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Il “cura villero” venne assassinato con oltre cento proiettili, il suo caso è tutt’ora senza colpevoli

2 febbraio 1976. A Villa Tatì, al tempo quartiere di 12mila anime di Buenos Aires, un gruppo di uomini si aggira con fare sospetto a bordo di una Torino bianca tra le viuzze del barrio. Sono membri della “Triple A” (Alleanza anticomunista argentina), un'organizzazione paramilitare di stampo neo-fascista (attiva già all’epoca della presidenza di Isabelita Perón) responsabile di sequestri e omicidi contro rappresentanti della sinistra. Il gruppo, composto da tre individui armati e presentatisi come poliziotti, chiedono di Giuseppe Tedeschi, sacerdote salesiano di origine italiana attivo nella comunità di Villa Tatì. Una volta trovato, il sacerdote viene caricato di forza in auto intorno alle 16 di pomeriggio. Da quel momento nessuno lo vedrà più.
“Sacerdote raptado fue acribillado a balazos”, scriveranno i giornali qualche settimana più tardi. Padre Tedeschi verrà infatti ritrovato il 18 febbraio senza vita in una strada di La Plata col volto sfigurato, le mani legati e il corpo crivellato da almeno cento proiettili di mitra calibro 9mm rendendolo irriconoscibile persino agli occhi dei familiari, al punto che per accertare la sua identità verranno effettuati esami del sangue. Il suo nome verrà inserito nella lista degli oltre mille desaparecidos di origine italiana uccisi dai paramilitari argentini. Il 27 febbraio, più di venti sacerdoti e pastori si riuniranno nei giardini della Chiesa della Santa Croce per discutere e riflettere sul delitto e sui fatti di violenza quotidiana da parte della Triple A, commessi dentro e fuori le loro parrocchie, templi e congregazioni. In questa riunione verrà deciso ufficialmente di formare un'organizzazione composta da coloro che condividevano "che l'impegno nella difesa della dignità e dei diritti dell'essere umano è una componente essenziale del Vangelo stesso e un segno della vera chiesa". Nascerà così il Movimento Ecumenico per i Diritti Umani (MEDH).

“El cura villero”
Ma chi era Padre Tedeschi? Nato in un piccolo paese del Molise il 5 marzo 1934 il giovane Giuseppe si trasferì con la famiglia a Buenos Aires (distretto di Avellaneda) all’età di 16 anni. A seguito della sua ordinazione a sacerdote, dopo un periodo trascorso a Mar del Plata, decise di raggiungere “Villa Itatì”, a Buenos Aires, abitata anche da migranti boliviani e paraguayani. Qui venne ribattezzato “el cura villero” per via della sua dedizione verso gli ultimi che vivevano nel quartiere Don Bosco de Quilmes e per la sua convinta adesione al Movimiento de Sacerdotes para el Tercer Mundo e al Movimiento Villero Peronista.
A contatto con i “villeros”, il sacerdote scelse di aiutare i poveri in virtù della Teologia della Liberazione e, in qualità di prete operaio, si attivò per consentire l’acceso ad acqua potabile a “Villa Itatì” nonché la creazione di una biblioteca, una falegnameria, un pronto soccorso e un piccolo centro di distribuzione alimentare. Insomma cercò di impegnarsi come poteva per garantire ai più disagiati i più basilari beni per lo sviluppo. Un’opera cristica che ben presto attirò le attenzioni della “Tripla A” che in quel periodo stava commettendo rapimenti e delitti in maniera sempre più frequente aprendo la strada al golpe militare del 24 marzo 1976. Pochi giorni dopo la scomparsa del “cura villero”, infatti, un altro “cura” venne fatto fuori dai militari. Si tratta di Francisco "Pancho" Soares, ucciso nei quartieri di “Tigre”. Padre Soares era anch’egli conosciuto per il suo impegno sociale per il cambiamento, la sua leadership "pericolosa" e il suo fare rivoluzionario. “Ancora una volta la comunità credente argentina è in lutto. Due sacerdoti, i padri José Tedeschi e Francisco Soares, hanno subito una morte a tradimento. Di fronte a questi atti criminali, che si ripetono quotidianamente nel nostro paese, nessuno, tanto meno un cristiano, può rimanere indifferente o lasciarsi incatenare dalla paura”, era la nota diffusa dal MEDH a giorni dalla scomparsa del “cura villero”.
Sulla vita di Giuseppe Tedeschi, così come su quella di Francisco Soares, è stato per anni fatto scendere un vergognoso silenzio, come hanno denunciato i sacerdoti del gruppo dell’“Opción por los Pobres”. A seguito del delitto venne infatti avviata in Argentina un'indagine contro ignoti per omicidio che non dette però alcun esito. L’indagine venne quindi archiviata il 6 marzo 1987 e l’intero fascicolo relativo al caso fu poi distrutto nel 1993 per una risoluzione della suprema Corte di giustizia della provincia di Buenos Aires. Quello di padre Tedeschi è l’ennesimo caso di desaparecidos avvolto da un telo di impunità e complicità. Ad ogni modo ancora oggi a “Villa Tatì” ricordano il “Pepe compañero” come uno degli esempi da seguire tra coloro che furono assassinati dalla “dittatura civico-ecclesiastico-militare”. Padre Luis Farinello, che prese il posto di Tedeschi, ricorda come il suo predecessore amasse ricordare la frase di Gesù: “Chi offre la sua vita generosamente per i suoi fratelli e sorelle più poveri, si guadagnerà la vita eterna”. Una vita che sicuramente padre Tedeschi si è guadagnato.

Fonte: 24marzo.it

 
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