più forte del fratricidio, che la speranza è più forte della morte, che la pace è più forte della guerra". "Non è lecito uccidere nel nome di Dio". La piccola comunità cristiana ridotta ai minimi storici a causa delle persecuzioni è come un filo strappato da un tappeto artistico, "un danno incalcolabile non solo per le persone e le comunità interessate, ma per la stessa società che si lasciano alle spalle" ha detto Papa Francesco.
A scandire l’intensità dell’evento la Preghiera e i silenzi nella spianata dove le rovine delle 4 chiese distrutte, già da sole, testimoniano la sofferenza di cristiani e non solo, quando arrivò l’Is. Tra il 2014 e il 2017 a Hosh al-Bieaa, piazza delle 4 chiese - siro-cattolica, armeno-ortodossa, siro-ortodossa e caldea - questi edifici vennero distrutti dagli attacchi terroristici.
L'arcivescovo caldeo di Erbil, monsignor Bashar Warda, alla fine della Messa, ha rivolto al Papa sentite parole di ringraziamento sottolinenado: "A nome di tutte le persone qui riunite e di quelle che ci stanno guardando in tutto il mondo". L'arcivescovo ha detto: "Prima di tutto, La ringraziamo per il Suo coraggio, per essere venuto qui, in questo nostro travagliato Paese, una terra così piena di violenza, questo luogo delle dispute infinite, di sfollamento e sofferenza per la gente; e per averlo fatto in questo tempo di pandemia e di crisi globali: questo ci rende concrete le parole di Cristo 'non abbiate paura'." L'arcivescovo ha sottolineato: "Il Suo coraggio fluisce in noi". E ha poi aggiunto: "La ringraziamo per le preghiere per i perseguitati e gli emarginati, qui in Iraq e nel mondo intero. Noi sappiamo che Lei ha continuato a pregare per noi in tutti i nostri periodi di oscurità. Sappiamo che attraverso le Sue preghiere, mai siamo stati dimenticati. Sappiamo che con le Sue preghiere Lei continua a sollecitare questo mondo frantumato e questo Paese frantumato affinché trovino un periodo di pace, di umiltà e di prosperità, di dignità di vita e di prospettive per tutti." Poi il riferimento preciso al messaggio che il papa lascia all'Iraq: "La ringraziamo per il messaggio di pace che ha portato a Erbil e a tutto l’Iraq. Il Suo potente messaggio di fratellanza e perdono è ora un dono per tutto il popolo dell’Iraq che ci lascia - a ciascuno di noi in questo Paese - una responsabilità perdurante a dare vita continuamente al Suo messaggio nella nostra vita quotidiana, da oggi in poi".
(Prima pubblicazione: 7 Marzo 2021)

In foto: Papa Francesco in partenza per l'Iraq © Imagoeconomica

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